Una delle pagine più terribili del Novecento - per lungo tempo sottaciuta e dimenticata - è diventata con la legge n.92 del 2004, momento imprescindibile e doveroso di riflessione istituzionale e collettiva, che mira a tener vivo il ricordo di quanto accadde, nel secondo dopoguerra, in quella zona oggi a cavallo tra Italia, Croazia e Slovenia, in cui molti italiani furono vittime della violenza e dell'efferatezza dei partigiani titini.

Della tragica vicenda e questione delle Foibe, l'autorevole giornalista Indro Montanelli ebbe a dirne: "fu una pulizia etnica, bisognava far fuori gli italiani; allora, si chiamarono fascisti, e si ammazzarono, e si buttarono nelle foibe; [...] le Foibe, furono un'infamia commessa dopo la Liberazione, dopo la fine della guerra; e purtroppo, vi hanno collaborato parecchi comunisti italiani".

Nel corso della mattinata di venerdì 10 febbraio, la Città di San Benedetto ha inteso celebrare il "Giorno del Ricordo", presso il teatro cittadino, nel quale è andato in scena - alla presenza di molti convenuti e ragazzi delle classi IV e V degli Istituti Superiori sambenedettesi - la pièce teatrale "Quell'enorme lapide bianca" di Luca Violini.

In apertura, il Sindaco di San Benedetto Pasqualino Piunti, ha tenuto un significativo intervento: "I morti, non hanno colore; ogni persona uccisa, ha la sua storia;" - ha detto il Primo Cittadino sambenedettese, che ha poi proseguito sottolineando come sia fatto estremamente positivo, la presenza di tanti giovani: "a loro" - ha rimarcato il Sindaco Piunti nella sua prolusione, rivolgendosi agli astanti - "dobbiamo sempre ricordare che le divisioni non pagano mai, e portano a nuove divisioni. Dobbiamo difendere, ciò che abbiamo ottenuto negli anni, in termini di pace e di conquiste sociali".

Come già accennato, i ragazzi ed il pubblico presente, hanno poi assistito, allo spettacolo di Luca Violini.

Uno spettacolo teatrale - quello del Violini - di particolare densità ed intensità, che ebbe a debuttare in prima nazionale il 10 febbraio 2009 nella Sala della Lupa della Camera dei Deputati.

Pièce teatrale, che ha mirabilmente trasmesso al pubblico presente, il senso della sofferenza delle popolazioni giuliane, dalmate, fiumane ed istriane, stimolando altresì una riflessione su una questione che non va dimenticata.