A 90 anni dalla Grande Guerra, la rievocazione dellAssociazione Il Castello
| TERAMO - Con un convegno scientifico del prof. Piero Nicola Di Girolamo e la grande mostra di Cartoline e messaggi damore tra il soldato teramano Ettore e la fidanzata Laura.
di Nicola Facciolini
In preparazione delle celebrazioni del 4 Novembre, Giorno dell’Unità Nazionale, che segnò nel 1918 la vittoria dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale, l’Associazione culturale “Il Castello” regala ai Teramani la più suggestiva e commovente delle rievocazioni. Per l’occasione i nostri amici hanno organizzato per giovedì 3 novembre 2005, con il patrocinio della Città di Teramo, alle ore 17 presso la Sala consigliare del Comune, una conferenza del professor Piero Nicola Di Girolamo, docente di Storia contemporanea all’Università di Teramo. Sul tema: “A novanta anni dalla Grande Guerra (1915-2005)”, una prolusione sulle “motivazioni” storiche e politiche della Prima Guerra Mondiale.
Poi, alle 18, sarà inaugurata nella Sala Espositiva di Via N. Palma, l’interessante mostra di “Cartoline dal fronte e messaggi d’amore tra il soldato Ettore e Laura”, sempre a cura dell’Associazione Il Castello, guidata ottimamente dal presidente Franco Angelucci. Si tratta di un evento culturale unico del suo genere nel panorama degli eventi aprutini: non è la solita mostra da fiera dell’antiquariato. Le 400 cartoline scelte per l’evento, appartengono infatti alla stessa famiglia teramana: furono inviate 90 anni fa dal soldato Ettore alla sua fidanzata Laura che allora si trovava a Teramo.
Il depliant, tratto da una cartolina, illustra il soldato italiano nell’atto di baciare la sua amata. Più in basso, compare la scritta “Ricompensa” che per il soldato italiano al fronte significava la speranza del ricongiungimento con la propria amata. Una speranza che viaggiava in cartolina per poi magari spegnersi sul campo di battaglia: tantissimi soldati, infatti, non tornarono mai vivi dal fronte.
Le cartoline furono create dai più grandi illustratori dell’inizio del Novecento: Cascella, Mauzan, Corbella, Moser, Doudovich e Beltrami della Domenica del Corriere. In esse non si parla mai delle operazioni di guerra poiché era il Visto della censura dello Stato Maggiore a dare l’imprimatur necessario per la spedizione. In alcune si legge: “Oggi ho avuto molto lavoro…” e poi un breve messaggio d’amore alla fidanzata.
La mostra è anche un viaggio alla scoperta dell’universo femminile e della prima vera emancipazione. La donna che usciva dall’Ottocento con la Prima Guerra Mondiale è la protagonista di un enorme balzo in avanti, soprattutto in Francia e Inghilterra. Ma anche in Italia si cominciava a sentire il suo nuovo ruolo.
Allora gli illustratori la raffiguravano come la donna che sale sull’auto, inizia a fumare la sigaretta , guida, indossa le gonne più corte, acquista femminilità nella società. Queste cartoline erano, in pratica, un lancio della nuova donna del Novecento, una proposta interessante anche per la donna italiana.
Come lo è il linguaggio usato dal soldato-fidanzato con l’uso di frasi d’amore di fine 800, oggi totalmente in disuso (prova ne siano i cosiddetti “sms” via telefonino). Ecco un esempio: “Tesoro, mio, mio, mio, mio…”; l’uso dei diminutivi; se Ettore si firmava “rurù” (un modo nuovo di proporsi alla propria fidanzata) Laura si firmava “Lauretta”.
Oltre alle cartoline vi sono anche delle fotografie originali che furono scattate dal soldato teramano Ettore sul fronte: esse ritraggono il Re Vittorio Emanuele III che passa in rassegna le truppe del Regio Esercito Italiano, il Maggior Generale Gaspare De Leon, il Col. Tarditi che entra a Trieste, il Gen. Adalberto di Savoia, e un menù dello Stato Maggiore dove il Ten. Ettore prestava servizio, risalente all’Epifania del 1919, tre mesi dopo la fine della guerra, con le firme del Gen. Adalberto Di Savoia, del Magg. Gen. De Leon e di tutto lo Stato Maggiore. La foto li ritrae nell’atto di consegnare il menù al Ten.
Ettore il quale, essendo laureato in legge, era l’attendente del Generale, anche per la redazione dei discorsi ufficiali. E nella mostra potremo leggerne alcuni.
Oltre ad essere una commemorazione di alto livello per la nostra Città, la mostra è uno spaccato della vita di due fidanzati nel 1915 che, grazie a Dio, sono sopravvissuti alla Grande Guerra, si sono sposati e sono vissuti insieme per 72 anni.
Il convegno e la mostra meritano certamente di essere “partecipati” e vissuti in prima persona, come un omaggio alla nostra Storia patria ed alla vicenda di un soldato teramano, Ettore, che diede poi i natali a una delle più illustri famiglie aprutine. Grazie anche a quelle cartoline d’amore. A Laura.
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02/11/2005
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