Ho conosciuto personalmente Nazareno Luciani, dopo aver per lungo tempo ammirato ed apprezzato le sue opere esposte alla Stamperia dell'Arancio o sui muri di case di amici. E, come spesso capita agli artisti, l'intelligenza e la creatività si rivelano nella semplicità dei gesti e nella cordialità dei modi.

Nazareno Lucani si definisce autodidatta, come se questa parola simboleggiasse una "solitudine" dell'artista di fronte alla tela. In effetti il gusto informale della pittura di Lucani lo estranea da quelle che sono le attuali correnti artistiche, rendendolo libero dal sistema. Le sue opere sono mappe, paesaggi, recinti, prigioni, laboratori alchemici, tutto questo e nulla di questo.

Ma da qualche tempo il pittore non è più solo. All'interno di questo palcoscenico è, magicamente, affiorato Oho, un esserino creato dalla fantasia dell'artista, che ne diventa ispirazione. Oho è la lente attraverso cui egli vede e ripropone il mondo, attraverso la sua semplicità, il suo amore per la vita e soprattutto per l'arte.

L'uomo Nazareno Luciani si è voluto, invece, spiegare attraverso il libro-catalogo "Magic Oho and C. la memoria protetta in un sogno" edito dalla Stamperia, in cui l'artista, tra le immagini delle sue opere e gli interventi di critici d'arte, racconta in poche righe il suo viaggio attraverso gli spazi immaginari delle sue opere .

"…e allora immagino sempre
 la necessità
di proteggere
la vivacità della natura
ed
il senso della terra
dalla insignificanza
del nulla".