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«Lettera Aperta» di Orgoglio Civico alla Commissione Consiliare Sanità

San Benedetto del Tronto | Pubblichiamo integralmente il Documento dell'associazione politico-culturale, presentato ieri alla Commissione Consiliare Sanità, inerente, in relazione ed in riferimento alla situazione e questione sanitaria sambenedettese.

Il Presidente di Orgoglio Civico Benito Rossi

Pubblichiamo integralmente il contenuto del Documento/Lettera Aperta dell'associazione politico-culturale Orgoglio Civico inviata, indirizzata e presentata alla Commissione Consiliare Sanità (al Presidente ed ai suoi componenti) in relazione ed in riferimento alla situazione e questione sanitaria sambenedettese.

A seguire, il testo ed il contenuto integrale, di detto Documento/Lettera Aperta di Orgoglio Civico. 

«Le problematiche della sanità sambenedettese, nascono da una volontà politica di chiudere lentamente l'Ospedale Madonna del Soccorso, purtroppo o per fortuna, riferimento della vallata e del vicino Abruzzo, quindi spostare la centralità (hub) operativa, presso l'Ospedale Mazzoni.

Gli uffici amministrativi marginali sono stati lasciati al Madonna del Soccorso, mentre la Direzione Generale è stata collocata al Mazzoni di Ascoli Piceno: questo, è stato il punto di partenza per cercare di ottenere un Ospedale Provinciale dietro le mentite spoglie della denominata Asur5.

Da allora, abbiamo assistito alla chiusura dei reparti di Otorinolaringoiatria ed Oculistica, all'attacco frontale alla Pediatria ed alla Neonatologia, al ridimensionamento drastico della Cardiologia Utic, al taglio drastico di posti letto, ai tagli della spesa corrente oltre che su tecnologie e personale.

I fatti, sono sotto gli occhi di tutti; e molto spesso, oggetto di denunce pubbliche ben evidenziate dalla stampa.

Orgoglio Civico, invita, pertanto, codesta Commissione a riflettere sulle motivazioni di fondo che, mano a mano, stanno decretando la chiusura del Madonna del Soccorso.

Non sarà di certo la nomina dei Primari a garantire che un Ospedale non chiuda, ma la qualità di investimenti per obiettivi pluriennali che guardino al futuro di un Ospedale di qualità.

Ma anche sulla metodica di nomine dei Primari esiste una illogica procedura.
Per meglio dire, l'integrazione non avrebbe dovuto prevedere la presenza di doppi Primari per alcuni reparti, ma uno per reparto unico tra Ascoli e San Benedetto.
Di contro e di essenziale che invece si doveva, poco o nulla è stato fatto per uniformare i livelli organizativi fortemente carenti, nonostante le forze adibite a tale scopo.

Altrettanto illogico, è discutere di Ospedale Unico di vallata, quando attualmente, al Madonna del Soccorso, si spendono migliaia di euro in ristrutturazioni interne.

L'Ospedale Unico, a nostro parere, non verrà mai costruito (e vorremmo essere smentiti!!), sia perchè esiste una volontà politica che non vuole rinunciare alla centralità del Mazzoni di Ascoli, sia perché ne hanno deliberato uno a pochi km (Fermo), sia perché ribadiamo che all'interno della struttura del Madonna del Soccorso le ditte stanno eseguendo lavori per svariate migliaia di euro ed altri ancora ne verranno eseguiti.

Quindi, cosa facciamo?
Ci chiediamo se questa Comunità costituita da cittadini, associazioni civiche, associazioni politiche, sindacati, istituzioni di ogni ordine e grado, siano disposte ad assistere a proficui investimenti di ristrutturazioni interne del Madonna del Soccorso, per poi vederlo abbattere.

Se realmente a breve si costruirà un Ospedale Unico, a quale titolo, appalto dopo appalto, oggi si spendono soldi per ristrutturazioni per un Ospedale che dovrà essere eliminato?

Quale sarà la funzione del Madonna del Soccorso ristrutturato?

Da quasi 20 anni si discute di un futuro Ospedale Unico ed, all'occorrenza, viene utilizzato per evitare qualsiasi confronto progettuale sul Madonna del Soccorso.
Orgoglio Civico ritiene - pertanto - assolutamente inevitabile impedire che si agisca ancora contro gli interessi del Madonna del Soccorso (ultima è la proposta avviata da parte di questa Direzione Generale di abolire la reperibilità notturna del Servizio di Otorinolaringoiatria), attraverso una azione comune, destinata a riportare dignità al Madonna del Soccorso.

Lo specchietto delle allodole dell'Ospedale Unico non regge più al gioco di chi intende usarlo per - invece - far chiudere il Madonna del Soccorso.

Chi accetta passivamente questa politica sanitaria a scapito del Madonna del Soccorso, è evidentemente d'accordo con l'attuale politica sanitaria regionale che si serve dei Direttori Generali per raggiungere gli scopi che siamo qui a denunciare.

