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La napoletanità di Romolo Bianco giovedì 3 agosto al Viniles

San Benedetto del Tronto | Giovedì 3 agosto il Viniles di San Benedetto del Tronto ha proposto una serata all’insegna della canzone napoletana organizzata in collaborazione con l’associazione culturale “Rinascenza”.

di Elvira Apone

un momento dello spettacolo dell'artista Romolo Bianco

Giovedì 3 agosto il Viniles di San Benedetto del Tronto ha ospitato l’artista napoletano Romolo Bianco, che ha regalato al pubblico un’entusiasmante serata all’insegna della canzone napoletana d’autore. L’evento, che ha registrato un’enorme affluenza di pubblico, che ha partecipato e interagito con entusiasmo, è stato organizzato dal noto locale sambenedettese in collaborazione con l’associazione culturale “Rinascenza”, presieduta da Annalisa Frontalini. Il padrone di casa, Gianni Schiuma, ha accolto artista e ospiti con la sua solita cordialità e professionalità, facendo sentire tutti a proprio agio. Tra i presenti c’erano anche l’assessore alle pari opportunità Antonella Baiocchi e il consigliere comunale Gianni Massimo Balloni, che hanno espresso il loro apprezzamento per l’alta qualità dell’iniziativa.

Romolo Bianco è un napoletano verace. Cantante, attore, scrittore, porta la sua città nel resto d’Italia e nel mondo e lo fa con quella passione e con quell’amore per la propria terra, per la propria cultura e per la propria musica che lo animano e lo contraddistinguono da sempre. La sua napoletanità, che è quella di ogni napoletano vero che sente forte e indissolubile il legame con il proprio mondo, proprio perché quel mondo esteriore diventa per lui un mondo interiore, una città dell’anima, si rivela in ogni aspetto della sua arte: dalla scrittura alla canzone. E napoletanità, come ha affermato lui stesso, non vuol dire soltanto allegria, buonumore; non significa sempre e comunque sdrammatizzare, fare una battuta di spirito, guardare il lato comico delle cose, quello bello e divertente. La napoletanità è un vero e proprio “modus vivendi”, una maniera complessa e spesso persino contraddittoria di approcciare, sentire, abbracciare, vivere la vita, in tutti i suoi possibili aspetti. Il napoletano sorridente, spensierato, che si sa vendere bene agli altri è soltanto l’immagine più immediata e superficiale di una napoletanità che, invece, sottende una profonda malinconia, una mesta tristezza, un sentimento struggente e nostalgico assai ben testimoniato dalla canzone napoletana d’autore, in cui anche l’amore, anzi soprattutto quello, assume una valenza ambivalente, una duplice faccia, perché è gioia e dolore, serenità e malinconia, dolce ricordo e amara passione, appagante conquista, ma anche ineluttabile perdita.

Un percorso emozionale quello di giovedì sera al Viniles, in cui Romolo Bianco, con lo spirito di un “bohèmien” che ha fatto della strada la propria casa, ha saputo creare con il pubblico una magica sintonia, un rapporto coinvolgente e simbiotico attraverso cui, partendo dalla canzone napoletana tradizionale dei grandi autori dei primi del Novecento, è arrivato fino a quella dei cantautori contemporanei che, oggi come ieri, hanno raccontato la napoletanità con intensità e sensibilità. Un tragitto affascinante in cui, coadiuvato da un instancabile e sempre puntuale Ettore Picardi, poeta, magistrato, uomo di cultura, l’artista napoletano ha offerto ai presenti, con garbo e spontaneità, uno spettacolo a tutto tondo, in cui la musica e i versi cedevano a tratti il posto alla letteratura e alla prosa del suo romanzo “Iodipiù” (Pironti editore), ambientato nel grigiore della periferia napoletana, ma capace di raggiungere momenti di autentica poesia. Così la parola è diventata la vera protagonista: la parola cantata, declamata, urlata, sussurrata, recitata, interpretata; la parola che si unisce alla musica, quella che la esalta, quella che la trascende e quella che, semplicemente, basta a se stessa. Quella parola che da sola, o accompagnata dalle note della sua chitarra, è riuscita a esprimere sensazioni profonde e sentimenti immortali.

Una serata, dunque, che, come un’onda, a volte lieve e carezzevole, a volte decisa e avvolgente, a volte impetuosa e travolgente, è scivolata via diffondendo in mezzo a tutti la sua vitalità e la sua energia e lasciando in tutti la sua scia indelebile.

05/08/2017





        
  



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