Intervista a tutto campo ad Adriano Federici
Ascoli Piceno | Non solo calcio Dilettante, ma anche la sua Jrvs che ha sfiorato la promozione in Eccellenza.
di Pino Capasso
Una serata, seduti davanti ad un bar di Piazza del Popolo, con il presidente Adriano Federici per parlare di calcio Dilettante, ma anche della sua Jrvs che ha sfiorato la promozione in Eccellenza.
Presidente
anno nuovo vita nuova?:
" Nessuno stravolgimento in vista - assicura il massimo dirigente - ma sola ristrutturazione della squadra che punta decisa sui giovani della Juniores vice campioni d'Italia della categoria. Rosa di prima squadra composta da loro, con sei o sette giocatori della vecchia guardia e con l'innesto di quattro nuovi elementi".
Sulla panchina della Jrvs siederà Alfonso Paoletti, allenatore emergente. Perché questa scelta?:
"Si punta su un tecnico giovane ed emergente. Da Paoletti mi aspetto che faccia crescere i ragazzi e che trasmetta, a tutta la squadra, la sua e la mia grinta ".
Sono mancati i risultati. Cosa non ha funzionato?:
" E' mancato un po' di tutto ed in particolare il feeling fra società e giocatori".
Da qualche lustro lei convive col mondo del calcio Dilettante. Quali insegnamenti ha tratto da quest'esperienza?:
" Amedeo Pignotti (presidente del Grottammare), Settimio Giovannelli (allenatore del Monticelli), Guido Azzari (giocatore) e l'arbitro Mugatti di Pesaro, senza far torto a nessuno, sono i personaggi che hanno qualcosa in più e che per noi sono veri punti di riferimento".
Ha citato Azzari e non Alesi. Come mai?:
" In quattordici anni, dal punto di vista tecnico, ho visto Alesi fare cose a livello di Roberto Baggio - Del Piero. Da lato umano c'è stato odio, amore ed avere sia da parte sua sia dalla società. Solo che è venuto meno al momento giusto, quando cioè, serviva il vero Alesi ovvero il suo estro".
Che cosa pensa del calcio Dilettante?:
" Di dilettante oggi ha ormai ben poco. Vorrei che tornasse ad essere quello di una volta nel senso che cambiasse".
Cambiare che cosa secondo lei?:
" Come prima, devono sparire i procuratori. Poi le liste di trasferimento devono chiudere entro la prima decade di luglio e non a fine mese. Così pure promozione e retrocessione senza ricorrere alla lotteria play off e play out. Infine, far giocare i giovani classe '82 e '83 come succederà dal prossimo anno in Abruzzo. Tutti, fattori questi, che concorrono a riportare il sistema al dilettantismo".
Come mai non avete un campo di gioco tutto vostro; condizione questa che vi costringe a giocare le gare interne lontano da Ascoli?:
" Non potendo e non volendo usufruire del campo delle Zeppelle (l'attuale Cino del Duca n.d.r.) siamo costretti a peregrinare per altri lidi perchè il Comune di Ascoli non dispone di campo con fondo in erba. Ci avvaliamo dei Comuni limitrofi affinchè ci mettano a disposizione il proprio campo di gioco. Ciò comporta, non solo, un aggravio di spese ma ci fa perdere la nostra identità di ascolani".
Si parla di ripescaggio. Se ciò fosse?:
" Non so come finirà il caso Catania e Paternò o se la Maceratese sarà ripescata. A me piace vincere sul campo, ma se saremo ripescati sarebbe un degno riconoscimento al lavoro di questi ragazzi e che ci ha visti protagonisti"
La Jrvs Ascoli non ha un suo pubblico. Come mai?:
" Mi sia consentito puntualizzare meglio il suo quesito. In effetti, la Jrvs è molto seguita dai giornali e non sul posto. Riscuote molta simpatia, ma come le dicevo, è difficile portare gli ascolani al campo che ci ospita. Emblematico quanto successo a Masi Torello (Ferrara) in occasione della finale scudetto tricolore Juniores. Più di 400 tifosi arrivati da Tolmezzo (Udine) e solo 10 ascolani me compreso".
A proposito della squadra Juniores, protagonista indiscussa in occasione della finale scudetto:
" Alla cena dello scorso Natale, presenti anche loro, questi mi promisero che avrebbero vinto lo scudetto tricolore di categoria. Pensavo ad uno scherzo ed invece tutti sappiamo come sono andate le cose; abbiamo perso in dieci resistendo come leoni fino al secondo tempo supplementare. Solo il palo di Duccini ci ha privati di ricorrere alla lotteria dei calci di rigore. Subito dopo i tempi regolamentar ho cercato di caricare i ragazzi ricordando loro che erano di Ascoli e non di New York e loro da bravi ascolani hanno dimostrato tutta la loro grinta, caparbietà e tenacia degli abitanti di questa città. Alla fine piangevano tutti come bambini ed è stato dura per me e per il vice Angelini, responsabile tecnico, doverli consolare singolarmente. Come pure il presidente del Comitato Regionale Marche, Paolo Cellini, nostro tifoso per antonomasia nella circostanza".
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27/06/2003
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