Siamo tristemente di fronte al fallimento integrativo dei due Ospedali, dove, chi ne avrà la peggio, sarà il Madonna del Soccorso.

Oltre al danno ed alla beffa per la Comunità di vallata e costiera, si sta registrando un pessimo clima ambientale tra il personale sanitario del Madonna del Soccorso, proprio a causa della colossale incertezza programmatica, frutto di mancanza di investimenti chiari.

La tanto sbandierata integrazione sanitaria in Asur 5 tra il Mazzoni ed il Madonna del Soccorso, è stata sinora utile per chiudere reparti e fare tagli al Madonna del Soccorso, nonché per destrutturarne l'organizzazione.

Orgoglio Civico, propone - pertanto - a questa Commissione, di assumere una posizione, ed a seguire, coinvolgere tutto il Consiglio Comunale, al fine di far presente alla Regione Marche la posizione dell'Amministrazione di San Benedetto del Tronto.

Sarebbe auspicabile che il Sindaco, parallelamente, portasse a conoscenza la Conferenza dei Sindaci, che l'integrazione in Asur5 non è mai avvenuta, perché i reparti ed i servizi dei due Ospedali lavorano in maniera differente, sia nei protocolli che nei metodi.

Un gioco politico che sta alimentando solo lotte intestine all'interno di reparti e servizi, utili solo per far crescere il potere Ancona centrico.

Intanto, tra le tante ristrutturazioni interne al Madonna del Soccorso, più o meno necessarie, le attività del Dipartimento di Emergenza, risultano dislocate su 4 piani, dove il cittadino-utente-paziente, viene trasportato come un pacco postale per effettuare accertamenti in regime di emergenza-urgenza.

Ci chiediamo come possa non accorgersi di un Pronto Soccorso non idoneo a gestire alti flussi di pazienti, a causa dei non sufficienti spazi a disposizioni, del mancato rispetto della privacy nella Sala Visita (suddivisa in box da tende - open space, così denominata), di un Osservazione Temporanea (anch'essa suddivisa in box tende), di aree di transito utilizzate come fermo barelle con pazienti in attesa.
Tutti gli ambienti sopra descritti, sono da considerarsi inidonei per contenere l'elevato numero di cittadini che si rivolgono al nostro Pronto Soccorso, nonostante siano utilizzati al massimo delle possibilità.
A ciò, si aggiunge un sistema organizzativo non adatto ed a volte in contrasto all'organizzazione attualmente esistente.

Da pionieri della gestione dell'emergenza - nonostante le capacità in campo - ci stanno relegando all'approssimazione, visto che di notte, per le emergenze oculistiche occorre rivolgersi all'Ospedale Mazzoni e la stessa procedura si starebbe avviando per le urgenze dell'otorino.
Per le urgenze urologiche ci si rivolge al Mazzoni di notte e di giorno.
In tutto questo marasma di incertezze, resistono dignitosamente reparti e servizi sempre più in affanno per le tante incertezze.
Si effettuano ristrutturazioni ma si tagliano servizi: un connubio che non riporta.

Le liste di attesa, non in linea con le esigenze dei cittadini, fanno pensare che l'Ospedale pubblico sia solo utile per rilasciare convenzioni con il privato e non per risolvere i problemi direttamente.
Le liste di attesa, si potrebbero abbattere attraverso un atto regionale che imponga al dipendente pubblico di assolvere alle richieste di pubblico interesse e, secondariamente, attraverso l'attività in libera professione (vedi delibera Regione Emilia Romagna).
Ecco! Anche questo appartiene alle problematiche della Sanità Locale e, se si volesse essere operativi, basterebbe approvare in Conferenza dei Sindaci la Delibera applicata in Emilia Romagna e proporla alla Regione Marche, nella speranza di poterla applicare su Territorio Regionale, sempre che la Regione Marche ritenga prioritaria l'attività pubblica in campo sanitario.
Non basta lamentarsi, ma occorre agire, le parole lasciano il tempo che trovano, mentre le azioni formali potrebbero riservare soluzioni anche inaspettate.
Occorre opporsi al lento smantellamento del Madonna del Soccorso, attraverso atti formali che vadano nella direzione del ripristino dei servizi e dei reparti.

Oggi, a nostro avviso, non sono più accettabili soluzioni che taglino servizi e qualità al Madonna del Soccorso, nell'incertezza di un futuro su cui non abbiamo alcun controllo.

Premesso tutto questo, se qualsiasi Sambenedettese o altro cittadino della vallata iniziasse a chiedere dimissioni, saremmo i primi a sostenerle.

Siamo di fronte ad una sanità né equa e né solidale, sino al punto di stare a guardare al trasferimento di pezzi dell'emergenza del Madonna del Soccorso ad Ascoli Piceno, nonostante a breve si andrà ad istituire il numero unico regionale per l'emergenza.

Benito Rossi »

20/12/2016





        
  



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