"Potenzialmente la Samb ha tutto per vincere questo campionato. E' una squadra molto forte. Non l'ho vista aggressiva e cattiva per raggiungere la vittoria. A fare la differenza sono sempre le giuste motivazioni e questa squadra dà l'impressione di giocare tanto per giocare. Non vincere sette partite di seguito è grave in un campionato in cui non ci sono più le grosse squadre della passata stagione. Poi non ho capito la scelta di Martusciello come centrale difensivo, visto che me lo ricordo come un centrocampista che sa anche segnare. Così come quella di tenere Napolioni in panchina".

Della serie, diciamola tutta fino in fondo. Potrebbe sembrare la dichiarazione-tipo di un tifoso rossoblù sempre più arrabbiato per il misero punto conquistato dalla Samb sul campo del fanalino di coda L'Aquila, dove ci avevano vinto tutte le squadre che gli avevano fatto visita, ed invece si tratta di quella, senza peli sulla lingua, di Stefano Di Chiara, l'ex tecnico di Fermana e Taranto, che ieri si trovava in tribuna al Fattori di L'Aquila e del quale nella scorsa estate si era parlato come uno dei possibili candidati a sedere sulla panchina rossoblù.

Sette turni senza una vittoria (cinque pareggi e due sconfitte), con un attacco che segna con il contagocce (appena cinque reti): sono i negativi aspetti che hanno collocato ora la Samb al decimo posto in classifica, a quattro punti dai play off, ma anche altrettanti dai play out.

Niente a che vedere con i dati riguardanti le prime sette giornate di campionato, in cui la Samb è riuscita a racimolare ben 14 punti (frutto di quattro vittorie e due pareggi, con una sola sconfitta), e a possedere il miglior attacco del girone (quindici gol realizzati), permettendole così di conquistare il secondo posto in graduatoria a sole tre lunghezze dalla capolista Viterbese.

Insomma è evidente: è piena crisi e non solo di risultati. E' crisi (perenne) di gioco (sono stati cambiati moduli e giocatori a iosa con il risultato di esprimere una manovra prevedibilissima e senza sbocchi, e di aver scontentato tutti gli elementi della rosa). E' crisi di nervi e d'altronde come spiegare la scellerata espulsione di Esposito nel finale di gara di L'Aquila, dopo che era entrato in campo da appena cinque minuti. E' risaputo che l'attaccante ex Sampdoria è nervoso perché non riesce a trovare il posto da titolare e del quale si sarebbe lamentato vivacemente nei giorni passati con il tecnico Trillini.

Il responsabile di questa precaria situazione è ovviamente il trainer rossoblù, che rimane al suo posto perché le vicende societarie non permettono di prendere una drastica decisione sul suo operato. In altri tempi, vista questa mediocre e perdurante situazione di stallo della squadra, Gaucci avrebbe prima mandato tutti in ritiro e poi avrebbe esonerato l'allenatore. Non è più così. In condizioni normali, occorrerebbe un qualcuno che sappia dare una giusta scossa ad una squadra che si è appiattita. Tornerà a farlo Gaucci oppure personaggi nuovi? E' bene agire presto, perché i tifosi stanno perdendo la pazienza con questo non decisionismo.