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Calcio a 5. Il 2005 volge verso la fine, è tempo di bilanci

Porto San Giorgio | Quattro chiacchiere con Claudio Trasatti, presidente della F&G Sangiorgese

Con il 2005 che volge verso la fine abbiamo incontrato Claudio Trasatti, presidente della F&G Sangiorgese con il quale abbiamo parlato di Calcio a 5.

Presidente, per prima cosa le chiediamo un bilancio circa il cammino della sua squadra...
E’ finito il girone d’andata con una Sangiorgese in recupero, dopo un avvio stentato, dovuto alle numerose assenze, vedi vari infortuni e squalifiche e l’impossibilità di impiegare altri giocatori. E così abbiamo dovuto affrontare le prime 5 partite (tra le quali quelle con Acqua & Sapone e Spoleto) in emergenza. Tant’è vero che a Spoleto eravamo solo in 7 e a sei minuti dalla fine eravamo in vantaggio di 2-1, salvo poi perdere 5-2 poiché abbiamo terminato la gara in 4.
Poi col passare del tempo abbiamo recuperato tutti gli effettivi a nostra disposizione, non ultimo Machado il cui tesseramento è arrivato proprio per l’ultima gara col Palextra Fano, nella quale la Sangiorgese è stata molto motivata e il risultato di 4-0 l’ha testimoniato, considerando anche i 6 legni colpiti e tanti altre occasioni sprecate. Nel prossimo impegno, alla prima di ritorno contro la Chevrolet Montesicuro al Palasavelli, la Sangiorgese andrà a schierare un altro nuovo acquisto, e qui parliamo di un giocatore sceso dalla massima serie, ovvero Giampiero Mindoli (di Ascoli), ex Bandoni Ancona. E’ un laterale molto forte, con spiccate doti offensive, che aiuterà la squadra a fare bene, anche perché c’è da acciuffare al più presto la seconda posizione, poi vedremo se Spoleto farà qualche passo falso. Se così sarà, noi dovremo approfittarne, altrimenti se meriterà di vincere il campionato, noi cercheremo di arrivare in A2 tramite i play off.

Si parla molto dell'utilizzo  di numerosi atleti stranieri, di onerosi investimenti per gli "oriundi" e si polemizza sul mancato utilizzo di giocatori locali. Cosa ci dice in proposito?
Ho letto diverse polemiche anche sui vari siti internet di calcio a 5 in merito. Innanzitutto credo che ognuno debba fare i conti in tasca propria, perciò è giusto che ognuno faccia la squadra come meglio pensa, come crede più opportuno. Una cosa è sicura: è molto difficile reperire a livello locale dei giocatori che siano all’altezza per fare una serie B (gli unici talenti del fermano sono il portiere Belà e Nucci, entrambi della Sangiorgese); poiché da 4 anni a questa parte, ovvero da quando la Sangiorgese partecipa a questo campionato, il livello si è alzato in maniera vertiginosa. Tant’è vero che una volta per fare un campionato di B, e per farlo bene, una società spendeva 40-50 mila euro; oggi se vuole raggiungere una promozione, o per lo meno tentarla (poiché non basta spendere per centrare l’obiettivo), deve fare i conti con un livello che s’è alzato in maniera spaventosa.

Eppure qualcuno, forse deluso dai propri risultati, non si esime dal lanciare il sasso della poelmica...
Le polemiche sono fuori luogo perché, e ripeto, ognuno a casa sua gestisce i soldi come meglio crede. Ci sono società (vedi San Severino che è quella che ha aperto più di tutti la questione) che gioca con atleti locali, ma ha 4 punti in classifica e lo scorso anno è stata per giunta ripescata. Non ha nessuna ambizione, neppure di salvarsi e quindi è giusto che ognuno faccia quel che meglio crede e rispetti la politica altrui.

Ritiene che manchi ancora qualche cosa a questo sport emergente, che resta ancora schiacciato dal calcio "canonico"?
Sicuramente a livello nazionale il calcio a 5 sta crescendo; e per questo se qualcuno vuole attingere e prendere giocatori italiani, deve andare a bussare ad altre società. Parliamo di Treviso, Roma, Milano; e molte volte i giocatori italiani costano molto di più degli stranieri. Questo lo dico per esperienza.

