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URSS un mito che si fa carne

San Benedetto del Tronto | Nel centenario della Rivoluzione di Ottobre Marco Rizzo con Alberto Lombardo ha pubblicato un libro sulle motivazioni del crollo del socialismo che si è avuto nel biennio 1989-1991.

di Felice Di Maro

Non è che non se ne sia parlato, ma non se ne parlato molto. Però si può affermare che chi era interessato aveva ed ha la possibilità di approfondire le motivazioni di come il 7 novembre del 1917 milioni di operai, contadini e soldati, guidati da Lenin, capo del Partito Bolscevico, abbiano potuto realizzare in Russia la prima rivoluzione marxista passata alla storia come "Rivoluzione di Ottobre" con la quale affermarono un nuovo potere operaio e popolare fondato sui Soviet come base del nuovo Stato socialista.

Da allora sono passati 100 anni e non sono mancate celebrazioni a Mosca e anche in Italia ma solo recentemente grazie a Marco Rizzo con Alberto Lombardo, Segretario nazionale e membro dell'Ufficio Politico del Partito Comunista, la Male Edizioni ha pubblicato un libro, URSS, con sottotitolo "A 100 anni dalla Rivoluzione Sovietica, i perché della caduta" che riempie un vuoto che c'era negli studi sul comunismo. La pubblicazione è un'analisi che era attesa sia dai militanti comunisti e sia da quei lettori che non hanno conoscenze per studi o per militanza politica ma desiderano conoscere e anche approfondire come è stato possibile che il socialismo reale in Russia sia finito.

Il libro presenta un editing davvero ben curato e si vede che Raffaella De Rosa, la curatrice, ha lavorato molto per la verifica delle informazioni storiche e quant'altro. L'editing è importante perché crea quell'equilibrio logico mettendo in relazione le articolazioni del testo con la coerenza interna e il tutto in relazione armonica con gli argomenti trattati.

La copertina è di Leonardo Magrelli e mette in rilievo le immagini stilizzate di Lenin e di Stalin, i personaggi dei quali diffusamente si parla nel libro, e sembra che essi guardando in direzione non frontale rispetto a chi guarda il libro e cioè di lato si coglie quasi come se guardassero lontano. Al futuro? Speriamo che ci inviino un po' di messaggi, ne abbiamo bisogno. Lenin e Stalin sono i personaggi base del comunismo e sono tra loro anche molto diversi. Il libro si apre proprio con un pensiero di Stalin "Le fortezze si conquistano dall'interno" e il senso verrà analizzato.

Il titolo, URSS, acronimo di "Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche", ci dà con immediatezza il percorso del viaggio, il libro è come una guida ma si presta anche a diventare un quaderno di appunti perché è anche uno strumento di ricerca. Ricordiamo che l'URSS venne fondata il 30 dicembre del 1922 da 15 repubbliche socialiste delle quali la più grande era quella russa e si è sciolta ufficialmente il 26 dicembre del 1991.

Il sottotitolo, "A 100 anni dalla Rivoluzione Sovietica, i perché della caduta" lancia subito i lineamenti delle motivazioni, motivazioni che Marco Rizzo commenta in profondità ma lascia il lettore, militante comunista oppure no, libero di farsi un'opinione sua offrendo supporti anche storiografici. Le fonti, p.237, sono 15 e ognuna ha un numero che si riporta nel testo che permette davvero di approfondire.

Per una lettura maggiormente mirata e per fare anche critica testuale ossia -come io intendo- per fare verifica corrente sulle ricostruzioni storiche che si presentano e anche per iniziare una ricerca penso che si debba avere quanto meno ben chiare quelle che sono le differenze tra socialismo e comunismo. Il socialismo è l'attuazione di una società nella quale si realizza una piena eguaglianza sul piano giuridico, sociale ed economico e riduce certo il peso delle strutture capitalistiche ma non le elimina mentre il comunismo le distrugge perché ha l'obiettivo di liberare completamente dall'oppressione del capitalismo la classe operaia ed anche i contadini e i piccoli commercianti, soggetti che traggono il proprio sostentamento unicamente dalla vendita del proprio lavoro.

Il viaggio inizia con una breve introduzione e in sintesi ecco come viene presentato: "questo libro vuole proprio fare il punto sulle nostre riflessioni, certamente non conclusive, che ci portano a ritenere ancora oggi che l'unica alternativa alla barbarie capitalista, del cui fallimento siamo tutti testimoni oculari, sia il socialismo scientifico, basato sulla pianificazione centralizzata diretta dalla classe operaia e dai lavoratori, ossia quello che, secondo le nostre ricerche e riflessioni, c'è stato in URSS e, nei paesi dell'Est a democrazia popolare fino al 1953/1956".

