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La poesia al centro del quarto incontro di In Art

San Benedetto del Tronto | La poesia è stata la vera e grande protagonista del quarto incontro di In Art.

di Elvira Apone

un momento dell'incontro del 3 dicembre

Domenica 3 dicembre, per il quarto incontro di In Art, il pub Medoc di San Benedetto del Tronto ha ospitato l'artista Pietro Verna, che ha presentato, in veste di poeta, la sua silloge di poesie dal titolo “Mia”(Di Felice edizioni), secondo volume della collana “Note di Rinascenza, e, dopo la pausa conviviale, in veste di cantautore, ha reso omaggio, in modo personale e originale, al cantautorato italiano, regalando al pubblico alcuni dei brani più suggestivi di celebri cantautori italiani, oltre a vari pezzi tratti dai suoi cd. Ad accompagnarlo in questa avventura emozionale sono stati l’artista Roberto Mazzarago, che ha eseguito in diretta, sia nel corso della presentazione del libro che durante il concerto, numerosi disegni ad acquarello, e l’attore Gianluca Marinangeli, che ha letto diverse poesie tratte dal libro. A condurre il dibattito, cui è intervenuta anche l’editrice Valeria Di Felice, è stato il poeta e magistrato Ettore Picardi che, preciso, equilibrato e puntuale come sempre, ha fornito spunti illuminanti e degni di nota.

Aria di poesia, dunque, si respirava domenica sera, di poesia letta, recitata, ascoltata, meditata attraverso pause, silenzi, riflessioni, pensieri, e poi di nuovo poesia, poesia messa in musica, cantata, interpretata, sentita attraverso le emozioni e le sensazioni che la musica, quella vera, è riuscita a trasmettere. Poesia che è diventata musica grazie ai versi di Pietro Verna, brillantemente resi dalla voce recitante di Gianluca Marinangeli, che ha saputo coglierne lo spirito, l'essenza, il mistero in essi racchiuso, e musica che ha abbracciato la poesia, quella che si è dischiusa attraverso le parole delle sue canzoni, che nella musica si sono trasfigurate e dalla musica hanno tratto il loro alimento. La poesia che, come ha messo bene in evidenza Ettore Picardi, è più che mai necessaria in una società che ha fatto dell'immagine e della violenza verbale le sue note dominanti.

Così la poesia, anzi la scrittura in genere, diviene per Pietro Verna una forma di salvezza, uno spogliarsi quotidiano, un rifugio in cui potersi sentire finalmente se stesso, al di là di qualsiasi apparenza. Una poesia che per lui è anche e soprattutto attenzione ai dettagli, alle cose quotidiane, a un semplice davanzale di una finestra al di là del quale gli piace immaginare che ci sia una speranza, qualcosa di vero e di autentico. Perché ci sono dettagli che, come lui stesso ha ammesso, possono apparentemente non sembrare poetici ma, in realtà, riescono a essere fortemente evocativi. La sua poesia, infatti, si rivela fortemente pregnante grazie all’intensità delle sue parole che, scelte e calibrate, creano immagini vivide e forti, cariche di significato e di suggestioni. Perché, come Pietro Verna ha affermato, la parola non è qualcosa di aleatorio, ma ha un preciso valore, ha a che fare “con il respiro, la carne e il sangue”. E lo stesso vale per la punteggiatura, “l'emarginata contemporanea”, come lui l’ha definita, cui ha dedicato sia una poesia che una canzone, che il pubblico di In Art ha avuto il piacere di ascoltare durante la serata.

Anche la tematica dell'incontro tra culture diverse, della fusione tra oriente e occidente, “della simbiosi di energie che appartengono a mondi lontani”, per usare le sue stesse parole, è molto cara a Pietro Verna che, come, però, ha sottolineato, non rimanda soltanto all'idea geografica di un est e di un ovest del mondo, ma anche a qualcosa di fisico che appartiene al corpo umano, in cui spesso convivono aspetti molto diversi. E insieme a questa, il tema dell’assenza si carica anch’esso di una molteplicità di significati: se da un lato è mancanza, è dolore, è lacerazione, dall’altro, però, è anche necessità di colmare questo vuoto con il cambiamento affinché divenga nuova presenza.

L'amore, in ogni caso, resta al centro dei suoi versi, l'amore che non ha solo come destinataria una figura femminile, ma che è anche appartenenza, ispirazione, quotidianità, come lui stesso ha spiegato, “qualcosa in cui specchiarsi, riconoscersi e da cui sentirsi ricambiati in questa appartenenza”. Come ha ben evidenziato l’editrice Valeria Di Felice, il tema dell'amore può facilmente indurre chi lo tratta a cadere nell’ovvietà. Pietro Verna, al contrario, è riuscito ad affrontarlo con sensibilità e freschezza, trovando un perfetto equilibrio tra sensibilità amorosa e banalità e mostrando un’apertura verso un orizzonte sempre più vasto. “Una poesia della carezza”, come l’ha definita Valeria Di Felice, “dove c'è una melodia di fondo che caratterizza i momenti topici del percorso amoroso”.

E sulla scia della poesia, sull'onda delle straordinarie immagini e sensazioni evocate dai suoi versi, Pietro Verna, “ un artigiano della parola”, come lui ama definirsi rifuggendo da qualunque etichetta e ruolo, si è concesso al pubblico “A piedi nudi”, per dirla come lui, proprio a sottolineare la doppia valenza di questa sua condizione, che è quella che allude al titolo del suo secondo CD e soprattutto a quella di chi, privo di qualunque altro supporto se non la sua splendida voce e la sua chitarra, fedele compagna di viaggio, apre la sua anima colma di passione, passione per la poesia, per la musica, per il canto, per la bellezza, per la vita. In una parola, per l'arte, di cui domenica sera il pubblico di In Art ha potuto godere nelle sue molteplici forme.

Quando le luci si sono spente e Pietro Verna ha incominciato a cantare, mentre lo schermo alle sue spalle si colorava delle tinte pastello degli acquarelli di Francesco Mazzarago e una debole luce rischiarava i contorni delle fotografie in esposizione realizzate da Paolo Soriani, tutti i presenti, con ancora nelle orecchie l’eco dei versi recitati da Gianluca Marinangeli, hanno di nuovo gioito, si sono ancora una volta stupiti, si sono nuovamente emozionati di fronte a un altro miracolo: quello dell’arte che ha preso forma e che si è donata a piene mani, senza esitazioni o reticenze, senza maschere o schermi, senza limiti e condizioni. Quell’arte che il talento ha forgiato e l’amore ha reso magicamente immortale.

05/12/2017





        
  



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