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Il sindaco Celani sull’Ici

Ascoli Piceno | “Abolire l’Ici? E’ assolutamente possibile. Del resto rappresenta una cifra minima nel totale delle entrate dello Stato, circa 2/2,5 miliardi di euro, pari allo 0,3% del totale delle entrate dello Stato”.

Abolire l’Ici? L’annuncio del presidente Berlusconi ha gettato nel panico il centrosinistra.

Nei ponderosi commi del programma elettorale del centrosinistra, si era previsto praticamente tutto. Perfino le parole erano state usate con un bilancino che ricordava tanto il vecchio manuale Cencelli. Ma. Ma non si era tenuto conto di quel gran antipolitico che è Silvio Berlusconi.

Il cavaliere così, senza che nessun tuono preannunciasse il temporale, ha calato sul tavolo elettorale la proposta di abolire l’Ici sulla prima casa ed è stato subito il finimondo.

La sinistra, strano, ma vero, quando si tratta di abolire delle imposte è sempre contraria o per lo meno ha dei buffi mal di pancia.

Non ha fatto eccezione, quindi, nemmeno questa volta, con le dichiarazioni di Sturani nella doppia veste di sindaco di Ancona e presidente regionale dell’Anci.

Come sindaco di Ancona, Sturani, può, ovviamente, esternare quello che vuole, ma su un argomento come l’abolizione dell’Ici, non può intervenire anche come presidente dell’Anci, se non dopo, semplice regola democratica, aver ascoltato il parere del direttivo. Eppure non ricordo che Sturani presidente dell’Anci abbia preso posizione rispetto all’abbattimento del cuneo fiscale e relativo reperimento delle risorse.

Nella classifica dei più tartassati quando si parla di Ici e di addizionale Irpef, al top vi sono i bolognesi con un gettito pro capite pari a 431,41 euro, seguono i fiorentini con 412,94 euro, i romani con 398,75 euro e i senesi con 397,08 euro.

Sono questi i primi risultati da un indagine effettuata dall’Uffici studi della CGIA di Mestre alle due principali imposte che i Sindaci delle città italiane possono applicare ai propri concittadini.

Dei capoluoghi della regione, sommando l’addizionale Irpef e l’Ici, scopriamo che Ancona occupa il 25° posto (a livello nazionale) seguita da Macerata (49°) e Pesaro (62°) mentre Ascoli occupa il 78° posto.

Tre città governate dal centrosinistra ai primi posti dunque. Una riprova del grande amore di questo fronte politico per le tasse.

Basti pensare che solo per quanto riguarda l’Ici, i più tartassati sono i senesi con € 397,08 seguiti dai romani con € 371,53 e poi, guarda caso, Bologna e Firenze.

Abolire l’Ici, dunque? E’ assolutamente possibile.
Del resto rappresenta una cifra minima nel totale delle entrate dello Stato, circa 2/2,5 miliardi di euro, pari allo 0,3% del totale delle entrate dello Stato.

Per quanto riguarda il Comune di Ascoli, anche con il lievissimo aumento medio di € 20 l’anno per nucleo familiare per il 2006, l’introito complessivo dell’Ici sulla prima casa rappresenta solo il 20% del totale per cui, con una adeguata politica a livello nazionale  di contenimento  della spesa e di lotta all’evasione è assolutamente  possibile sopperire al mancato introito così come affermato dal Presidente Silvio Berlusconi.

Del resto già nel 2001 questa Amministrazione aveva provveduto alla riduzione dell’aliquota dello 0,25 per mille mentre la Giunta di centrosinistra nel 1999 aveva provveduto ad aumentare le aliquote dell’addizionale Irpef.

Nell’occasione voglio ricordare ad alcuni smemorati del centrosinistra, che questa Giunta è stata la prima a introdurre le fasce di reddito ISEE per le rette mensili negli asili nido e per i buoni pasto nelle mense scolastiche che al momento sono tra le più basse della Regione Marche come dimostrato da una indagine della stessa Regione.

05/04/2006





        
  



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