Quello che la destra palesa
Ascoli Piceno | Risposta alle considerazioni del presidente di circolo AN Piergiorgio Orsini sulla riforma del sistema elettorale avanzata dal Governo
di Massimo Martelli
Ho avuto modo di leggere quanto Orsini scrive sui silenzi della sinistra e personalmente non sono riuscito a tacere. Al di là dellitalico linguaggio del nostro, tanto preciso quanto stucchevole, sono i contenuti che mi interessano e disturbano. Per quanto riguarda Rifondazione Comunista i toni da tragedia greca non esistono; piuttosto la vera tragedia è questa strumentale proposta di riforma del sistema elettorale che il centro-destra sta portando avanti a colpi di maggioranza (quando invece, riforme di questo genere dovrebbero prevedere, in un paese democratico, la più aperta consultazione tra i due schieramenti).
La tragedia di un centro-destra berlusconiano che sta terminando il suo lustro di devastazione istituzionale con il più evidente degli estremi tentativi di restare al potere, tanto che lo stesso presidente del Consiglio ha dichiarato qualche tempo fa che una riforma elettorale del genere avrebbe consentito al centro-destra di ridurre la distanza dallUnione a circa il 3%, e quindi ad uno scarto facilmente recuperabile in campagna elettorale!
Certo, si sapeva che queste sono le reali, esclusive e bieche motivazioni di un tentativo di riforma elettorale in extremis, ma è sconcertante che vengano addirittura palesate con delle dichiarazioni apparse sui giornali! Eccolo, il senso delle istituzioni democratiche del centro-destra, ecco lo sberleffo nei confronti dei cittadini: cambiare sistema soltanto per tentare di pararsi il culo.
Vado avanti, oltrepassando le tossine del comunismo e ricordando solo che forse con il fascismo andavano meglio regolati i conti sessantanni fa, magari evitando amnistie post-belliche che hanno consentito a molti dei gerarchi di Salò di rientrare nei ranghi come burocrati di Stato. Sono sicuro, e lo ripeto spesso, che niente è più vero di un fatto: quello che è accaduto non può essere modificato, e questo garantisce una difesa efficace da qualsiasi forma di revisionismo storico.
Se il comunismo si è esplicato nei paesi del socialismo reale come forma degenerata (e lo stalinismo, ricordiamolo, ha fatto fuori tantissimi comunisti), i fascismi, al contrario, si sono realizzati nella loro forma compiuta, poiché la violenza generalizzata, il settarismo, lesaltazione della morte e della guerra, le discriminazioni razziali e sessuali sostenute dalla penosa (e criminale) idea della purezza (nel nostro caso della pura razza italica di certa derivazione germanica), lappiattimento delle coscienze sotto il culto della personalità, sono tutte cose che rientrano nella definizione compiuta di fascismo.
Questa differenza fondamentale tra fascismo e comunismo non andrebbe mai dimenticata poiché rientra purtroppo a scapito di molte vite nellordine dei fatti.
Allopposto dei fatti ci sono solo le menzogne, quelle che si sparano sempre più spesso dai salottini della destra. Invece, la storia della prima Repubblica è un fatto, nel quale non si contemplano proprio quei decenni di malgoverno del Centro Sinistra che Orsini ravvisa, probabilmente nella sua scorretta fantasia.
Mi piacerebbe sapere che fine hanno fatto tutti quei voti, voti della prima Repubblica, che ingrossavano le percentuali della DC o del PSI, e di sapere anche da dove provengano quelli che attualmente sostengono Forza Italia (e, diciamolo, un po anche AN). Questo anche per avere unidea di continuità fra chi ha governato nei decenni della prima Repubblica e chi governa tuttora. Altro che centro-sinistra! A meno che il Pentapartito di allora venga considerato come la diretta emanazione del Comintern. Suvvia, sciocchezze.
Piuttosto, pensiamo allerosione sociale progressiva che da almeno due decenni è stata portata avanti scientificamente dallideologia del mercato, con la complicità di governi filo-liberisti e con il terrore scandito dal fragore delle bombe: anche questi sono fatti.
Alla perdita, per molti cittadini, della capacità di esercitare un reale diritto di partecipazione alle scelte del governo e allo smantellamento ormai quasi compiuto di qualsiasi tutela sociale e forma di welfare: anche questi sono fatti. Comprendiamo benissimo perché il signor Berlusconi ha tanta paura dei cortei, ma nonostante gli spiacciano, saranno sempre di più i nullafacenti che manifesteranno sotto le sue finestre.
Lunica intuizione possibile dei leaders della CDL, di fronte a tanto sfacelo istituzionale e sociale, doveva essere non un tentativo di riforma del sistema elettorale palesemente strumentale, ma il rassegnare le dimissioni dalla guida del paese. Intuizione mancata. Ci penseranno allora gli elettori a toglierli di mezzo tra qualche mese.
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13/10/2005
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