L'Onorevole Bersani su SGL Carbon, crisi tessile e calzaturiera.
San Benedetto del Tronto | Il Parlementare Europeo dice la sua anche sulle future possibilità economiche delle due province.
di Carmine Rozzi

L'Onorevole Pierluigi Bersani con il candidato a sindaco per i DS Giovanni Gaspari
Al Parlamentare Europeo, l’Onorevole Pierluigi Bersani, ex Ministro dell’Industria nel Governo D’Alema ed ex Ministro per i Trasporti in quello di Prodi abbiamo rivolto alcune domande di interesse locale e regionale attinenti alla sua visita nel Piceno.
Onorevole, lei ha avuto modo di incontrarsi con i rappresentanti sindacali della SGL Carbon, qual è la sua impressione riguardo alla situazione che gli è stasa prospettata ?
E’ indubbiamente una situazione un tantino complicata. Io mi rifiuto di pensare che non sia possibile in una situazione del genere garantire intanto una continuità occupazionale ai lavoratori che vi sono coinvolti e assieme anche verificare un progetto di riconversione e di adattamento industriale. In un’area così e in una situazione del genere io credo che occorra che si verifichino alcuni fattori. La buona volontà di tutti. Chiarezza di intenzioni da parte dell’azienda. Un’armonia delle istituzioni in termini anche di discussioni con l’azienda stessa. Fatto questo penso ci sia la possibilità di dar luogo ad una riconversione che sia compatibile con la dimensione urbana nella quale sono inseriti e con l’ambiente trovando una soluzione produttiva e garantire così i 150 posti di lavoro.
Come vede, dal punto di vista economico, la futura divisione della provincia di Ascoli Piceno ?
Come sempre le soluzioni istituzionali sono delle potenzialità e raramente delle certezze. Se usata bene la nuova dimensione istituzionale può essere una risorsa perché può consentire lo sviluppo di vocazioni locali in un modo meglio interpretato, organizzato e così via. Ciononostante rimane pur sempre una bella sfida. Deve secondo me essere percepito come una occasione. Come un impegno sul quale mostrarsi tutti convinti.
Quale è la sua opinione sulla crisi che sta attraversando il settore tessile e calzaturiero marchigiano?
La crisi è di livello nazionale che però qui ha un epicentro data la forte concentrazione di questi distretti produttivi. Certamente non usciremo da come siamo entrati da questa crisi però possiamo limitarne i danni mantenendo una forte produzione del settore. Aggiungendovi più valore aggiunto, più servizi collegati, e una politica industriale che consenta di prendere un po’ di tempo, perché già avremmo dovuto farlo qualche anno fa già con misure anche difensive. Che devono essere imposte.
Penso alla denominazione di origine, all’etichettatura, tenendo presente i temi della contraffazione, della reciprocità, dei dazi rispetto agli altri paesi. In altri termini occorre dare tempo a queste aziende di mettersi in compagnia. Sviluppando filiere, funzioni anche in forma collettiva che si chiamano commercializzazioni, internalizzazione, ricerca, anche con sostegno pubblico. Quindi occorre una politica industriale anche per questi settori. Purtroppo noi in questi anni non ce ne siamo proprio occupati e questo è il risultato.
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10/11/2005
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