"Alla fine del dolore" di Gianfranco Contini
San Benedetto del Tronto | Il libro propone con un linguaggio asciutto e attuale, scorrevole e stimolante una storia damore vissuta dalla parte di un uomo alle prese con una donna di oggi.

Copertina Alla fine del dolore
Il romanzo suggestivo e coinvolgente racconta una delle dimensioni più travagliate nella società contemporanea: il rapporto d’amore tra un uomo alla ricerca di una stabilità affettiva e una donna, attiva e indipendente, alla ricerca dell’affermazione personale.
Il lettore viene stimolato da continui imprevisti e cambi di scena che creano una sorta di suspense fino all’inaspettato epilogo finale. La storia si snoda tra spiagge dell’adriatico e località siciliane, tra piccoli paesi e ambienti metropolitani ed è ricca di spunti culturali e culinari che arricchiscono la lettura.
Il tema centrale ruota intorno al precario equilibrio tra desiderio di unione e scelta di indipendenza. Tra amare nell’appartenenza e nella reciprocità del sentire e autonomia e libertà. Tra altruismo ed egocentrismo. L’eros occupa un posto rilevante nel testo e fornisce un ulteriore contributo per la conoscenza dei protagonisti del romanzo.
Le dimensioni psicologiche dei protagonisti sono tracciate con abilità e precisione e permettono al lettore di entrare nella scena narrata anche per la ricchezza dei dettagli e degli ambienti descritti.
“Alla fine del dolore” è un’opera prima che mette in luce abilità espressiva e stilistica, ricchezza di contenuto e creatività, leggerezza narrativa e profondità concettuale. Ma l’atto sessuale è soprattutto visto nella prospettiva del desiderio e dell’eccitamento e non nella banalizzazione meccanica e ripetitiva dell’azione pornografica. L’eros diventa motivo di scoperta di due mondi diversi, quello maschile e quello femminile per una volta ribaltati. Chi cerca amore nell’incontro fisico è dunque l’uomo, mentre la donna, appagata dalla posizione sociale e dall’indipendenza raggiunta, vive la sessualità come occasione di godimento e di controllo sull’altro.
Questi sono alcuni temi che segnano l’esordio narrativo di Gianfranco Contini, psichiatra, che vive e lavora in Abruzzo e che con “Alla fine del dolore” (pag. 154, euro 12, edito e distribuito da Tracce) sviluppa un diario di situazioni amorose, il cui protagonista e’ un uomo inquieto, posseduto da passioni che coltiva con disciplina e che si perde nell’immaginaria fascinazione di una donna che ha fatto dell’egocentrismo un modello di vita.
Questa donna interpreta la contemporaneità occidentale come sfida autoreferenziata alla norma e alla consuetudine e interpreta in modo straordinario uno spaccato dell’universo femminile della nostra società. E’ lei che ha “bisogno di illudere e ingannare, sedurre e tradire, fingere di amare per umiliare” cercando divagazioni in giochi erotici, o con compagni diversi, “ per celare la sua impotenza ad amare”.
I protagonisti del romanzo, come spesso accade oggi, sono silenziosi. Parlano, ma non dialogano, e non per assenza di competenze espressive, sono persone di successo, vivono nel benessere, sono raffinate e hanno disponibilità di tempo, ma perché sono chiusi in un malessere di cui l’eros e’ vano esorcismo.
“Alla fine del dolore” sviluppa temi complessi, anche se attraverso un linguaggio comprensibile e accattivante, la sensualità si riverbera ovunque e accompagna il lettore anche nelle minuziose descrizioni degli ambienti, degli oggetti, dei profumi, dei corpi, dei cibi e delle bevande. E’ nell’esasperazione degli oggetti e delle cose che l’uomo inquieto cerca consolazione attraverso l’illusione dell’appagamento di un desiderio impossibile che alla fine sembra non lasciare speranza.
Il lettore viene stimolato da continui imprevisti e cambi di scena che creano una sorta di suspense fino all’inaspettato epilogo finale. La storia si snoda tra spiagge dell’adriatico e località siciliane, tra piccoli paesi e ambienti metropolitani ed è ricca di spunti culturali e culinari che arricchiscono la lettura.
Il tema centrale ruota intorno al precario equilibrio tra desiderio di unione e scelta di indipendenza. Tra amare nell’appartenenza e nella reciprocità del sentire e autonomia e libertà. Tra altruismo ed egocentrismo. L’eros occupa un posto rilevante nel testo e fornisce un ulteriore contributo per la conoscenza dei protagonisti del romanzo.
Le dimensioni psicologiche dei protagonisti sono tracciate con abilità e precisione e permettono al lettore di entrare nella scena narrata anche per la ricchezza dei dettagli e degli ambienti descritti.
“Alla fine del dolore” è un’opera prima che mette in luce abilità espressiva e stilistica, ricchezza di contenuto e creatività, leggerezza narrativa e profondità concettuale. Ma l’atto sessuale è soprattutto visto nella prospettiva del desiderio e dell’eccitamento e non nella banalizzazione meccanica e ripetitiva dell’azione pornografica. L’eros diventa motivo di scoperta di due mondi diversi, quello maschile e quello femminile per una volta ribaltati. Chi cerca amore nell’incontro fisico è dunque l’uomo, mentre la donna, appagata dalla posizione sociale e dall’indipendenza raggiunta, vive la sessualità come occasione di godimento e di controllo sull’altro.
Questi sono alcuni temi che segnano l’esordio narrativo di Gianfranco Contini, psichiatra, che vive e lavora in Abruzzo e che con “Alla fine del dolore” (pag. 154, euro 12, edito e distribuito da Tracce) sviluppa un diario di situazioni amorose, il cui protagonista e’ un uomo inquieto, posseduto da passioni che coltiva con disciplina e che si perde nell’immaginaria fascinazione di una donna che ha fatto dell’egocentrismo un modello di vita.
Questa donna interpreta la contemporaneità occidentale come sfida autoreferenziata alla norma e alla consuetudine e interpreta in modo straordinario uno spaccato dell’universo femminile della nostra società. E’ lei che ha “bisogno di illudere e ingannare, sedurre e tradire, fingere di amare per umiliare” cercando divagazioni in giochi erotici, o con compagni diversi, “ per celare la sua impotenza ad amare”.
I protagonisti del romanzo, come spesso accade oggi, sono silenziosi. Parlano, ma non dialogano, e non per assenza di competenze espressive, sono persone di successo, vivono nel benessere, sono raffinate e hanno disponibilità di tempo, ma perché sono chiusi in un malessere di cui l’eros e’ vano esorcismo.
“Alla fine del dolore” sviluppa temi complessi, anche se attraverso un linguaggio comprensibile e accattivante, la sensualità si riverbera ovunque e accompagna il lettore anche nelle minuziose descrizioni degli ambienti, degli oggetti, dei profumi, dei corpi, dei cibi e delle bevande. E’ nell’esasperazione degli oggetti e delle cose che l’uomo inquieto cerca consolazione attraverso l’illusione dell’appagamento di un desiderio impossibile che alla fine sembra non lasciare speranza.
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08/02/2006
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