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Sos emergenza Saharawi

Grottammare | Si raccolgono i materiali di prima necessità

Anche a Grottammare, come in altre città italiane, si è aperta la campagna di raccolta di materiali di prima necessità per l’emergenza alluvione che ha colpito il Saharawi nei giorni scorsi. In particolare, si raccolgono disinfettanti, generi alimentari a lunga scadenza (per esempio carne/pesce in scatola e pasta), articoli per l’igiene personale. La consegna può avvenire direttamente in Comune, ma l’ufficio Servizi sociali (0735.739235) garantisce anche il ritiro in luogo da segnalare. Il termine ultimo della raccolta è mercoledì 1 marzo. Ci si può rivolgere anche alla Consulta per la fratellanza tra i popoli (349.8087267).

L’appello è arrivato direttamente dalla Croce Rossa Saharawi, che ha chiesto alla comunità internazionale di intervenire immediatamente affinché alla catastrofe ambientale non si allinei anche una catastrofe umanitaria. Quello che è accaduto, infatti, è un disastro che spazza via il già precario equilibrio delle popolazioni che vivono profughe nel deserto sahariano: l’alluvione arriva dopo 10 anni di assoluta assenza di piogge, l’acqua torrenziale ha causato perdite materiali notevolissime che riguardano circa 12.000 famiglie e il 50% delle strutture, tra le quali ospedali, dispensari e scuole.

Da parte sua, il comune di Grottammare ha inoltrato la richiesta del Crs alle parrocchie e agli istituti scolastici cittadini, ai comitati di quartiere e alle associazioni culturali. E’ necessario, infatti, essere in tanti per contribuire a questa nuova ed ennesima emergenza che ha colpito il popolo delle tendopoli sahariane con il quale Grottammare da anni intrattiene rapporti di amicizia, accoglienza e solidarietà.

Come noto, da sei anni il Comune ospita nel periodo estivo un gruppo di bambini provenienti dalle tendopoli del Saharawi, dove vive da 30 anni un popolo di 250.000 persone fuggite dal Sahara occidentale, terra d’origine, per via dell’invasione di quella zona da parte della Mauritania e del Marocco. Bambini che vivono con le loro famiglie in condizioni di assoluta povertà in tende affiancate da piccoli manufatti realizzati in mattoni di fango. Ora tutto è stato spazzato via dall’acqua.

23/02/2006





        
  



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