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Bruno Mautone e i Kaimani distratti insieme per Rino Gaetano

San Benedetto del Tronto | Grande coinvolgimento e partecipazione del pubblico al Medoc al quarto incontro della rassegna In Art con Bruno Mautone e i Kaimani distratti per ricordare Rino Gaetano.

di Elvira Apone

un momento dell'evento del 23 ottobre

Domenica 23 ottobre al Medoc, l’associazione culturale Rinascenza ha presentato il quarto incontro della rassegna letteraria e musicale In Art, che ha come direttore artistico Annalisa Frontalini. Ospiti della serata, dedicata al cantautore Rino Gaetano, sono stati l’avvocato e scrittore Bruno Mautone, che ha illustrato il suo ultimo libro dal titolo “Chi ha ucciso Rino Gaetano?” (Revoluzione edizioni) e il gruppo musicale I Kaimani distratti (Massimo Modula voce e chitarra, Fabrizio Flisi piano e fisarmonica, Luca Angelici basso, Giacomo De Paoli percussioni), che ha reso uno splendido tributo al celebre cantautore calabrese.

Sorprendenti, sconcertanti e affascinanti le rivelazioni fatte dall’avvocato Bruno Mautone che, dopo lunghe e laboriose ricerche che avevano già dato vita al suo primo libro dal titolo: “Rino Gaetano. La tragica scomparsa di un eroe”, ha confermato le sue supposizioni in questo suo secondo lavoro, in cui ha dichiarato con la massima certezza che Rino Gaetano, in realtà, non fu vittima di un incidente stradale, ma venne deliberatamente ucciso perché personaggio scomodo e inviso al potere. L’avvocato ha, inoltre, spiegato, rispondendo con grande chiarezza e precisione alle domande della giornalista Teresa Valiani, che esisteva una sorta di servizio segreto filo americano che si occupava proprio di organizzare gli incidenti stradali di tutti quelli che, in qualche modo, davano fastidio al potere istituzionale. Rino Gaetano, dunque, venne eliminato proprio perché, attraverso i testi delle sue canzoni, non si limitava ad attaccare gli esponenti della vita politica italiana, ma, grazie al suo coraggio e alla sua lungimiranza, era riuscito a denunciare avvenimenti e persone ben precise e ben individuabili tra le righe dei suoi testi. Anche il legame di Gaetano con gli esponenti della loggia massonica P2 sembra essere indubbio, anche perché, come ha più volte ribadito l’avvocato Mautone durante la presentazione del suo libro, molti suoi amici e conoscenti avevano contatti più o meno diretti con la massoneria, e persino con il suo massimo esponente Licio Gelli. Bruno Mautone ha anche sottolineato di aver portato alla luce due interrogazioni parlamentari relative all’incidente del due giugno 1981, in cui perse la vita il cantautore, e ha denunciato la risposta omertosa del governo Forlani a quella tragica circostanza e la falsa ricostruzione dell’incidente fatta dalla televisione di stato.

Poi, alle 22,00 circa, il testimone è passato alla musica dei Kaimani distratti, che non solo hanno fatto proprio il repertorio di Rino Gaetano, ma, grazie alla passione e all’impegno che mettono in quello che fanno, sono riusciti a rendere a pieno lo spirito che anima le sue canzoni e a regalarle al pubblico di In Art in tutta la loro complessità e bellezza. Due ore, dunque, all’insegna della buona musica cantata e suonata da chi la musica non solo la ama, ma la sa anche fare bene.

Sia l’argomento sia la figura di Rino Gaetano, oltre alla sua produzione discografica, non potevano non sollevare ulteriori domande e curiosità, interrogativi, a loro volta, stimolo di riflessioni e di spunti che soltanto i protagonisti della serata potevano chiarire. Ecco cos’altro ha raccontato l’avvocato e scrittore Bruno Mautone:

“Come è nato il suo interesse per Rino Gaetano?”         

