Ascoli-San Benedetto: spunta una nuova proposta
Ascoli Piceno | Avelio Marini: La lancio io una provocazione, perché non fare la provincia del Grande Piceno?
di Anna Laura Biagini
Continua la mini-inchiesta su Ascoli-San Benedetto provincia unica o città indipendenti. Prosegue perché quella di Giovanni Gaspari, candidato sindaco dell’Unione, alle prossime amministrative di San Benedetto del Tronto, non sembra una provocazione, ma un punto serio e centrale del suo programma elettorale. Un modello da imitare, che in altre realtà quali Pesaro-Urbino e Forlì-Cesena, ha avuto successo. Un modello che ha unito le risorse di costa e interno, amplificando la forza promotrice del territorio, dando visibilità a molti comuni, che altrimenti sarebbero rimasti esclusi dai classici circuiti turistici. Ma condividendo anche le potenzialità economiche delle province considerate, strutturate in reti eterogenee ma efficienti.
Da una prima indagine svolta, chiedendo un parere all’Assessore comunale al turismo, Cesare Celani e all’Assessore provinciale alla cultura, Olimpia Gobbi, è risultato che prima di cambiare il nome, la provincia di Ascoli, che fa notare Gobbi “esiste già”, avrebbe bisogno di progetti concreti da realizzare con comune intento con San Benedetto. “Di farsi sistema”, specifica lo stesso assessore provinciale, che evidenzia una necessità ben più urgente per il Piceno, quella di superare il problema culturale, che veda finalmente costa e interno uniti, ma ognuno ricco delle proprie specificità. Una complementarità auspicabile quindi su più livelli, con cui concorda anche Cesare Celani, che invita ad abbandonare gli egoismi campanilistici in favore della collaborazione. Entrambi gli intervistati comunque, concordano sul fatto che sia meglio una eventuale unione, che la divisione, come è già avvenuto con Fermo, di cui Celani intravede già conseguenze negative.
La novità emerge intervistando l’Assessore provinciale al Turismo Avelio Marini, che trova interessante la proposta di Gaspari, “a patto” specifica, “che coinvolga tutto il territorio, le zone limitrofe, i piccoli comuni”. E continua, “trovo che ripensare il rapporto costa-montagna sia una buona intenzione, auspicabile, di cui c’è bisogno”. Ma poi si distacca dal progetto di partenza della provincia unica e lancia una nuova proposta. “Voglio farla io una provocazione, niente più provincia di Ascoli, ma quella del Grande Piceno, un progetto a cui penso già da un po’. 3-4 province unite da Jesi a Teramo, insieme con lo scopo di aiutarsi veramente. Questo sì credo sia un progetto vincente e utile”.
Un’idea forse impossibile quella del Grande Piceno, ma di certo una proposta concreta e originale su cui lavorare. Marini supera la polemica, con il suo progetto lancia una nuova sfida al territorio, ma conferma la tendenza dei suoi colleghi intervistati e cioè che la separazione non dà frutti. Magari è vero ed è ora, che istituzioni e privati collaborino concretamente per rilanciare il Piceno. L’unione fa la forza.
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30/01/2006
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