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"“Ascoli- città d’arte” è assordata ed oscurata da questa “falsità culturale” del fritto misto".

Ascoli Piceno | "L’insulto violento agli ascolani, alla cultura, all’arte".

di Don Baldassare Riccitelli


Restiamo sorpresi, oltre che amareggiati nell’osservare, - strabuzzando gli occhi per crederci- in quale stato miserevole ad angosciante hanno ridotto la piazza rinascimentale dell’Arrengo, con la Cattedrale deturpata fino a chiuderne gli accessi, ed il battistero, spavaldamente coperto da “baracche” da feste campagnole. 

Osservando la mastodontica, malevola, dissacrante maschera, che ha oscurato lo splendore del “gioiello” del Centro storico, opprimendolo nella notte fonda di una”schifezza assordante”, viene in mente l’espressione del sociologo Z.Bauman (Vita liquida): “ Siamo gettati in un’epoca, dove vige lo stato angoscioso di incertezza etica, che distrugge ogni verità e bellezza della vita”.

Non si riesce, per quanto si possa fare, a digerire questo maltrattamento. Che miserevole situazione!, distruggere la bellezza medievale del centro più ambito  da ascolani e turisti, per abbruttirlo in chiassosi e deliranti baracconi, avviati a celebrare la liturgia del “fritto misto all’Italiana”.

Che schifezza, che sfrontatezza del potere: non posiamo non reagire davanti a tale pretestuosa commercializzazione, dedita a negare ogni civiltà, dignità, storia, cultura e arte. Impegnare denaro pubblico per siffatta operazione “mangereccia”, diventa insulto alla povertà e alla carenza di tante utilità sociali.

A tale spreco di denaro pubblico: evviva allora il“deficit” pubblico dello Stato! Siamo alla deriva, fornendo un’opinione talmente falsa quanto malvagia, che distruggendo la cultura e l’arte della città di Ascoli, si favorisce il turismo, quando si proclama che Ascoli è città turistica, perché città d’arte.

Ora, “Ascoli- città d’arte” è assordata ed oscurata da questa “falsità culturale” del fritto misto.  Come ai tempi della Roma corrotta, si dà alla gente:” panem et circenses”, cioè  il “fritto misto” ed il divertimento, per ammorbidirla e non farla pensare.

Ed è  allora la  massima corruzione, che fa di ogni erba un fascio, e la  norma etica “si va’ a benedire”.

Cosa sarà poi domenica l’ambiente luminoso della Cattedrale,  quando dovrà sorbire i fumi e gli odori dei prosperosi fritti misti, che si involeranno all’interno del sacro tempio? Cosa potranno affermare questi “nostri” politici, allorché sono loro a distrarre la gente dalla serietà e dalla verità delle cose belle che devono essere difese e tutelate?

Il filosofo e scienziato Pascal davanti alla società così corrotta propone di non arrendersi. Noi, non abbiamo valore per farlo.

Ma ai “poteri” (Regione, Provincia, Comune) così bene assortiti, vorremmo affermare di allestire simili “favolose culture” in ambienti e territori adeguati. Soprattutto, per il rispetto della “Norma etica” della Verità e della Bellezza.

27/04/2006





        
  



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