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Il Prg di Folignano: uno strumento per rimpinguare la casse comunali

Folignano | Sciamanna: “Permangono tutte le gravi carenze che rendono questo strumento una cosa diversa da quello che si può definire Piano Regolatore Generale”.

di Luigi Sciamanna


Lunedì scorso la maggioranza di centro destra, è tornata alla carica e ha  presentato per la quarta volta al Consiglio Comunale la proposta di adozione del P. R. G., dopo che ha subito tre bocciature, la prima dalla Provincia e le due successive dal medesimo Consiglio Comunale.

Permangono tutte le gravi carenze che rendono questo strumento una cosa diversa da quello che si può definire Piano Regolatore Generale. Il Sindaco con una omelia intrisa di vittimismo ha comunicato che ha tolto le aree di espansione sue di consiglieri e di loro parenti.

Così purtroppo non è. Infatti L'area di proprietà del Sindaco da zona a verde pubblico viene trasformata in zona agricola. I gruppi di opposizione hanno messo in campo la macchina della verità delle provocazioni. Il Sindaco alla fine ha ceduto e ha affermato, che preferirebbe che non si costruisse un parco giochi a ridosso della sua abitazione. Questo però rischia di nuovo di rendere l'atto illegittimo, perché egli ha partecipato e votato a favore. Questa volta se il Piano subirà una nuova bocciatura, la responsabilità sarà solamente ed unicamente del Sindaco.

Nel merito dalla lettura degli elaborati emerge chiaramente che si vuole approvare uno strumento che ha come fine soltanto quello di rimpinguare le casse comunali, ormai vuote, con il gettito derivante dalla imposte che graveranno sulle aree che diventeranno edificabili. Aree che sulla carta lo saranno, ma che continueranno a servire per la coltivazione, perché questo Piano non possiede nulla che possa far sperare in uno sviluppo futuro del territorio.

La caparbietà di questa maggioranza nella condizione politica data, diventa arroganza e prevaricazione, perché, pur non rappresentando la maggioranza dei cittadini si ostina a determinare mutamenti strutturali del nostro comune per consolidare la loro posizione di potere e a danno dei cittadini.

Oramai le differenze tra centro destra e centro sinistra si sono ben delineate nella nostra Italia, però su una cosa convengono tutti i soggetti politici democratici, ossia, quando la maggioranza scelta dai cittadini a governare si rompe, si deve tornare agli elettori. A Folignano invece no.

Restano attaccati alle loro poltrone e ai relativi stipendi, continuando a fare danni, a volte anche irreversibili, sapendo bene che in Consiglio Comunale i membri che votano contro le loro proposte rappresentano il 55% degli elettori, e solo per gli esiti di un sistema elettorale hanno un solo
consigliere in più. Un Sindaco che nomina Vice Sindaco la moglie di un Consigliere, anche questo caso credo unico in Italia, che non si sogna nemmeno di criticare e votare contro una proposta della Giunta quando la moglie ha già detto si. Neanche l'assessore all'urbanistica, che ha subito
due delle tre bocciature del piano, ha avuto il buon senso di trarne le naturali conclusioni.

In questa situazione essi hanno modificato lo Statuto Comunale, unico nel suo genere in Italia, a proprio uso e consumo, hanno cercato di rendere edificabili le aree del Sindaco di assessori e consiglieri comunali e stanno tentando di svendere il patrimonio comunale, con metodi già bocciati
dall'Autorità dei Lavori Pubblici del Ministero.

In tanti anni che mi occupo della gestione della cosa pubblica non mi è mai capitato di vivere o conoscere una situazione talmente paradossale. Questo Sindaco e questa pseudo-maggioranza non sono politicamente legittimati a determinare il futuro di Folignano, perché non rappresentano più la maggioranza dei cittadini di Folignano e degli elettori, e se avessero un minimo di coerenza politica dovrebbero dimettersi, senza se e senza ma. 

15/12/2005





        
  



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