L'indimenticabile notte di Jujube Greco
San Benedetto del Tronto | Appasionata, malinconica, temeraria, intensa, sensuale queste le espressioni della multiforme personalità di Juliette Greco nella performance rivierasca
di Eleonora Camaioni
Juliette Greco
E la Musa ammaliò il suo uditorio. In questa battuta credo si possa riassumere l’appassionante e appassionato concerto che Juliette Greco ha tenuto ieri sera al Teatro Calabresi. Due ore intense, di note, parole, recitato, hanno pervaso la platea e i suoi uditori. Il religioso silenzio interrotto solo dagli applausi prima e dopo le oltre venti canzoni mirabilmente interpretate, è indice del grande evento, probabilmente irripetibile, al quale si stava assistendo.
L’impossibilità di scattare foto e fare riprese da parte di reporter della stampa, dichiaratamente richiesta per contratto dalla Diva, hanno contribuito a creare l’atmosfera rarefatta di un concerto che da iscrivere negli annali delle iniziative culturali cittadine.
Il palcoscenico ha vibrato alle intense suggestioni espresse da Juliette, la forza emozionale delle sue canzoni, le sue mani, la sua espressività del volto, la prossemica, il linguaggio del corpo, il multicromatico gioco di luci scenografico, il tutto riassunto nella forte presenza scenica di una piccola donna fasciata in lungo abito nero satinato.
Nel fluire delle note ha cantato Brel, Gainsburg, Brassen, Jouannest, Darnal e Ferrè. Dei grandi ha interpretato le canzoni più belle, più intime, più vicine alla sua persona, rimodellandole sulla sua personalissima interpretazione: da Si tu t’imagines, a La chanson de Prevert; dalla sensualissima Deshabillez-moi! alla profonda J’arrive di Jacques Brel, in cui ha intrapreso un drammatico dialogo con la morte con toni malinconici; da Ne me quite pas a Matilde di Brel; da Les amants d’un jour rivoluzionaria canzone, una canzone d’amore interpretata solo con l’accompagnamento al piano forte del suo amore nella vita, Gerard Jouannest, a l’Accordeon duetto frizzante e ritmato intrapreso con Dominique Sucetti.
Gli applausi più forti e sentiti sono arrivati con Avec le temps di Leo Ferrè, in una versione rivisitata ipnotica, magnetica e penetrante e con un’altra canzone del maestro Jolie Mome du Quartier Latin, dai toni carichi di tensione emotiva. In un recitato poetico la Greco ha interpretato sentimenti d’amore, d’odio, la bellezza, il tempo, la vita e la morte.
A fare da cappello alla serata Andrea Satta e Angelo Pelini dei Tetes de Bois, nella interpretazione di una canzone di Leo Ferrè tradotta in italiano da Pino Gennari, presidente del Centro Leo Ferrè, l'enfant terrible (permettendoci di rubare una citazione al primo cittadino). Al termine della serata la consegna dalla Targa Leo Ferrè e delle prime chiavi d’oro della città a Juliette Greco.
Sul palco del Calabresi sono salite le personalità di spicco presenti alla serata: M.me Marie Ferrè, Pino Gennari, Ugo Nespolo (scultore realizzatore delle chiavi d’oro), il Sindaco Giovanni Gaspari, l’Assessore alla Cultura Margherita Sorge, il presidente del Consiglio Comunale Giulietta Capriotti, il Sottosegretario di Stato On. Nando dalla Chiesa.
Tutti insieme hanno investito Juliette Greco della nomina di cittadina onoraria affidando nelle sue mani la grande chiave che la Diva francese non ha esitato a porre sul suo cuore in segno di riconoscimento, pronunciando una frase di riconoscimento “C’è magnifique. Mercì!”
E con il medesimo riconoscimento tutti i presenti hanno pronunciato il loro personale Mercì! alla Diva che ha regalato emozioni in parole poeticamente-musicali.
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18/03/2007
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