Il Professor Dal Monte al Convegno sullo sport e i giovani
San Benedetto del Tronto | La ricerca ha messo in evidenza un forte interesse per la promozione dello sport, percepito come un valido strumento di crescita individuale e di coesione sociale.
Un Auditorium al completo con un pubblico formato da giovani studenti e da insegnanti ha fatto da degna cornice al convegno organizzato dall’ufficio sport sul tema “Il ruolo dello sport nella formazione dei giovani”. Ospite d’onore era il Professor Antonio Dal Monte che nel suo divertente ed interessante intervento ha evidenziato come “la macchina corporea umana si logora, a differenza delle altre macchine, quando non lavora, e ha il pregio di consumare poco. I bambini fino a quando non iniziano ad andare a scuola sono dei piccoli atleti spontanei, visto che con la loro vita dinamica quotidiana simulano l’attività fisica, ma poi, quando iniziano la scuola e i giochi sedentari, perdono queste qualità naturali.”
Dal Monte, che vanta origini picene da parte della famiglia materna, Cantalamessa, ha poi evidenziato come “buona parte dei successi sportivi italiani vengano fuori dai sacrifici delle madri, sia in termini di tempo che economici” e che “ciascuno deve ritagliarsi il proprio sport scelto tra quelli più adatti alle proprie capacità, in quanto lo sport ha l’arte di sublimare le caratteristiche personali. Nello sport c’è gloria per tutti.”
Le conclusioni di Dal Monte, dopo aver evidenziato nel fumo e nella tendenza ad essere soprappeso i peggiori nemici dello sport, si possono riassumere in quattro punti: la scelta dello sport giusto, fare sport, lo sport non adatto non danneggia l’uomo, lo sport è agonismo e divertimento. Erano presenti anche il commissario straordinario Carlo Iappelli, l’assessore allo sport della Provincia di Ascoli Nino Capriotti, il presidente del Comitato provinciale del Coni Aldo Sabatucci, il coordinatore di educazione fisica del CSA-Miur, Ermenegildo Baldini, le maggiori autorità militari e i giovani campioni sambenedettesi Lorenzo Secchiaroli (surfcasting), Riccardo Bulgari (pattinaggio corsa) e Mark Nalocca (atletica leggera).
L’indagine è stata finalizzata a rilevare: Il radicamento sociale dell’attività motorio/sportiva; l’influenza familiare e sociale nelle scelte della disciplina praticata; la motivazione individuale alla pratica sportiva; il rapporto tra scuola e sport; il grado di soddisfazione verso i servizi sportivi erogati dal Comune e più in generale disponibili in Città; suggerimenti per migliorare i servizi sportivi. Sono stati coinvolti gli studenti e le studentesse di 3^,4^,5^ elementare dei tre Circoli didattici, di 1^, 2^ e 3^ classe delle scuole medie inferiori (Cappella – Curzi e Sacconi - Manzoni) e la prima classe della scuola media superiore (Liceo Classico, Liceo Scientifico, Istituto Professionale di Stato, Istituto Alberghiero, Istituto Tecnico Commerciale e Liceo Socio – Psico - Pedagogico).
Il questionario è stato compilato e riconsegnato da 2.758 ragazzi dei 3.682 che risultavano iscritti alle classi coinvolte dall’indagine nell’anno scolastico 2004. L’indagine ha coinvolto il 74,9% dell’intera popolazione scolastica interessata. Di 2.758 studenti che hanno compilato il questionario, 2.491 hanno dichiarato di fare sport e la sintesi delle loro risposte ci dà questo quadro: Attivi, appassionati sportivi dalle idee chiare, sin da piccoli, sostenuti dalle famiglie, con ottima capacità di conciliare i propri tempi, amicali, contenti, con la giusta grinta, concreti, responsabili e per i quali lo “sport” è utile ed importante nella pro pria vita.
Accanto agli aggettivi usati riportiamo alcuni sintetici dati tra quelli rilevati: attivi: praticano sport il 90,3%; appassionati sportivi: il 44% pratica più di uno sport, il 74,2% da più di due anni, il 30,2% per più di 4 ore settimanali, in molteplici discipline (calcio: 33%, nuoto 31%, pallavolo 20,03%, ginnastica 15,25%, danza 13,57%, pallacanestro 8,47%, atletica 7,11%, tennis 6,58%, arti marziali 4,13%, pattinaggio 4,01%, sci 2,97%, ciclismo 1,73%); idee chiare: il 49% sceglie da sé; sin da piccoli (dai 4 ai 7 anni) il 59% fa sport; sostenuti dalle famiglie: l’88%; conciliano bene sport e scuola: l’89%; amicali e contenti: 80% trova divertimento ed amici, il 77% gareggia per migliorarsi e divertirsi; con grinta: il 32% vuole vincere e diventare campione o campionessa, concreti: la professionalità è al primo posto per diventare un campione (Del Piero il più votato tra i campioni preferiti) ma capaci di fornire suggerimenti precisi (più impianti di base nei quartieri, più sicurezza e qualità negli impianti esistenti, adeguare gli orari); motivati: il 93% ritiene lo sport utile ed importante nella propria vita. Indubbiamente un quadro soddisfacente anche se leggermente offuscato da quella parte di giovani (10%) che invece dichiara di non praticare alcuna attività motorio/sportiva oppure, di quelli che praticano, il 44% che non si sottopone alla visita medica annuale, il 12% che non ha una famiglia stimolante, l’11% che non riesce a conciliare scuola e sport, ponendoci di conseguenza dinanzi ad una sfida stimolante, ovvero avvicinare anche questi giovani e giovanissimi al piacere della pratica sportiva.