Uno sguardo all'indice è d'obbligo, la prima parte è dedicate a "Le critiche all'URSS" e segue, "Unione della Repubbliche Socialiste Sovietiche", importante "L'economia parallela" che ha ostacolato la programmazione economica: è stata condotta chiaramente da soggetti che erano contrari al socialismo e che dopo la morte di Stalin hanno avuto sempre maggiori spazi e con Gorbaciov hanno assunto la gestione nonché il governo dell'economia e progressivamente hanno influenzato le scelte politiche sostituendo il socialismo con il capitalismo.

Segue "I Paesi a democrazia popolare" e sono la Polonia, Ungheria, Cecoslovacchia, Repubblica Democratica Tedesca, Bulgaria e Romania. Poi viene "L'Italia" e per ultima, "Non è fallito il socialismo, da Krusciov a Gorbaciov, è fallita la sua revisione". Al riguardo di quest'ultima parte davvero penso che essendo stata l'URSS per noi in Italia un mito, oggi conoscendo meglio i risvolti del crollo del socialismo nasce una speranza e questo mito che ci ha accompagnato nel secolo scorso oggi si fa carne.

La revisione, ossia quell'insieme di operazioni mediatiche che hanno portato ad un'attenuazione della lotta di classe fra borghesia e proletariato, nel tempo hanno allargato la partecipazione alla vita politica ma in contrasto con il partito comunista russo. Ha avuto un ruolo importante e presenta motivazioni legate ad eventi e come ben si spiega anche per il comportamento di alcuni statisti russi. Progressivamente è servita a privatizzare i mezzi di produzione che con Lenin e Stalin erano stati statali.

Ecco proprio su questi processi il libro analizza le varie fasi e dimostra che non è avvenuto il fallimento del socialismo ma è stata proprio questa revisione che si è voluto fare che è fallita perché non ha prodotto miglioramenti delle condizioni di vita almeno per gli operai s'intende ma ha favorito i soliti noti ossia i capitalisti.
La Russia è oggi un paese capitalistico dove a Mosca il partito comunista alle elezioni comunali non riesce a superare il 5% dei consensi. Naturalmente le condizioni di vita non sono migliorate e con il capitalismo imperante peggioreranno. Ciò nonostante in Russia il capitalismo riceve consensi.

In finale, p.234, si pone l'interrogativo: È possibile quindi usare ancora il socialismo come categoria per rispondere alle sfide della globalizzazione capitalistica? Naturalmente ognuno può pensarla come vuole ma in Italia penso che il socialismo e in prospettiva il comunismo può giocare un ruolo perché oltre alla corruzione che genera illegalità diffuse c'è l'aumento costante del precariato che viene continuamente silenziato e oscurato.

Chiediamoci che cosa ha fatto di buono negli ultimi trent'anni il capitalismo con il suo mercato sempre più aperto e senza regole e con la libera circolazione come aderenti all'Unione europea di merci, esseri umani e capitali. L'Italia non ha programmazione economica ed ha prodotto un gigantesco debito pubblico. Per il linguaggio dell'Unione europea si chiama "mercato unico", causa principale che il potere di acquisto di salari, stipendi e pensioni si abbassa continuamente.

Le risposte al capitalismo possono essere molteplici ma fino ad oggi sono state tutte a potenziale zero in quanto non hanno interrotto la sua evoluzione anzi è diventata sempre più raffinata e devastante. La motivazione sta nel fatto che i mezzi di produzione continuano ad essere soltanto privati. Quindi, settori come energia, telecomunicazioni, sanità, previdenza, almeno questi, dovranno essere gestiti soltanto dallo Stato.

Certo non è facile far convergere su questi temi una classe politica abituata a convivere con scandali e che si è spesa primariamente per fare privatizzazioni e cancellare diritti ai lavoratori. È chiaro che questa classe va azzerata e il rilancio del socialismo è necessario ma deve avere l'obiettivo di realizzare il comunismo, unica strada percorribile per cambiare il mondo anche ben sapendo che è in salita e che non è facile da percorrere. Questo libro ci aiuta non poco e ne sono sicuro avrà un ruolo anche se farà discutere, in fondo è questa la sua funzione.

 

07/12/2017





        
  



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