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Fronte comune contro l’alga rossa del lago di Gerosa

Ascoli Piceno | Provincia – Asl – Istituto di sanità decisi ad andare a fondo sulla reale pericolosità del fenomeno.

Il fenomeno si ripete ormai da qualche anno ingenerando preoccupazione nella gente e ordinanze di divieto di balneazione e di pesca: quello che va dagli inizi della primavera fino alla fine di aprile è il periodo ideale per la fioritura dell’alga rossa nel lago di Gerosa, ma quest’anno il fronte di coloro che si occupano dello studio dell’alga e soprattutto dei suoi effetti sulla salute umana e l’ambiente appare quantomai compatto e deciso ad andare a fondo sulla reale pericolosità del fenomeno.
 
Nei giorni scorsi, infatti, Provincia di Ascoli Piceno, Asur zona territoriale 13, Agenzia Regionale per l’Ambiente e Consorzio di bonifica dell’Aso, soggetto gestore del lago, si sono seduti attorno ad un tavolo con i responsabili dell’Istituto superiore di Sanità per dare un seguito concreto all’impegno assunto lo scorso anno, quello di coinvolgere il massimo organo pubblico di ricerca in materia sanitaria del Paese che già segue analoghi casi in altre realtà (il più vicino è quello del lago di Fiastra, ma si registrano situazioni analoghe in laghi alpini).

Il quesito a cui l’Istituto superiore di Sanità è chiamato a dare risposta è fondamentalmente uno: il cianobatterio che conosciamo come alga rossa produce tossine? E se sì, in che misura può essere pericoloso se ingerito bevendo direttamente acqua del lago, mangiando il pesce che vive in quelle acque o ancora i prodotti agricoli con esse irrigati?
 
Sarà dunque stipulata una convenzione tra i soggetti interessati al problema e finanziate le relative ricerche: la Provincia ha già messo sul piatto 30.000 euro. Ma non è tutto: dalla riunione è emersa la necessità, sottolineata dall’Amministrazione provinciale e accolta dagli altri soggetti, che gli studi prodotti sul lago non vengano trasferiti altrove ma restino come patrimonio del territorio su cui essi sono stati compiuti.

Ecco dunque maturare l’ipotesi, da definire con il Servizio formazione professionale della Provincia, di istituire appositi corsi di aggiornamento per dare nuove competenze ai tecnici che vivono e operano in quest’area se non addirittura l’istituzione di specifici percorsi formativi per giovani neolaureati.

16/03/2006





        
  



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