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Tre sorelle di Cechov ha aperto la stagione teatrale sambenedettese

San Benedetto del Tronto | Il prossimo appuntamento sarà con il teatro di Edoardo De Filippo il 2 dicembre.

di Antonella Roncarolo

Tutto esaurito al Cinema Teatro Calabresi per la prima della stagione teatrale 2003-2004. In scena un classico del teatro europeo "Tre sorelle" di Anton Cechov  con Antonella Attili, Renato Campese, Valeria Ciangottini, Pamela Villoresi, per la regia di Maurizio Panicii.

Il pubblico teatrale della nostra città, presente l'assessore alla cultura Bruno Gabrielli, ha assistito, nella sala del Calabresi completamente ristrutturata, ad una rappresentazione della celebre commedia russa dove la recitazione degli attori ha reso, meglio nel secondo atto, la poetica e l'angoscia del "teatro della mancanza" cecoviana. 

È difficile estrapolare un brano esemplare dalle opere teatrali di Cechov, nelle quali assai di rado accade qualcosa di vistoso, di teatrale nel senso tradizionale del termine, e tutto si svolge per impercettibili trapassi, nel lento dipanarsi del tempo, che logora e modifica l'interiorità degli esseri umani. Più che i fatti in questo teatro conta l'atmosfera che via via viene creata attraverso minute annotazioni, un dialogo apparentemente banale, una pausa, un incrinarsi di voce.

Ne le "Tre sorelle" le protagoniste - Olga, Mascia e Irina - vivono in una città di provincia sperando di tornare a Mosca, dove hanno trascorso l'infanzia. Ma questa speranza si rivela sempre più difficile da realizzare e il loro destino diventa sempre più triste: Olga invecchia sola; Mascia disprezza e tradisce il marito; Irina, che aveva accettato di sposare il barone Tusenbach, deve rassegnarsi alla solitudine, perché il giovane tenente viene ucciso in duello dal capitano Solionii, un altro suo pretendente. Quando gli ufficiali partono, in seguito ad un ordine di trasferimento, anche Mascia deve separarsi dal colonnello Vierscinin, di cui si era innamorata: e Olga, mentre il suono della banda militare si fa sempre più fioco, dà voce all'angoscia di tutti: «Questa musica è tanto gaia, tanto piena di gioia... sembra quasi che, ecco, ancora un po' di tempo, e sapremo perché viviamo, perché soffriamo... Ah, poterlo sapere, poterlo sapere! ». E sull'iterazione di questa battuta cala il sipario.

Tre sorelle è la storia di un'assenza, una condizione da cambiare, e dell'impossibilità di farlo, di determinare il cambiamento: è proprio questo che rende il testo così attuale. Le tre sorelle, come mezzo secolo più tardi, Vladimiro ed Estragone, continueranno ad attendere un Godot che non arriverà mai.

Il prossimo appuntamento è per martedì 2 dicembre con una commedia del teatro di Edoardo De Filippo "Sabato, Domenica e Lunedì".

19/11/2003





        
  



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