Il giardino dei ciliegi al Teatro Ventidio Basso.
Ascoli Piceno | Teatridithalia ed il regista Ferdinando Bruni scelgono Cechov ma non le solite ideologie. Dal 9 al 12 marzo il Teatro Ventidio Basso
di Francesca Gironelli
In questo allestimento realizzato insieme al Comune di Osimo-Teatro La Nuova Fenice e l’Amat, nell’ambito dei progetti di co-produzione leggera, Teatridithalia/Teatro dell’Elfo ritorna a Cechov dopo averlo felicemente incontrato e presentato al pubblico attraverso Il Lago, uno spettacolo del 1986 inteso e proposto come un seminario-lettura dell’intera opera dello scrittore russo.
Si torna a Cechov, ma senza caricarlo di sovrastrutture interpretative ed ideologie, le stesse che solitamente si accostano a questo autore o meglio ai grandi nomi della letteratura russa in genere. Questa volta la proposta è semplice, perché con semplicità si vuole parlare nel linguaggio del teatro. Il decadentismo riferito al declino di una famiglia irresponsabile e piegata nella sua inerzia ed il simbolismo legato al giardino, che è rappresentazione di un'epoca e di una classe sociale destinata a soccombere, lasciano la scena. La conquista l’attualità.
Così lo spiega il regista Ferdinando Bruni, motivando la scelta di mettere in scena Cechov: “Lontane ormai tutte le possibili nostalgie per un mondo tramontato circa un secolo fa, (…) madeleines che non evocano più nulla, tramontato il tetro impero oltre la cortina di ferro, (…) siamo finalmente liberi di leggere questa pièce leggendaria senza le lenti deformanti della nostalgia o dell’ideologia. Il giardino dei ciliegi torna essere quello che è: un’enorme tenuta che va alla malora, un tempo principale fonte di reddito della svagata famiglia di aristocratici decaduti che la possiede. Un frutteto che una volta all’anno, nel mese di maggio, si copre di fiori bianchi e diventa “giardino”, metafora e simbolo insieme di purezza, rimpianti, speranze e sogni (…). Torniamo a Cechov anche per ritrovare una possibile semplicità nella comunicazione teatrale - questo cerchiamo noi - attraverso la chiarezza e l’umiltà del naturalismo”.
Con Ferdinando Bruni, che è anche curatore del testo per l’adattamento in italiano con la supervisione di Rosa Molteni Grieco ed ha firmato scene e costumi dell’allestimento, la formazione storica della compagnia a cui si aggiungono nomi noti e nuovi arrivi: Ida Marinelli, Corinna Agustoni, Cristina Crippa, Luca Toracca, Elio De Capitani, Paolo Pierobon, Alessandro Genovesi , Elena Russo Arman, Fabiano Fantini, Angelica Leo, Alessandro Federico e Vittorio Attene.
Le musiche originali sono di Filippo Del Corno.
Biglietti ed info: tel. 0736.244970 –258035
Si torna a Cechov, ma senza caricarlo di sovrastrutture interpretative ed ideologie, le stesse che solitamente si accostano a questo autore o meglio ai grandi nomi della letteratura russa in genere. Questa volta la proposta è semplice, perché con semplicità si vuole parlare nel linguaggio del teatro. Il decadentismo riferito al declino di una famiglia irresponsabile e piegata nella sua inerzia ed il simbolismo legato al giardino, che è rappresentazione di un'epoca e di una classe sociale destinata a soccombere, lasciano la scena. La conquista l’attualità.
Così lo spiega il regista Ferdinando Bruni, motivando la scelta di mettere in scena Cechov: “Lontane ormai tutte le possibili nostalgie per un mondo tramontato circa un secolo fa, (…) madeleines che non evocano più nulla, tramontato il tetro impero oltre la cortina di ferro, (…) siamo finalmente liberi di leggere questa pièce leggendaria senza le lenti deformanti della nostalgia o dell’ideologia. Il giardino dei ciliegi torna essere quello che è: un’enorme tenuta che va alla malora, un tempo principale fonte di reddito della svagata famiglia di aristocratici decaduti che la possiede. Un frutteto che una volta all’anno, nel mese di maggio, si copre di fiori bianchi e diventa “giardino”, metafora e simbolo insieme di purezza, rimpianti, speranze e sogni (…). Torniamo a Cechov anche per ritrovare una possibile semplicità nella comunicazione teatrale - questo cerchiamo noi - attraverso la chiarezza e l’umiltà del naturalismo”.
Con Ferdinando Bruni, che è anche curatore del testo per l’adattamento in italiano con la supervisione di Rosa Molteni Grieco ed ha firmato scene e costumi dell’allestimento, la formazione storica della compagnia a cui si aggiungono nomi noti e nuovi arrivi: Ida Marinelli, Corinna Agustoni, Cristina Crippa, Luca Toracca, Elio De Capitani, Paolo Pierobon, Alessandro Genovesi , Elena Russo Arman, Fabiano Fantini, Angelica Leo, Alessandro Federico e Vittorio Attene.
Le musiche originali sono di Filippo Del Corno.
Biglietti ed info: tel. 0736.244970 –258035
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08/03/2006
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