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Pronunciamento giurisprudenziale in tema di affidamento di servizi sociali alle cooperative sociali

San Benedetto del Tronto | Intervento "dei cinque direttori del servizio attività sociali del Comune".

Di Sergio Trevisani, Paola Scatasta, Simona Marconi, Natascia Sandroni, Elvano Pulcini


Com’è noto il Comune di San Benedetto del Tronto ha sviluppato una rete di servizi socio-assistenziali-educativi tra  più avanzati delle Marche ed apprezzati dai cittadini-utenti.
 
La maggior parte dei servizi, per ovvie e fondate ragioni ed in linea con la tendenza più progredita ed efficiente del paese, sono esternalizzati ossia affidati in gestione a soggetti esterni all’ente, ovvero alle cooperative sociali. Da anni pertanto il Settore Attività Sociali ed Educative di questo Comune si occupa di affidamento e riaffidamento, o proroghe, per la gestione dei servizi da parte dei soggetti del terzo settore, non senza aver incontrato ostacoli, incomprensioni e financo aperta contrapposizione (basta ricordare, una per tutte, la nota vicenda dei riaffidamenti di alcuni servizi nel 2003).
 
Ora però è intervenuta la prima pronuncia giurisprudenziale, in tema di affidamento dei servizi sociali a cooperative sociali.
 
Il TAR Liguria, uno dei tribunali amministrativi regionali più autorevoli, con sentenza n. 514 del 22/4/2004 sez. II rigettando il ricorso avverso alcuni provvedimenti del Comune di Genova ha enucleato alcuni principi di diritto da applicare in ordine al legittimo affidamento di servizi sociali a cooperative sociali.
 
Sono esattamente gli stessi principi di diritto su cui si basano gli atti amministrativi redatti e prodotti dal settore attività sociali ed educative della Città di San Benedetto del Tronto in questi ultimi sette, otto anni in materia di affidamento di servizi sociali.
Ma va precisato ad ogni buon fine che tali principi di diritto erano già stati pensati ed elaborati da anni, in splendida solitudine, senza alcun supporto dottrinale, né tanto meno giurisprudenziale, solo sulla base di studi consapevoli, evidentemente, dei dati normativi esistenti, da parte del dirigente del settore attività sociali ed educative del Comune di San Benedetto del Tronto, ed hanno costituito la base logico-motivazionale di supporto giuridico delle scelte amministrative discrezionali in tema di affidamento a cooperative sociali di servizi sociali.
 
Va puntualizzato che tali interpretazioni non hanno un mero valore giuridico astratto ma hanno consentito di realizzare, nell’interesse della Pubblica Amministrazione e quindi dei cittadini-utenti, economie finanziarie notevoli e concrete, hanno consentito ai soggetti svantaggiati (disabili, anziani, minori e disagiati) di avere servizi avanzati, moderni, complessi e di grandi dimensioni, gestiti da personale qualificato, affidabile e conosciuto. Ha consentito al terzo settore (cooperative sociali, associazioni, ecc) di crescere, creando molti, molti posti di lavoro e realizzando servizi e ricchezza.
Bisogna ricordare allora cosa ha dovuto affrontare il nostro dirigente, il dott. Roberto De Berardinis, a causa della diffusa convinzione che la sua interpretazione della normativa vigente fosse errata, anziché essere oggetto di concreto apprezzamento e valorizzazione professionale.
 
Ma alla fine grazie alla capacità e preparazione (così come indirettamente riconosciuto dalla sentenza del Tar Liguria) dei funzionari del Settore Attività Sociali ed Educative, tutti i disabili, le loro famiglie, le cooperative sociali e i loro lavoratori, gli amministratori, il clero diocesano ecc, hanno beneficiato di tali avanzati criteri giuridico-amministratrivi, meno, comunque, coloro che ne sono gli autori.
Sappiamo che i dipendenti pubblici seri (funzionari, dirigenti, magistrati, insegnanti, poliziotti, ecc), devono passare il proprio tempo a lavorare e non a promuovere la propria immagine in convegni e manifestazioni o coltivare un rapporto scorretto con gli organi di informazione poiché sanno, o forse si illudono, che il valore del proprio lavoro debba essere riconosciuto dai frutti prodotti.
 
Ma se poi chi deve parlare e dare il giusto riconoscimento, in concreto, agli autori di questi frutti, cioè ai lavoratori che li hanno prodotti, con impegno e fatica, non lo fa mai ed ha la memoria troppo corta, è meglio che gli stessi autori a volte facciano sentire la propria voce.
 

*direttori del serivizio atttività sociali del Comune di San Benedetto del Tronto

03/06/2004





        
  



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