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Si è suicidata l'antropologa Cecilia Gatto Trocchi

| ROMA - L’ultima apparizione pubblica due settimane fa a Monte Urano all’Europe Festival, per parlare di nostalgia

di Pierpaolo Pierleoni

Un volo. Un salto nel vuoto per dire basta, placare per sempre il dolore di un’assenza. Cecilia Gatto Trocchi, 66 anni, antropologa, docente universitaria, saggista, è morta ieri, gettandosi dal quinto piano della palazzina in cui abitava a Roma. Aveva già tentato il suicidio in passato, straziata dalla scomparsa del figlio in un incidente stradale.
 
Era nota soprattutto per i fondamentali studi effettuati su magia ed esoterismo, capace di portare alla luce testimonianze straordinarie sul mondo dell’occulto. Era insegnante di Antropologia culturale all’Università di Chieti. Varie le partecipazioni ai più noti talk show televisivi, e numerose le pubblicazioni, tra cui Viaggio nella magia (1993), Storia del risorgimento esoterico (1997), Storia esoterica d’Italia (2000), Enciclopedia dei simboli (2004).
 
Cecilia Gatto Trocchi è comparsa per l’ultima volta in pubblico a Monte Urano, lo scorso 25 giugno, nell’ambito dell’Europe Festival, per una conferenza sulla “Nostalgia del bene perduto”. In un incontro avvincente, aveva raccontato di due personaggi classici che amava molto, Enea ed Andromaca. Il primo, nobile ed eroico, figura esemplare in un tempo senza radici né prospettive, che fuggiva dalla sua Troia in fiamme, portando sulle spalle il padre Anchise, la tradizione, e tenendo per mano il figlio Ascanio, la speranza del futuro. La seconda, distrutta dalla morte dell’eroe troiano Ettore e del figlio Astianatte, così vicina, così sorella in un dolore che poteva condividere. Aveva detto di detestare invece la figura simbolo di Europe: Ulisse. Lo considerava un traditore.
 
In quell’occasione, nonostante la bella lezione, chi la conosceva vide, nel suo sguardo e nelle sue parole, un senso di spossatezza insolito per una donna forte ed attiva. Forse già in lei era maturato il pensiero di un salto estremo: non come l’odiato Ulisse, a cercare l’ignoto, ma quasi ad inseguire  quel bene perduto e impossibile. L’ultimo, folle, volo.
 

13/07/2005





        
  



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