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Comuni uniti per l’«Arancio Biondo» del Piceno

Grottammare | Pronto, un Protocollo d’Intesa per recuperare e valorizzare le produzioni tipiche locali.

L'«arancio biondo» unisce sette comuni della Costa Picena intenzionati al recupero, valorizzazione e promozione delle antiche agrumiere storiche rivierasche.

La formalizzazione dell'Intesa avverrà martedì 14 febbraio, alla conclusione di una seconda giornata di approfondimento sull'essenza, recentemente censita tra le peculiarità del patrimonio agronomico marchigiano, ed oggetto di una proposta di legge regionale, che ne garantisca la tutela.

"L'Arancio Biondo del Piceno. Un riconoscimento divenuto realtà" è il titolo dell'incontro che si terrà a partire dalle ore 17 nella Sala Consiliare di Palazzo del Municipio, con la partecipazione di esperti e studiosi di biodiversità: Ambra Micheletti in rappresentanza dell'ASSAM- Agenzia Regionale del Settore Agroalimentare, il prof. Giorgio Murri dell'Università Politecnica delle Marche, il ricercatore Giuseppe Russo del CRA Acireale e il prof. Germano Vitelli, storico dell'arte ed autore - insieme all'agronomo Aurelio Manzi - della prima pubblicazione dedicata recentemente ai Giardini di Agrumi del Piceno.
Sono previsti, inoltre, gli interventi del Sindaco di Grottammare prof. Enrico Piergallini, per il saluto di apertura, dell'Assessore alle Attività Produttive e Vivaismo dott. Lorenzo Rossi, nelle vesti anche di moderatore.

Grottammare (quale comune capofila), Campofilone, Cupra Marittima, Massignano, Monterubbiano, Pedaso e San Benedetto del Tronto sono i Comuni interessati a ritrovare nei tanti agrumeti storici quell'identità che, almeno tra la prima metà del XIV secolo e i primi decenni del ‘900, hanno caratterizzato il litorale e l'immediato entroterra piceno per la produzione, la lavorazione e la commercializzazione di agrumi di qualità e prodotti derivati, attività precorritrici dell'attuale economia vivaistica locale, e di cui, l'elevato numero di giardini caratterizzati da pregevoli architetture, ne sono ancora testimonianza.

"Questo appuntamento è un ulteriore passo avanti nel percorso che, con convinzione, abbiamo intrapreso di valorizzazione del patrimonio agrumicolo del Piceno;" - ha sottolineato l'Assessore dott. Lorenzo Rossi - "siamo certi che la collaborazione tra più Comuni possa restituire un patrimonio culturale di notevole valore da investire nel futuro di questo territorio, anche nell'ottica di una legge regionale di tutela dei tanti giardini di agrumi che lo caratterizzano e lo rendono originale".

La volontà di intraprendere il recupero della tradizione agrumicola locale è partita nell'ottobre scorso, con la pubblicazione del volume "Giardini d'aranci sull'Adriatico. L'agrumicoltura nelle Marche, aspetti colturali e artistici" (Livi Editore), dove gli autori Aurelio Manzi e Germano Vitelli espongono i dati di una ricerca svolta lungo la Costa Picena, che ha messo in evidenza i caratteri generali di queste colture, con riferimenti alle varietà, all'ecosistema dei giardini, al commercio transadriatico e alle manifestazioni artistiche, letterarie e tradizionali.

La presentazione dell'opera - nel Teatro dell'Arancio, nel vecchio incasato cittadino - fu abbinata a un convegno a tema, che aprì filoni di studio presso gli istituti di ricerca universitari e agronomici marchigiani ed avviò scenari di approfondimento per una proposta interdisciplinare di Legge Regionale volta al recupero e alla valorizzazione delle agrumiere storiche picene.

Un altro passo, è stato compiuto a novembre: quando, esperti dell'Università Politecnica delle Marche, del Crea-Unità di ricerca per l'orticoltura e dell'Assam-Agenzia regionale del settore agroalimentare prelevarono campioni di germoplasma locale di arance, mandarini e di pomelo, da studiare e analizzare dal punto di vista genetico.
Lo studio portò, a dicembre, all'inserimento dell'Arancio biondo del Piceno tra le biodiversità marchigiane.

09/02/2017





        
  



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