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Domenica 19 novembre il secondo appuntamento di In Art

San Benedetto del Tronto | Il secondo appuntamento di In Art è domenica 19 novembre con la scrittrice Alice Di Stefano, che racconterà Cesarina Vighy, e con i musicisti Günther Sanin e Fabio Rossato.

di Elvira Apone

la locandina dell'evento di In Art del 19 novembre

Domenica 19 novembre, sempre presso il pub Medoc di San Benedetto del Tronto a partire dalle 18,30, il secondo incontro di In Art è con la presentazione del libro della scrittrice Cesarina Vighy “L’ultima estate e altri scritti” (Fazi Ed.) di cui parlerà sua figlia, la scrittrice e saggista Alice Di Stefano. Dopo la consueta pausa conviviale, il violinista Günther Sanin, primo violino dell’Arena di Verona, insieme al musicista Fabio Rossato (fisarmonica e pianoforte), offrirà al pubblico il concerto “Omaggio al Caffè Concerto”, una rivisitazione in chiave più moderna di trascrizioni d’opera, vecchie melodie d’operetta, danze popolari, colonne sonore. Sarà un viaggio alla scoperta del nostro vissuto, da cui non possiamo prescindere, ma che dobbiamo saper osservare anche con uno sguardo attento e consapevole volto al futuro; un tragitto esplorativo, quindi, in cui si incontreranno passato e presente, tradizione e modernità, e in cui ciascuno potrà rispecchiarsi ritrovando se stesso, le proprie radici, la propria identità culturale. A moderare l’incontro sarà il poeta, avvocato e consigliere comunale Gianni Massimo Balloni.

Dopo la laurea, il dottorato, un breve periodo di attività come giornalista free lance, diverse pubblicazioni scientifiche e numerose apparizioni al cinema, Alice Di Stefano ha insegnato letteratura all'università finché, conquistata dal mondo dell’editoria, ha iniziato a cimentarsi come editor prima con Rizzoli, poi alla Fazi, dove lavora dal 2008 per la narrativa italiana e ha dato anche vita a “Le Meraviglie”, uno spazio espressamente dedicato alla narrativa umoristica. Nel 2013 ha pubblicato il suo primo romanzo dal titolo “Publisher”, una biografia romanzata di suo marito, Elido Fazi, un ritratto ironico e spiazzante di un editore tenace e controcorrente visto con l’occhio divertito di un’osservatrice d’eccezione, ma anche uno spaccato del mondo editoriale degli anni d’oro prima della crisi. Sua madre, la scrittrice Cesarina Vighy era di origine veneziana e, ancora giovanissima, era stata una piccola stella del Teatro Universitario di Ca’ Foscari, con il quale aveva partecipato a diverse tournée in Europa. Dopo essersi laureata in lettere a Padova, si era trasferita a Roma dove aveva preso la laurea in epigrafia latina, aveva lavorato al Ministero per i beni e le attività culturali e poi presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea, dove era rimasta fino alla pensione. Nel 2009, all'età di settantatré anni e già gravemente malata di sclerosi laterale amiotrofica, ha esordito con il romanzo “L’ultima estate”, una storia dai forti spunti autobiografici, che si è aggiudicata il Premio Campiello opera prima, il Premio Cesare De Lollis e si è imposta nella cinquina del Premio Strega di quell'anno. È morta nel maggio del 2010, due giorni dopo l'uscita del suo secondo libro, “Scendo. Buon Proseguimento”, un addio in forma epistolare costituito da una serie di lettere realmente spedite a familiari e amici.

 

Tradotto all’estero e supportato da un grande successo di pubblico, “L’ultima estate” è diventato un modello di resistenza al dolore per il messaggio di strenuo stoicismo e per la sua affilata ironia. Affronta, infatti, con un linguaggio nitido, feroce, mai retorico, e a volte persino attraversato da una vena di sarcasmo, uno degli argomenti più spinosi e difficili: la sofferenza di una donna giunta alla fine del suo ciclo vitale, eppure ancora capace di ricorrere al suo forte senso dell’umorismo. Così, il doloroso resoconto di un'esistenza vicina alla fine diventa il ricordo di una vita che, pur segnata fin dall'inizio, finalmente appare bella: la nascita fuori dal matrimonio, l'infanzia sotto le bombe, il primo disastro sentimentale, la tentazione omosessuale, il ricorso alla psicoanalisi, l'esperienza del femminismo scorrono tutti davanti agli occhi della protagonista riaffacciandosi dal passato e confondendosi con le difficoltà del presente e con la paura di un'invalidità progressiva che amplifica ogni percezione. E la scrittura diviene coì per lei l’ancora di salvezza per le sue giornate interminabili e vuote. Un romanzo colmo di dolore e di sofferenza, ma che riesce a dare, attraverso la voce di una persona malata, il senso alle cose quotidiane che sembrano dovute, che spesso ci appaiono naturali, ma che durante la malattia diventano, invece, delle vere e proprie conquiste.

