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Saggi Paesaggi e Tullio Pericoli

Ascoli Piceno | Le immagini dell’artista dai natali ascolani hanno fatto da scenografia allo spettacolo “Vento di Terra – Osvaldo Licini, errante, erotico, eretico” con Neri Marcorè.

di Francesca Romana Rinaldi


Il 25 aprile c’è stato l’evento più atteso del Festival “Saggi Paesaggi”, organizzato dall’Amministrazione Provinciale, che prevede 24 incontri tra convegni, concerti e mostre: presso il Teatro dell’Aquila di Fermo è stato presentato lo spettacolo “Vento di Terra – Osvaldo Licini, errante, erotico, eretico” con la performance di Neri Marcorè, che ha interpretato il pittore Licini, le musiche di Giovanni Allevi e la collaborazione di Tullio Pericoli.

Lo spettacolo verrà ripetuto al Teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno il 30 aprile, ma l’emozione della “prima” ha spinto molti ascolani a raggiungere Fermo, per ammirare, in particolare, le immagini dell’artista ascolano Pericoli, che ormai è un personaggio di fama mondiale con le sue scenografie, dipinti e ritratti.

E’ sufficiente collegarsi al suo sito internet per scoprire la vastità degli interessi del nostro famoso concittadino e l’importanza della produzione nei tanti settori in cui eccelle. 

E’ interessante, a riguardo, accennare alle sue ultime due mostre, che ci fanno scoprire un artista sempre più completo e coinvolgente: la prima inaugurata il 16 marzo alla Galleria Martano di Torino e la seconda il 18 marzo allo Studio 53 Arte di Rovereto, dove Tullio Pericoli presenta le sue opere pittoriche più recenti.

Si tratta di un nuovo percorso dell’artista, che da giovane si è cimentato, con risultati di assoluto rilievo, con la ritrattistica.

Quando era ancora ad Ascoli le sue prime incursioni nel campo della ritrattistica avvennero, su sollecitazione di Carlo Paci, nel Consiglio Comunale della città dove fece i ritratti dei quaranta consiglieri con esiti di assoluto rilievo.

Questa sua attività proseguì, poi, a Milano, dove si trasferì, acquistando grande fama e notorietà con i suoi ritratti a china dei politici italiani, dalla faccia di Craxi alle orecchie aguzze di Andreotti, a Leone presentato come un topolino e a tanti altri. Sono seguiti, poi, i ritratti dei grandi uomini dai cui volti traspare la loro identità, i pensieri, la vita.

Sono nati così i ritratti di Kafka, Freud, Bellow, Calvino, Beckett, per citarne alcuni.

Ora Pericoli è tornato al suo primo amore, con la pittura di una serie di paesaggi, quelli che erano riprodotti con un gusto insuperabile in tanti acquerelli, che rappresentavano l’incanto della campagna Picena, in particolare quella di Colli del Tronto, e le visioni che si godono dal nido d’aquila di Rosara, con la Valle del Tronto, i Sibillini azzurri d’estate e candidi di neve d’inverno, il misterioso monte dell’Ascensione, le dolci colline.

Così, mentre gli altri pittori si abbandonano a visioni stravolte, informali e spigolose, spesso indecifrabili, Pericoli ritrova l’incanto delle sue visioni, con i colori tenui, le valli stilizzate, l’intuizione del campi coltivati, le vigne, il sentore di mare all’orizzonte.

Un paesaggio che commuove, che è quello del nostro incantevole Piceno che ormai conquista sempre di più gli amanti del bello e dell’armonia.

Un sicuro successo e un monito per conservare intatta tanta bellezza e tanta ricchezza.

27/04/2006





        
  



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