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Perché siamo contrari all'autodromo

Ascoli Piceno | L’altro punto di vista. Come la pensano le associazioni ambientaliste.

di Stefania Mistichelli

Autodromo sì, autodromo no. Molti e diversi i punti di vista  attorno a questa struttura che dovrebbe sorgere al confine tra il Comune di Ascoli e quello di Castel di Lama.

Da un lato le due Amministrazioni, quella ascolana e quella lamense, in contrasto perché la seconda vorrebbe una maggiore condivisione in merito ad un progetto che, dal suo punto di vista, la riguarderebbe da vicino.

Dall’altro lato le varie associazioni del territorio, da quelle di categoria a quelle ambientaliste, che fanno sentire la loro voce. Il punto di vista della Confcommercio di Ascoli è ben noto: l’autodromo va realizzato e prima possibile perché darebbe valore aggiunto al territorio soprattutto in termini di posti di lavoro. “Il progetto Autodromo – afferma il direttore Confcommercio Giorgio Fiori– è una priorità per la città di  Ascoli, per i risvolti economici, occupazionali e turistici, che potrebbero pertanto far fare un salto di qualità all’intero territorio provinciale”

Non la pensano così gli esponenti di molte associazioni ambientaliste ascolane, prima fra tutte l’Associazione Amici della Bicicletta. “ Sul progetto "Autodromo" tanto si è detto e, fortunatamente finora , poco si è fatto. – afferma il presidente dell’Associazione Alessandro Paoletti – Le associazioni ambientaliste, come anche la nostra, avversano il progetto perché temono per il forte ambientale di tale struttura, e non credono che essa possa portare vantaggi rivelanti all’occupazione o allo sviluppo del territorio.”

Ma Paoletti  sposta la dibattito su un altro fronte, quello della falsa cultura dell’auto e dell’alta velocità. “Già adesso per le strade gli emuli dei vari Shumi, Rossi e Biagi diventano sempre più numerosi; ogni giorno siamo bombardati da decine e decine di spot che pubblicizzano auto e moto  scintillanti e sempre più veloci, così come gran parte dei giornali.Il risultato più eclatante è rappresentato dall'alto numero di incidenti stradali, che causano ogni anno migliaia e migliaia di morti, soprattutto tra i giovani:  il più delle volte è l'alta velocità la principale responsabile”.
 
“Tanti giovani alla loro prima occupazione sono portati a lavorare per mesi e mesi solo per  pagarsi le rate d'acquisto dell'auto di grossa cilindrata, per non parlare del costo della benzina; – continua Paoletti – le strade e le città sono ormai concepite e adattate alle esigenze delle auto trascurando gli utenti deboli:  bambini, anziani, ciclisti, disabili;
siamo il paese con il più alto numero di auto pro-capite - in alcune famiglie si contano fino a 4 auto”.
 
In questo contesto l'autodromo rappresenterebbe secondo Paoletti il "tempio" dell'alta velocità, il luogo dove si nutre e si alimenta questa cultura della velocità.  Anche se l’autodromo sarebbe il luogo dove, chi vuole, può sfogare le proprie voglie di velocità senza recare pericolo a nessuno, il direttore dell’Associazione teme che questo varrebbe per pochi, e che sia più credibile che gran parte degli appassionati cercherebbe di emulare i piloti all'esterno della pista.
 
“Ricordo di un articolo letto – conclude Paoletti – in cui l'autore, parlando dell'auto come "il principale predatore della razza umana" si domandava come fosse possibile che l'uomo le dedicasse tanta premura e attenzione - tra autodromi, motor show, saloni, gare di velocità, pubblicità , riviste specializzate, ecc… ecc… quando in natura "non si è mai visto  un topo andare con tanto entusiasmo alla fiera del gatto!!"

22/09/2005





        
  



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