E' un po' il parente povero del calcio, dello sport di Ibrahimovic, Shevchenko, Adriano...
Il calcio a 5 è uno sport che sta crescendo. E’ uno sport che da 5 anni circa ha realizzato un tasso di crescita del 35-38% di crescita annua (riferendosi ovviamente a praticanti, interesse generale, sponsor, pubblico, investimenti…), perciò credo che stia facendo notevolmente strada. Una volta questo non era altro che il risultato del calcio a 11, nel senso che molti giocatori che terminavano la carriera di calcio, si lanciavano nel calcio a 5. Oggi non è più cosi e non sarebbe nemmeno possibile. Questo è uno sport totalmente diverso, che richiede ben altra preparazione, ma soprattutto ha bisogno di maggior freschezza atletica. Per questo è uno sport emergente e molte società vi stanno investendo.

Quali idee per un rilancio definitivo?
Io penso che (e questa è una polemica aperta da me e altre società verso la federazione, che sta cambiando, tra l’altro) se il calcio a 5 facesse una federazione a parte come avvenuto in Spagna, cioè se si diventasse professionisti anche in serie A2, questo sport avrebbe vita completamente diversa e me lo auguro. Anche perché in Spagna ogni palazzetto conta circa 4-5 mila spettatori a gara. Le possibilità di crescita sono molto elevate, indubbiamente.

In realtà si registrano dei numeri inpensabili in Italia, soprattutto nel Fermano...
Gli spettatori nel calcioa 5 in Italia non ne sono tanti. A livello locale qui siamo arrivati a un massimo di 800 due anni fa in una finale di coppa regionale. Ogni settimana ci sono 200-300 persone circa. Forse è anche colpa nostra che non pubblicizziamo idoneamente la nostra realtà per coinvolgere tanta altra gente. Però sicuramente stiamo cercando di far innamorare più gente possibile di questo sport. E i risultati spero che si possano presto vedere; poi certo il calcio è lo sport che va per la maggiore, anche se la tendenza è buona.

Un azzardo: una scuola di calcio a 5 potrebbe essere in qualche modo una soluzione?
A dire il vero, il progetto di una scuola calcio a 5 doveva partire già quest’anno, poi tutta una serie di motivi ha rimandato momentaneamente l’idea. Io penso però che il prossimo anno, A2 o serie B che sia (e qui tocco ferro), la Sangiorgese andrà ad allestire sicuramente una scuola in tale direzione, anche perché una scuola di calcio a 5 vuol dire avere un serbatoio fondamentale per una società che punta a fare bene. Perché purtroppo non è sempre possibile ogni anno andare a spendere centinaia di migliaia di euro per poter ambire a fare un campionato di alta classifica. Anche perché è vero che quest’anno puntiamo alla promozione in A2 e quindi al salto di categoria, ma non vorremmo un domani fermarci all’A2; la nostra ambizione è quella di poter arrivare alla massima serie, quindi in A1. E proprio per questo abbiamo preso giocatori dal mio punto di vista molto validi; validi per fare anche la serie A2 a certi livelli visto che l’hanno già fatta tutti quanti. Ed è proprio per questo, da un anno a questa parte abbiamo blindato i giocatori della squadra con contratti triennali perché purtroppo anche in questo sport ci sono i volponi pronti a “rubarti” i giocatori. Perciò sicuramente la scuola calcio a 5 sarà una risorsa fondamentale per tutte le società. E volevo aggiungere ancora che è vero che la Sangiorgese a livello locale è la società che fa da traino a questo sport, però è anche vero che ci sono molte altre piccole società che militano in C1 (vedi Civitanova) e in C2 (vedi Grande Toro, capolista, alla quale auguro di fare ancora meglio e quindi di risalire subito), che fanno da tramite per poter far crescere questo sport.

27/12/2005





        
  



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