 

Musicisti diversi per provenienza, formazione e percorso, ma uniti da una sola, incontenibile passione, superare gli schemi classici a loro già ben noti per spingersi verso nuovi confini, il violinista Günther Sanin e il fisarmonicista Fabio Rossato sono due riconosciuti portavoce dello stile “crossover”, una disinvolta altalena tra musica classica, lirica, jazz, tango e musica popolare, uno stile musicale che rappresenta anche uno stile di vita perché richiede curiosità, cultura, informazione, e soprattutto un continuo aggiornamento. Diplomato in violino e viola al Conservatorio F. A. Dell’Abaco con il massimo dei voti, il virtuoso Günther Sanin vanta una carriera di altissimo livello sia come solista che come orchestrale, muovendosi agilmente dalla musica da caffè viennese al gipsy swing, dal walzer al tango argentino. Tra le tante collaborazioni, quelle con Milva, Franco Battiato, Astor Piazzolla e Lucio Dalla. Oltre ai concerti solistici, il suo percorso comprende incisioni discografiche, apparizioni televisive ed esibizioni internazionali, dal Giappone al Medio Oriente e agli Stati Uniti. Vincitore in numerosi concorsi nazionali e internazionali, ha lavorato nelle migliori orchestre europee, dalla Scala di Milano alla Philarmonica Wien, collaborando con grandi maestri come Muti, Domingo, Carreras, Pavarotti, Bocelli, Cecilia Gasdia, Katia Ricciarelli e molti altri. Attualmente occupa il posto di Primo Violino di spalla nella Fondazione Orchestra Arena di Verona.

Virtuoso, originale fisarmonicista, Fabio Rossato è indicato da critici e appassionati come uno dei più grandi esecutori del piccolo strumento a livello mondiale. Diplomato con lode in fisarmonica classica al Conservatorio G. Rossini di Pesaro e in pianoforte al Conservatorio di Ferrara, si è perfezionato studiando con i maestri delle principali scuole di fisarmonica a livello internazionale e approfondendo lo studio del piano e della composizione. Un talento innato, sbocciato in tenera età e poi coltivato con dedizione attraverso gli studi musicali, che ha portato Rossato ad esibirsi come solista già a sette anni e ad aggiudicarsi a soli dodici anni l’ambito Gran Premio Internazionale Città di Stradella. Ha tenuto numerosi concerti in Francia, Canada, Germania, Inghilterra; ha collaborato con diversi gruppi e associazioni musicali oltre che con il Conservatorio di Roma e con quello di Frosinone. La sua ecletticità musicale e apertura culturale lo hanno portato, inoltre, a sperimentare nuove forme di contaminazione, abbracciando con disinvoltura la musica classica, quella contemporanea, quella popolare e la poesia. Una carriera esemplare tanto negli studi che nella professione di musicista, coronata da una prestigiosa cattedra e da una lunga serie di premi e riconoscimenti sia in Italia che all’estero; un repertorio assai vasto che spazia dalla letteratura barocca alla più ardita avanguardia fino al jazz. Tra i meriti, uno studio ad hoc per fisarmonica firmato da Astor Piazzolla, favorevolmente colpito da una sua esibizione a Barcellona.

Il concerto “Omaggio al Caffè Concerto”, che i due musicisti offriranno domenica 19 novembre al pubblico di In Art dopo la consueta pausa conviviale, vuole essere un omaggio al caffè concerto in una forma più nobile, in cui trascrizioni d’opera per piccoli ensemble, vecchie melodie d’operetta, danze popolari di tutti i continenti, il tango, la canzone italiana, il walzer, le colonne sonore acquistano una dimensione più moderna e talvolta contaminata con il jazz e lo swing. Attraverso sonorità inconsuete e quasi surreali, i due talentuosi musicisti faranno rivivere al pubblico la sensibilità di Lehàr, Puccini, Shostakovich, Brahms, Piazzolla, i ritmi dei jazzisti Kosma e Django Reinhard, le melodie di Morricone e Bacalov, l’energia dei prìncipi della danza gipsy Rodriguez e Monti, proponendo un genere musicale originale e innovativo che è, in realtà, una magnifica e stupefacente commistione ed espressione di tanti stili musicali diversi.

Una serata sicuramente da non perdere, in cui, ancora una volta, l’arte mostrerà il suo volto migliore, dando vita a uno spettacolo emozionante, suggestivo e sorprendente.

16/11/2017





        
  



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