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Favole, musica e poesia con Andrea Satta per il quinto incontro di In Art

San Benedetto del Tronto | Bagno di folla per Andrea Satta domenica 24 febbraio al Medoc di San Benedetto del Tronto per il quinto appuntamento della rassegna In Art.

di Elvira Apone

un momento della serata

Bagno di folla, coinvolgimento e grande partecipazione domenica 24 febbraio al pub Medoc di San Benedetto del Tronto per l’artista Andrea Satta, ospite d’eccezione del quinto incontro della terza edizione della rassegna letteraria e musicale In Art, organizzata dall’associazione culturale “Rinascenza” con la direzione artistica di Annalisa Frontalini, con il patrocinio e il sostegno dell’amministrazione comunale e della Regione Marche e con il supporto dello sponsor ufficiale Gate-away.com. La prima parte dell’incontro è stata dedicata alla presentazione del suo libro “Mamma quante storie! Favole in ambulatorio, in treno e in piazza” (Treccani), un testo che raccoglie trentuno favole raccontate dalle mamme di diversi paesi del mondo e corredato dalle illustrazioni di Sergio Staino e dai fumetti di Fabio Magnasciutti; nella seconda parte della serata, l’artista, accompagnato da Angelo Pelini al pianoforte, ha regalato al pubblico di In Art un memorabile concerto. È intervenuto all’incontro anche il presidente del Consiglio della Regione Marche Fabio Urbinati, che ha speso parole di encomio per questa iniziativa di grande spessore culturale che dà lustro alla città e all’intera regione; altrettanto entusiasta si è mostrato Simone Rossi, rappresentante della Gateaway.com, che ha abbracciato e sostenuto il progetto condividendone a pieno lo spirito e testimoniando con una mostra esposta al Medoc per tutto il periodo della rassegna il loro approccio aziendale, fondato sul benessere dei dipendenti e sulla cultura della positività. Ha dialogato con l’ospite, con garbo e chiarezza, Pietro D’Angeli, dirigente del Servizio cultura del Comune di San Benedetto del Tronto; è intervenuto, con la sua consueta carica di energia e di spontaneità, il professore Giuseppe Gennari, presidente del Centro Leo Ferrè e direttore artistico e anima del celebre e prestigioso Festival Leo Ferrè. Grande onore e piacere  per Rinascenza è stato avere tra il pubblico anche Maria Ferrè, moglie del cantautore e poeta francese Leo Ferrè, e il genero Carmine Torchia, raffinato cantautore.

Un ambulatorio alla periferia di Roma, colorato, mai anonimo, tante mamme provenienti da tutti i paesi del mondo che, insieme ai loro bambini, si radunano qui una volta al mese e un pediatra che fa anche il musicista di professione, che ha deciso, dieci anni fa, di creare nel suo ambulatorio, enorme e straordinario osservatorio umano, una multietnica comunità internazionale, in cui ogni madre racconta una favola con cui si addormentava da bambina, contribuendo a creare un ambiente accogliente e piacevole dove, come Andrea Satta ha ricordato, “è diminuita la diffidenza e l’emarginazione”. È questo, infatti, il suo concetto di ambulatorio pediatrico: un posto in cui i bambini si sentono bene insieme ai loro genitori, instaurando un rapporto soprattutto di amicizia con il pediatra. Ed è così che è nato, per caso, dalla confessione di una mamma nordafricana che si sentiva sola e senza amiche, questo appuntamento mensile e, di conseguenza, il bellissimo libro di favole “Mamma quante storie! Favole in ambulatorio, in treno e in piazza” in cui, dando voce a chi forse non l’avrebbe mai avuta, come ha acutamente osservato Pietro D’Angeli durante la presentazione, Andrea Satta ha dato l’opportunità a tutte le mamme dei suoi piccoli pazienti di regalare un pezzetto della propria infanzia, di offrire a tutti forse la parte più bella e più vera di se stesse. Non si tratta di un progetto per stranieri, ha osservato l’artista, anche perché, ha aggiunto, siamo tutti stranieri e, allo stesso tempo, non lo è nessuno, ma di un progetto per tutti gli esseri umani, genitori, nonni, zii e tutti coloro che hanno saputo cogliere questa meravigliosa opportunità di condividere momenti importanti con i loro bambini. Il lavoro di pediatra, ha spiegato Andrea Satta, si coniuga perfettamente con quello di artista, forse perché nessuna attività meglio di questa avrebbe potuto aiutarlo a leggere così bene l’animo umano; inoltre, avere a che fare con i bambini ci mantiene giovani, ci fa conservare quella dimensione infantile che c’è in ciascuno di noi e ci costringe a essere alla loro altezza. E questo libro reca l’impronta di un’infanzia mai perduta o dimenticata e il sapore di un mondo che non conosce confini né geografici né culturali; un testo che arricchisce la mente, scalda il cuore e dà nutrimento all’anima, quell’unica grande anima che non fa distinzioni di razza, nazionalità e cultura. Toccanti e significative sono state a questo proposito le parole del professore Giuseppe Gennari che, ricordando la sua lunga amicizia con Andrea Satta, più volte ospite del festival Leo Ferrè da lui organizzato, lo ha definito, grazie al suo impegno e alla sua attività, “un grande architetto di rapporti umani”.

Dopo la consueta pausa conviviale, Andrea Satta, insieme ad Angelo Pelini al pianoforte, si è esibito in un concerto di grande impatto emozionale, in cui si sono fusi, come in una prodigiosa e struggente alchimia, canzone d’autore, musica popolare, reminiscenze rock e poesia, quella dei poeti francesi e, in particolare, quella dello chansonnier Leo Ferrè, da sempre presente nel repertorio dei Tetes de Bois, di cui Satta è fondatore e leader. Un concerto in cui note e parole hanno saputo creare un’atmosfera magica e sognante, in cui ciascuno è riuscito a ritrovare un pezzo di sé, a catturare, tra le pieghe di versi scanditi con il cuore oltre che con la voce, bagliori e sospiri della propria esistenza, cristallizzata per sempre in canzoni che non moriranno mai, siano esse il frutto dell’originale spirito libero di Andrea Satta e dei Tetes dei Bois, siano esse la rilettura dell’ispirata poesia di Ferrè. E lentamente, come scivolando sulle onde di un mare increspato, anche attraverso la breve, ma intensa e toccante esibizione che Carmine Torchia ha regalato al pubblico di In Art,  siamo approdati a riva, in un porto sicuro, cullati dalla musica e dagli splendidi versi di “ Felici come mai”, scritti da Leo Ferrè e mirabilmente tradotti dal professore Giuseppe Gennari. E ogni sussulto, ogni pensiero, ogni emozione ha preso forma.

 

26/02/2019





        
  



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