La legge Fini contro le droghe, definita stralcio Giovanardi, rappresenta  l'ennesima forzatura del diritto, da parte della destra tradizionalista (nel senso peggiore) e reazionaria (nel senso autentico). Il cerchio è chiuso; proibizionismo, il ripudio della dignità del corpo femminile, il rifiuto di riconoscere i diritti degli omosessuali e dei migranti significano, in termini crudi e reali, un salto indietro nel tempo di almeno trent'anni, oltre alle grandi conquiste democratiche dei lavoratori e delle lavoratrici, che giorno dopo giorno vengono smantellate da un governo incurante di mandare al macero le istituzioni repubblicane solo per mantenersi saldo al potere.

Una destra che, nonostante il nazionalismo di bandiera, si accoda al fascismo razzista e secessionista della Lega Nord e allo scempio della Costituzione, legittimando la frantumazione del territorio nazionale in blocchi a compartimento stagno: il nord ricco e operoso, il sud povero e
sottosviluppato.

Una destra complice di un imprenditore che ha scambiato il governo del paese con quello di una sua qualsiasi azienda, utilizzando con ciò il proprio ruolo istituzionale per fabbricarsi, con il consenso dei suoi alleati, leggi e disposizioni ad personam per sé e per i suoi amici. La legge Fini è la ciliegina sulla torta della legislazione berlusconiana, il capolavoro medioevale della destra italiana contemporanea.

*Rif. Comunista - AP