In conclusione si può senza dubbio affermare che la ricerca ha messo in evidenza un forte interesse per la promozione dello sport, percepito come un valido strumento di crescita individuale e di coesione sociale, da cui gli individui traggono un feedback positivo in termini di benessere fisico e psichico e l’esigenza di un programma di investimenti atti al mantenimento e miglioramento delle strutture, nonché di un forte sostegno all’associazionismo e alla formazione, realizzabili attraverso nuove forme e soluzioni di collaborazione tra Amministrazione e territorio.
Dal Monte, che vanta origini picene da parte della famiglia materna, Cantalamessa, ha poi evidenziato come “buona parte dei successi sportivi italiani vengano fuori dai sacrifici delle madri, sia in termini di tempo che economici” e che “ciascuno deve ritagliarsi il proprio sport scelto tra quelli più adatti alle proprie capacità, in quanto lo sport ha l’arte di sublimare le caratteristiche personali. Nello sport c’è gloria per tutti.”
Le conclusioni di Dal Monte, dopo aver evidenziato nel fumo e nella tendenza ad essere soprappeso i peggiori nemici dello sport, si possono riassumere in quattro punti: la scelta dello sport giusto, fare sport, lo sport non adatto non danneggia l’uomo, lo sport è agonismo e divertimento. Erano presenti anche il commissario straordinario Carlo Iappelli, l’assessore allo sport della Provincia di Ascoli Nino Capriotti, il presidente del Comitato provinciale del Coni Aldo Sabatucci, il coordinatore di educazione fisica del CSA-Miur, Ermenegildo Baldini, le maggiori autorità militari e i giovani campioni sambenedettesi Lorenzo Secchiaroli (surfcasting), Riccardo Bulgari (pattinaggio corsa) e Mark Nalocca (atletica leggera).
L’indagine è stata finalizzata a rilevare: Il radicamento sociale dell’attività motorio/sportiva; l’influenza familiare e sociale nelle scelte della disciplina praticata; la motivazione individuale alla pratica sportiva; il rapporto tra scuola e sport; il grado di soddisfazione verso i servizi sportivi erogati dal Comune e più in generale disponibili in Città; suggerimenti per migliorare i servizi sportivi. Sono stati coinvolti gli studenti e le studentesse di 3^,4^,5^ elementare dei tre Circoli didattici, di 1^, 2^ e 3^ classe delle scuole medie inferiori (Cappella – Curzi e Sacconi - Manzoni) e la prima classe della scuola media superiore (Liceo Classico, Liceo Scientifico, Istituto Professionale di Stato, Istituto Alberghiero, Istituto Tecnico Commerciale e Liceo Socio – Psico - Pedagogico).
Il questionario è stato compilato e riconsegnato da 2.758 ragazzi dei 3.682 che risultavano iscritti alle classi coinvolte dall’indagine nell’anno scolastico 2004. L’indagine ha coinvolto il 74,9% dell’intera popolazione scolastica interessata. Di 2.758 studenti che hanno compilato il questionario, 2.491 hanno dichiarato di fare sport e la sintesi delle loro risposte ci dà questo quadro: Attivi, appassionati sportivi dalle idee chiare, sin da piccoli, sostenuti dalle famiglie, con ottima capacità di conciliare i propri tempi, amicali, contenti, con la giusta grinta, concreti, responsabili e per i quali lo “sport” è utile ed importante nella pro pria vita.
Accanto agli aggettivi usati riportiamo alcuni sintetici dati tra quelli rilevati: attivi: praticano sport il 90,3%; appassionati sportivi: il 44% pratica più di uno sport, il 74,2% da più di due anni, il 30,2% per più di 4 ore settimanali, in molteplici discipline (calcio: 33%, nuoto 31%, pallavolo 20,03%, ginnastica 15,25%, danza 13,57%, pallacanestro 8,47%, atletica 7,11%, tennis 6,58%, arti marziali 4,13%, pattinaggio 4,01%, sci 2,97%, ciclismo 1,73%); idee chiare: il 49% sceglie da sé; sin da piccoli (dai 4 ai 7 anni) il 59% fa sport; sostenuti dalle famiglie: l’88%; conciliano bene sport e scuola: l’89%; amicali e contenti: 80% trova divertimento ed amici, il 77% gareggia per migliorarsi e divertirsi; con grinta: il 32% vuole vincere e diventare campione o campionessa, concreti: la professionalità è al primo posto per diventare un campione (Del Piero il più votato tra i campioni preferiti) ma capaci di fornire suggerimenti precisi (più impianti di base nei quartieri, più sicurezza e qualità negli impianti esistenti, adeguare gli orari); motivati: il 93% ritiene lo sport utile ed importante nella propria vita. Indubbiamente un quadro soddisfacente anche se leggermente offuscato da quella parte di giovani (10%) che invece dichiara di non praticare alcuna attività motorio/sportiva oppure, di quelli che praticano, il 44% che non si sottopone alla visita medica annuale, il 12% che non ha una famiglia stimolante, l’11% che non riesce a conciliare scuola e sport, ponendoci di conseguenza dinanzi ad una sfida stimolante, ovvero avvicinare anche questi giovani e giovanissimi al piacere della pratica sportiva.
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