Bruno Mautone: “Ho conosciuto personalmente Rino Gaetano nel 1978 durante un concerto che tenne in un locale di Agropoli, il Carrubo. In quel contesto parlò di vari argomenti, che tra l’altro esulavano dalle tematiche che trattava nelle sue canzoni, e questo aspetto mi colpì. Inoltre, Rino Gaetano era uno dei miei cantautori preferiti così che, leggendo meglio e analizzando i suoi testi, ho notato che erano particolarmente intriganti e che lui non era il cantautore demenziale e del nonsense, come molti lo consideravano, ma, al contrario, descriveva situazioni e avvenimenti ben precisi e inquietanti. Così sono nati i miei due libri su di lui e sulle circostanze della sua morte”.

“Cosa pensa la famiglia di Rino Gaetano delle sue dichiarazioni?”

Bruno Mautone: “Inizialmente la sorella di Rino Gaetano sostenne che le mie ipotesi non erano vere e che nulla di strano era accaduto riguardo ai soccorsi che erano stati prestati al fratello dopo l’incidente. Tuttavia, dopo le mie documentate smentite, anche la sorella di Rino Gaetano, per la quale nutro profonda stima e affetto, non disse più nulla”.

“Che cosa ha provato man mano che faceva queste inquietanti scoperte su Rino Gaetano?”

Bruno Mautone: “Brividi sulla schiena e stimolo a continuare. Mi sono reso conto che la realtà superava l’immaginazione”.

“Cosa rappresenta la scrittura per lei? Divulgazione, amore per la verità, sfogo?”

Bruno Mautone: “ Divulgazione e amore per la verità. Ritengo che non sia giusto che Rino Gaetano sia considerato un cantautore demenziale, perché lui era una persona coraggiosissima che ha scritto fatti incredibili inerenti al potere negativo. La mia scrittura nasce, quindi, non come uno sfogo, ma per amore di verità e per rendere giustizia alla figura artistica di Rino Gaetano”.

“Una curiosità: tempo fa la RAI ha trasmesso una fiction su Rino Gaetano. Cosa ne pensa?”

Bruno Mautone: “ Si tratta di una sceneggiata pietosa che ha falsificato la verità. Questo non lo dico solo io, ma lo hanno sostenuto molte persone che conoscevano Rino Gaetano, come, per esempio, Mimì Messina, che ha frequentato le scuole medie a Nardi con lui e gli è anche stato vicino durante i primi anni della sua carriera; anche lui ha detto che si è trattato di uno sceneggiato fasullo e falsificante”.

“Come spiega il grande successo che sta avendo il suo libro? È dovuto soprattutto all’interesse per la figura di Rino Gaetano?”

Bruno Mautone: “ Sì, è dovuto soprattutto all’amore e all’interesse che milioni di fan, anche dopo la sua morte, gli hanno dimostrato. Inoltre, questo libro non si basa su semplici ipotesi personali, ma su ricostruzioni supportate da documenti e da dati di fatto”.

“Pensa che iniziative come questa possano destare interesse nel pubblico e magari anche avvicinare la gente alla lettura?”

Bruno Mautone: “Assolutamente sì. Sono belle iniziative che aiutano anche alla diffusione di verità

misconosciute o non propagate dai mezzi ufficiali di comunicazione. Io ho fatto già trecento presentazioni in circa quattro anni, di cui alcune anche all’estero, e questo per me è un vero record oltre che una grande soddisfazione”.

“Dunque Rino Gaetano è conosciuto anche all’estero?”

Bruno Mautone: “Sì, Rino Gaetano è conosciuto in alcuni paesi dell’ex Jugoslavia. Io sono stato invitato, per esempio, dall’università di lingua macedone di Skopje e dall’università di lingua albanese di Tetovo. Sono rimasto meravigliato anch’io dall’interesse che Rino Gaetano ha destato in certi paesi dell’est, più che in quelli europei. Una studentessa di scienze politiche dell’università di Tetovo mi ha detto che farà addirittura la tesi sul mio libro”.

“Pensa di aver reso giustizia alla figura di Rino Gaetano?”

Bruno Mautone: “ Penso di sì, anche se la figura di Rino Gaetano è così grande che meriterebbe molto di più rispetto all’interesse suscitato da questo mio libro.”

Simpatici, brillanti, divertenti, Massimo Modula e Giacomo De Paoli dei Kaimani distratti hanno parlato di sé e della loro passione per Rino Gaetano:

“Come e perché è nato il gruppo dei Kaimani Distratti?”

