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Un magnifico elogio alla poesia venerdì 21 aprile al teatro dell’Arancio

San Benedetto del Tronto | Venerdì 21 aprile presso il teatro dell’Arancio di Grottammare, Filippo Massacci ha regalato al pubblico il suo appassionato e personalissimo elogio alla poesia.

di Elvira Apone

un momento dell'evento al teatro dell'Arancio

Sono le 21,00 di venerdì 21 aprile e la sala del teatro dell’Arancio di Grottammare si sta riempiendo di gente, accorsa ad ascoltare quello che Filippo Massacci, socio e membro del direttivo dell’associazione Blowup, famelico lettore e grande conoscitore ed estimatore di poesia, ha da dire a proposito della poesia. La sala è ormai gremita di spettatori, sullo schermo, alle sue spalle, appare la prima fotografia, quella della poetessa polacca Wislawa Szymborska, premio Nobel nel 1996; Filippo Massacci, con quella pacatezza e quella disinvoltura che gli sono proprie, rigorosamente senza microfono per non sentirsi troppo “attore”, incomincia a parlare.

Inizia così un viaggio affascinante e coinvolgente, un percorso immaginifico carico di spunti e di suggestioni, un tragitto straordinario e potente attraverso cui Filippo regala al pubblico la sua sincera e appassionata confessione che, come un grido forte e deciso, proclama il potere salvifico e rigenerante della poesia, sua insostituibile compagna di vita, porto sicuro in cui approdare. Perché la poesia, come Filippo Massacci ha rilevato, non è un astruso e indecifrabile amalgama di parole e suoni, non è una serie di versi scritti per non essere compresi; al contrario, la poesia è la più vera e autentica espressione di emozioni universali, è il linguaggio dell’anima e, in quanto tale, rappresenta e testimonia la vita, in tutta la sua incomprensibile e paradossale complessità.

Da Emily Dickinson, che trovò proprio nella sua volontaria prigionia la libertà per scavare dentro di sé e dare forma poetica al proprio mondo interiore, a John Keats, poeta romantico di grande sensibilità morto prematuramente, fino al mito di Arthur Rimbaud, spirito irrequieto, rivoluzionario e ribelle, che ebbe il coraggio di sovvertire, in soli tre anni di attività, tutte le convenzioni preesistenti; da Sandro Penna, uno dei massimi esponenti del Novecento italiano seppure ancora sconosciuto a molti al suo amico marchigiano Acruto Vitali, con cui lo stesso Filippo ebbe l’onore e il piacere di stringere una bella amicizia; da Lawrence Ferlinghetti, che, capitato per caso, durante un viaggio in treno, a Grottammare, le dedicò alcuni splendidi versi, a Enrica Loggi, attiva poetessa sanbenedettese; dall’intenso misticismo del poeta irlandese William Butler Yeats alla sconcertante poesia di Sylvia Plath per arrivare allo spagnolo Juan Ramon Jimenez, premio Nobel nel 1956, e finire con la grande Alda Merini. Più di due secoli di storia, e di poesia, sono sfilati davanti agli occhi di un pubblico attento e curioso, sono passati attraverso le fotografie di uomini e donne che hanno fatto della poesia la propria ragione di vita, e sono scorsi attraverso le immagini dei luoghi che li hanno resi immortali; più di due secoli di vita, vissuta e trasfigurata dai loro versi, sono scivolati in fretta venerdì sera al teatro dell’Arancio scanditi, con acume e passione, dalle parole a volte sussurrate a volte declamate da Filippo Massacci.

E la poesia, allora, è diventata anche un po’ compagna di tutti i presenti, amica e consolatrice, verbo incarnato e affidato alla voce di chi non ha avuto paura di rivelare se stesso al mondo, di chi, proprio attraverso quel verbo, ha messo a nudo la propria anima, senza reticenze e senza filtri. Perché la poesia, come Filippo Massacci ha suggerito, può e deve essere quotidiana presenza nella nostra vita, può e deve diventare la nostra preghiera, quella luce che illumina l’oscurità che avvolge il mistero della nostra esistenza. E anche se non sappiamo bene cosa sia, non importa, ci dobbiamo comunque aggrappare a essa, “mi aggrappo a questo come alla salvezza di un corrimano”, per citare di nuovo, come già Filippo Massacci ha fatto, le suggestive parole di Wislawa Szymborska.

 

23/04/2017





        
  



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