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Il Pampa "le responsabilità fanno parte del calcio"

Ascoli Piceno | Dopo aver sostenuto le visite mediche, il punteros argentino si confessa ai nostri taccuini.

di Mauro Giorgi

"Penso sempre al gruppo ed in mezzo al campo sono molto umile e generoso". Sono queste le prime parole di Roberto Carlos Sosa subito dopo aver sostenuto la visita medica al Centro Medico di Ascoli Piceno. Il giocatore, chiamato "Il Pampa" perché proviene dall'omonima provincia argentina, è sposato ed ha due figli, una bambina di quattro anni ed un bimbo di un anno e nove mesi, entrambi italiani. Arrivato dall'Udinese al Boca Junior nel 2002, è passato dopo sei mesi nella sua squadra del cuore, il Gimnasia, con cui ha finito la stagione, 30 giugno 2003.

In serie A hai realizzato trentatré goal. Quale è quello che ricordi maggiormente?
"Il goal che rimarrà sempre impresso nella mia mente risale alla prima stagione con l'Udinese – dichiara "Il Pampa" – quando segnai la rete del pareggio, 2-2, con la Juventus".

Cosa ne pensi del campionato di serie B che presto disputerai?
"Sono stato informato che è un torneo molto duro – afferma Sosa – Oltretutto, prosegue, mi hanno riferito che quest'anno è ancora più competitivo".

Se ti dovessi descrivere come calciatore quale parole useresti?
"Sono un giocatore che pensa sempre al gruppo – precisa – Quando scendo in campo, aggiunge, sono molto generoso e mi sacrifico per la causa della squadra. In merito alle situazioni di bagarre, invece, non accetto assolutamente le scorrettezze".

Quale è stato il difensore che ti ha messo più in difficoltà?
"Tatticamente Alessandro Nesta – dichiara Roberto Carlos Sosa – Globalmente, però, il francese Lilian Thuram".

Cosa ti ha spinto ad accettare l'offerta dell'Ascoli Calcio a discapito di altre proposte provenienti da squadre più importanti e blasonate?
"Le altre società mi hanno cercato solamente sui giornali – puntualizza l'attaccante – L'unica squadra che ha creduto in me veramente, invece, è stata l'Ascoli. Quello che mi ha colpito, prosegue, è stata la determinazione con cui Massimo Ubaldi e Mauro Traini mi hanno voluto".

Cosa ne pensi dell'attuale rosa della compagine bianconera?
"Se devo essere sincero non conosci i miei nuovi compagni di squadra. Quando ho deciso di venire a giocare con l'Ascoli, comunque, la società ha cercato di allestire una formazione che sfruttasse al meglio le mie caratteristiche".

I tifosi ascolani si aspettano molto da te. Sei stimolato e contento del loro affetto oppure sei preoccupato delle responsabilità che avrai?
"Le responsabilità fanno parte del calcio – precisa il punteros – Se ripenso che mio padre si alzava alle sei per poterci dare a mangiare, prosegue, ritengo che nel calcio è sciocco parlare di vera e propria responsabilità. Certo, aggiunge, magari avere sempre determinati impegni. Quando scendo in mezzo al campo, conclude, voglio cerco continuamente di imitare lo spirito di sacrificio che mio padre ha avuto per circa quaranta anni".

18/07/2003





        
  



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