"La sobria spiritualità della sintesi"
Ascoli Piceno | Inaugurata ieri 19 novembre la mostra del maestro Eraldo Zecchini, fino al 4 dicembre al palazzo Malaspina e nellarea archeologica del Palazzo dei Capitani.
di Stefania Mistichelli
Inaugurata ieri la mostra dedicata al maestro Eraldo Zecchini La sobria spiritualità della sintesi, presentata dalla Galleria di arte contemporanea La Sfinge. Il suo coraggioso e avveniristico allestimento, che si snoda da Palazzo Malaspina in corso Mazzini al Palazzo dei Capitani di piazza del Popolo, è stato curato dal critico d’arte Andrea Romolo Barberini. Presente alla mostra anche l’artista, circondato da un consistente e affettuoso pubblico, che nonostante la giornata fredda e piovosa ha volentieri visitato la mostra lungo tutto il percorso espositivo, comprendente anche alcune vetrine dell’Ersu di Camerino, della Boutique Big Ben, del negozio di arredamenti Insieme e di quello di abbigliamento Di Sabatino.
Al critico Barberini abbiamo chiesto di parlarci della mostra.
La mostra è nata da un’idea che risale al giugno scorso di riordinare il percorso di questo artista che non ha mai avuto l’intraprendenza di proporsi al grande mercato con l’efficacia di tanti, ma questo non perché il suo messaggio artistico non fosse all’altezza ma perché è un uomo molto schivo, dal carattere chiuso, anche se poi nella sua apparente introversione c’è una grande solarità.
È un uomo che da tanti anni svolge un lavoro rigorosissimo e con questa mostra data la qualità della sua ricerca abbiamo voluto esporne i contenuti e i valori, anche perché se dgi addetti ai lavori conoscono già questo artista, egli è ancora poco conosciuto dal grande pubblico.
Da cosa si ispira Eraldo Zecchini nella sua arte?
Il suo è un percorso che ha una sua organicità e che trae sempre spunto dall’esperienza del reale. La realtà è il primo elemento che lo stimola perché anche nelle sue esperienze più distanti dalla figurazione, egli mutua sempre le forme dal vissuto. Nell’ambito dei lavori esposti in questo spazio, essi sono ordinati nei cicli nei quali si sviluppa il suo lavoro, con il recupero nell’arco del tempo dei percorsi che l’artista aveva provvisoriamente abbandonato per poi riprenderli.
Il lavoro che si presenta in questa mostra, importante anche perché è allestita in due sedi distinte, palazzo Malaspina, palazzo storico del 500, e palazzo dei Capitani in piazza del Popolo, ha questa valenza: è un percorso che va a ripercorrere i diversi momenti di questo artista e che cerca di colmare anche la discontinuità spaziale tra i due siti espositivi, attraverso le vetrine di alcuni negozi in corso Mazzini, che sono stati coinvolti per dare una maggiore organicità al ciclo espositivo.
Quindi un’esposizione sui generis?
È sicuramente un’esposizione che per quanto riguarda le mostre che si vedono in Italia non è così banale e ovvia, ma in altre parti d’Europa questo già si vede. Con questa esposizione Ascoli rischia; c’è infatti un coraggio nell’allestimento che altrove non si riscontra.
Questa l’arte del maestro Eraldo Zecchini, secondo il critico e amico Andrea Romolo Barberini. Al pittore diamo l’ultima parola, e la possibilità di raccontarci il suo percorso artistico.
"Io penso che l’arte faccia parte proprio del mio dna. Fin da bambino ho avuto la voglia di scarabocchiare e di fare disegni, poi da cosa è nata cosa, il discorso si è fatto serio e mi ha impegnato molto. Io nella vita non ho fatto solo il pittore, ma avevo sulle spalle un’azienda di impianti industriali, li progettavamo e realizzavamo. Questa è stata la parentesi che mi ha dato il sostentamento.
Tornando all’arte, essa fa parte integrante della mia vita, non ne posso fare a meno. Come dice Romolo sono un solitario, e quando mi colpiscono delle sensazioni forti io reagisco. In occasione della morte dei grandi maestri come Morandi, Ortega, io mi fermavo e mi dedicavo solo a disegni su questi autori. Quando è morto Ortega ho fatto un bellissimo disegno pieno di colori, perché quello era l’uomo dei colori. Cosa dire di più? Qui sono arrivato, speriamo che il Signore mi conservi in salute e che mi conceda la freschezza mentale".
La mostra rimarrà allestita fino al 4 dicembre tutti i giorni dalla 16.30 alle 19.30, escluso il lunedì.
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20/11/2005
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