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Castrogno è il nostro fiore all’occhiello grazie al senso del dovere della Polizia Penitenziaria

| TERAMO - Per Alfredo Iasuozzi, delegato regionale Sappe, il Sindacato autonomo di Polizia Penitenziaria, il vero unico problema “è la mancanza di personale a fronte di una popolazione carceraria raddoppiata negli ultimi anni”.

di Nicola Facciolini

Il consigliere comunale di Forza Italia, il dott. Robimarga, è da molti anni consulente urologo presso la Casa circondariale di Teramo, meglio nota come carcere di Castrogno. “Frequentando questa struttura ho sempre avuto un’impressione molto favorevole - rivela Robimarga - perché ha quei requisiti che giudico indispensabili in qualsiasi altro luogo di detenzione in un Paese civile come l’Italia: qui si accoglie il detenuto considerandolo una persona da riabilitare e reintrodurre nella società civile”. Nel carcere di Castrogno il detenuto viene rispettato nella sua personalità di uomo e nelle sue esigenze quotidiane.
 
“La situazione alberghiera è ottimale in quanto le camere, con due posti letto per ciascun detenuto, offrono il massimo comfort disponibile per un’istituzione penitenziaria, con sanitari e televisione nella stessa stanza. I detenuti hanno la possibilità di usufruire della cosiddetta ora d’aria in spazi certamente limitati dal Regolamento carcerario ma poi sono supportati da un punto di vista psicologico e tutelati da un punto di vista sanitario con un’assistenza specialistica”. L’Infermeria del carcere è dotata di numerosi consulenti. “Oltre all’urologo - confessa Robimarga - di un chirurgo generale e di un odontoiatra, con la possibilità di praticare ecografie, di attivare servizi di radiologia e chiaramente di offrire al detenuto quel conforto morale in una struttura mantenuta sempre in perfetta efficienza”.
 
Robimarga sottolinea il rapporto “amichevole” esistente tra i detenuti e il personale “che nonostante sia carente numericamente riesce a sopperire con un’abnegazione e un alto senso del dovere, mantenendo quegli standard di assistenza che altrimenti non sarebbero possibili”. Sulle problematiche attuali del carcere di Teramo abbiamo raccolto il parere di Alfredo Iasuozzi, delegato regionale Sappe, del Sindacato autonomo di Polizia Penitenziaria. “La situazione carceraria teramana è sicuramente attinente alla realtà attuale - spiega Iasuozzi - noi abbiamo avuto più incontri a livello di sindacato, l’ultimo con il Provveditore qualche giorno fa, e tra gli argomenti trattati al primo punto c’era sicuramente la problematica della carenza di personale. Da Pescara ha garantito tutta la buona volontà, il Provveditore Aldo Abozzi”.  Poi però ci sono i dati di fatto. “Non abbiamo la possibilità di avere altro personale perché corsi e concorsi non ve ne sono: la stessa amministrazione penitenziaria non può prendere e trasferire personale perché la carenza è cronica in tutti gli istituti di pena d’Italia. Il problema a Teramo è chiaro: l’organico fermo dall’anno 1990. La popolazione di detenuti è stata rivista e raddoppiata mentre il personale di polizia è quello di sempre”.
 
Ma le necessità dei detenuti sono talmente forti che il personale presente pare non sia in grado di farvi fronte. “La nostra prima battaglia, con il tour de force davanti alla Prefettura quando volevano toglierci degli agenti per mandarli a nord, l’abbiamo vinta. Oggi, però, a distanza di anni non abbiamo fatto progressi apprezzabili sul personale, il nostro unico problema”. I detenuti sono trattati più che bene. “Direi di sì, infatti se paragoniamo la struttura media di Teramo con le condizioni di salute degli ospiti, penso che la nostra città possa vantare di accoglierli nel modo più umano possibile”. La capienza ottimale, fino a qualche anno fa, con la maggiore presenza femminile, era di circa 200 detenuti. “Oggi siamo arrivati al doppio, ossia siamo al limite massimo per Castrogno. Le polemiche degli ultimi tempi, dunque, sono solo strumentali e non hanno certo risolto il nostro problema”.          

16/10/2005





        
  



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