Massimo Modula: “ È nato per caso, come forse avrebbe voluto Rino Gaetano. Non credo, infatti, che Rino avrebbe apprezzato le tribute band; invece, il nostro gruppo è nato nel modo più naturale e scherzoso possibile: tempo fa ci chiesero una serata in un bar del centro, io e Giacomo avevamo già una band e qualche cover, tra cui alcune di Rino Gaetano, e così pensarono di coinvolgere me, Giacomo, Beppe Ardito e Daniele Maggioli, un altro cantautore riminese. Da lì sono incominciate a piovere le richieste. Era il 2008, ogni volta doveva essere l’ultima data e invece siamo ancora qui”.

“Perché avete scelto proprio le canzoni di Rino Gaetano?”

Massimo Modula: “Come dicevamo non siamo stati noi a sceglierle…”.

Giacomo De Paoli: “ … ma ci hanno scelto loro”.

Massimo Modula: “Anche il nome del gruppo, Kaimani distratti, è vero che è stato preso da una frase presente nella canzone “Ahi Maria” di Rino Gaetano, ma in realtà ci è sembrato che ci rappresentasse”.

Giacomo De Paoli: “Come succede in genere a tutti quelli che amano Rino Gaetano e che, in fondo, ci si ritrovano; noi siamo così, scanzonati, un po’ distratti, ce la prendiamo comoda in certi momenti, anche se quando suoniamo siamo immersi completamente nella musica, poi in qualche maniera ci siamo permessi di fare nostre le canzoni di Rino perché si prestano molto alla personalizzazione. La canzone in sé si presta a essere trasformata in tante altre canzoni.

“ Avete trovato qualcosa di voi in Rino Gaetano e se sì che cosa?”

Giacomo De Paoli: “Assolutamente sì. Soprattutto il suo punto di vista sulla società, il suo schierarsi dalla parte delle persone che subiscono, il suo modo di vedere l’Italia, la politica, certi aspetti piacevoli e spiacevoli, paradossali. Il fatto che le canzoni di Rino continuino a essere attuali ci conferma che nulla è cambiato”.

Massimo Modula: “Non si sa se questo sia un merito di Rino o dei politici…”.

Giacomo De Paoli: “Una cosa molto interessante è anche la trasversalità delle persone che apprezzano Rino Gaetano, per cui ai nostri concerti ci capita di trovare persone di tutte le età, dai bambini ai giovani fino alle persone mature”.

“Pensate di aver contribuito a far avvicinare alla musica di Rino Gaetano anche chi non lo conosceva?”

Giacomo De Paoli . “Certe volte sì, penso che talvolta, magari andando a scovare canzoni meno popolari, a qualcuno abbiamo portato delle novità.”

Massimo Modula: “Secondo me abbiamo trasmesso anche la follia. Abbiamo scoperto che ai nostri concerti la gente si diverte proprio perché noi abbiamo questa vena folle e poi perché, in genere, cantiamo in due o in tre, cioè non c’è solo un cantante; poi non dico che abbiamo stravolto i pezzi, ma sicuramente li abbiamo cuciti su di noi e questa cosa, questa semplicità, questa autenticità probabilmente ha conquistato il pubblico dei locali”.

“A questo proposito, cosa ne pensate di serate come questa in cui il cantante si trova a esibirsi in mezzo al pubblico, a contatto diretto con la gente?”

Giacomo De Paoli: “Questa è per noi la condizione ideale, proprio perché noi cerchiamo di avvicinarci alla gente, e le canzoni di Rino offrono questa possibilità. Invece di mantenere una distanza, noi cerchiamo proprio il contatto; il più delle volte, infatti, quando è possibile, coinvolgiamo il pubblico, lo facciamo cantare; il nostro obiettivo e quello di creare uno scambio umano. La musica è un pretesto per incontrare e incontrarsi”.

E sempre in linea con lo spirito di Rinascenza, domenica sera diverse forme d’arte, tra cui la musica, si sono incontrate e hanno fatto incontrare, hanno unito in un unico abbraccio tutti quelli che, in memoria di un artista intelligente, originale e contro corrente, hanno scelto di condividere quei momenti di pura bellezza che solo l’arte riesce a donare.

 

 

25/10/2016





        
  



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