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Giuseppe Cameli "L'ospedale unico si può fare"

San Benedetto del Tronto | Per l'esponente dei DS esistono le prerogative necessarie per realizzare l'opera.

di Giuseppe Cameli *


Rilanciare l’idea dell’ospedale unico per due città, San Benedetto-Ascoli, non è più un’utopia, uno slogan, ma è divenuto una necessità che scaturisce da alcune considerazioni su cui sarebbe bene riflettere.

Il nuovo assetto del territorio provinciale successivamente all’istituzione della nuova provincia di Fermo, costituiscono una riduzione del bacino d’utenza notevole e questo è un fatto sicuramente negativo per gli eccessi costi di mantenimento di due strutture ospedaliere similari.

L’aumento considerevole di alcune patologie quali: l’infarto del miocardio che purtroppo colpisce sempre più in età relativamente giovane, tutta la patologia riguardante l’apparato vascolare compreso l’emorragia cerebrale, l’alto numero degli infortuni stradali e sul lavoro, ecc., dovrebbero spingere a ridisegnare con urgenza un nuovo assetto ed un innalzamento qualitativo dei servizi sanitari di riferimento.

Una struttura unica con un numero di utenti più ampio, consentirebbe investimenti di ordine tecnologico e scientifico tali da essere utilizzati in maniera ottimale e pertanto facilmente ammortizzabili. In questa ottica, si renderebbero possibili l’attuazione di alte specialità, (cardiochirurgia, neurochirurgia, trauma center ecc.) attualmente presenti solo ad Ancona o fuori regione perché la struttura sarebbe in grado di offrire tutti i sevizi di supporto alle stesse.
Inoltre, un’offerta qualitativamente elevata avrebbe, come diretta conseguenza l’allargamento notevole del bacino d’utenza con un aumento della mobilità attiva, in quanto la nostra realtà territoriale è al confine con la Regione Abruzzo.

L’obbiettivo dovrà essere quello di creare una struttura funzionale e che abbia le caratteristiche tecniche per essere adattata alle esigenze dei prossimi decenni non una cattedrale nel deserto, ma un’opera realisticamente fattibile, un progetto molto ambizioso ma necessario per il bene di tutti i cittadini delle due realtà territoriali.

Occorre però l’impegno di tutte le istituzioni: Regione, Provincia, Comuni e quello culturale dei cittadini per eliminare qualsiasi forma di egoismo campanilistico. Pertanto risulta non meno importante il ruolo e l’impegno dei Direttori di zona 12 e 13 nel fornire indirizzi tecnici ai rappresentanti delle istituzioni.

* Il Segretario di Sezione

30/01/2006





        
  



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