"...prendiamo la linea dal Bruno Recchioni di Fermo; palla recuperata a centrocampo da capitan Di Fabio, passaggio all'indirizzo di La Vista, rifinitura per Nassi che è a tu per tu con l'estremo ospite, lo salta e deposita in rete! Fermana 1 - Catania  0!".

No, non stiamo dando i numeri, e non stiamo trasmettendo uno scampolo d'amarcord d'altri tempi. Ci Sarebbe piaciuto trovare dentro l'uovo una felice sorpresa per la Fermana di stagione, magari l'ennesima, seppur sofferta salvezza.

Invece quest'anno nemmeno un miracolo avrebbe salvato la sin troppo (parole super inflazionate) giovane ed inesperta Fermana, quasi che la stagione in corso stesse a rappresentare l'ennesimo anello di un trand progressivo e decadente che, dopo la serie B, ha visto la squadra del patron Battaglioni prima salvarsi agevolmente, poi rinvigorirsi per magari tentare la ricerca di un posto play-off, poi, in un continuo calante, salvarsi ancora agevolmente per poi arroccarsi, a mò di miracolo, per ben due volte ai play-out per non contare il ripescaggio post retrocessione diretta.

Già, la naturale evoluzione di una parabola calante: non ce la sentiamo di avallare la recente protesta del presidente Battaglioni. Per carità, possiamo anche discutere a buon ragione di alcune colpose direzioni di gara a danno della Fermana stagionale, ma è altrettanto vero che la prima colpa della situazione della squadra è legata solo al rendimento di un gruppo di ragazzi che in valore relativo hanno dato più di quanto in loro possesso, perdendo di misura contro supercorazzate di categoria superiore, ma che in valore assoluto sono valsi sia il peggior attacco che la peggiore difesa.

Ci piace quindi ricordare il piacevole passato, piuttosto che scrutare l'orizzonte oltre la nebulosa che cela il prossimo futuro societario, magari richiamando le imprese dei sopracitati, unite alle performance dei vari Savini, Di Venanzio, Bonfanti, Lemme, Perra, Maschio, Manca,  Di Salvatore,  e Di Deo.