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"Il Destino del Papa Russo" di Mauro Mazza a "Scrittori sotto le Stelle"

San Benedetto del Tronto | Nella gradevole cornice del Circolo Nautico Sambenedettese, il noto giornalista romano, ha presentato il suo ultimo libro, un romanzo di straordinaria qualità e densità.

di Umberto Sgattoni

La domenica di "Scrittori sotto le Stelle" all'insegna di un libro (e di un autore) che - a nostro modesto avviso e convinzione - farà parlare di sé: "Il Destino del Papa Russo" edito da Fazi Editore e scritto da Mauro Mazza.

L'appuntamento culturale - come ha sottolineato il Presidente de "I Luoghi della Scrittura" Mimmo Minuto - è stato realizzato in collaborazione con il Club degli Incorreggibili Ottimisti, e nell'ambito e nel contesto dell'efficace operato in sinergia ed in rete della nuova realtà "Mosaico Piceno" (cui hanno aderito, collaborano e convergono un ampio numero di associazioni cittadine e territoriali).

Mauro Mazza - dunque - giornalista di navigata esperienza ed alto profilo (già direttore del TG2, di RaiUno e di Rai Sport), a San Benedetto del Tronto, nell'ambito della rassegna editoriale cittadina, per presentare (e parlare) del suo ultimo libro, un romanzo, il suo secondo romanzo: il Destino del Papa Russo.

Un romanzo, che stando a quanto emerso dalla densa ed interesssante conversazione con l'autore - instaurata ed innescata dalla sapiente conduzione dell'Avvocato Silvio Venieri - sembra davvero avere uno spessore assolutamente rilevante; magistrale non soltanto sotto il profilo puramente narrativo (e dunque inerente alla fascinazione ed alla qualità dell'inventio letteraria, del romanzo in sé), ma anche sotto quello più squisitamente relativo alle opportunità ed agli spunti di riflessione che esso genera e produce, e che dalla sua lettura ne scaturiscono.

"Una storia inventata" ha detto il Venieri del romanzo, nella sua introduzione "ma ancorata sui dati del presente".

"Sì," ha affermato Mauro Mazza "un romanzo che è scaturito dall'osservazione delle cose del mondo".

Il quale, ha poi aggiunto come il presupposto cardine del suo romanzo sia la questione che si porrebbe, ("lunga vita a questo Papa" ha sottolineato Mazza) al momento della successione di Papa Bergoglio.

Cosa accadrebbe?

Il romanzo di Mauro Mazza ha immaginato l'elezione al conclave del primo papa russo della Storia, Nikolaj Sofanov, amico di infanzia di Vladimir Putin.

Di qui, la trama avvincente, si condisce e si articola in intrighi, situazioni e dinamiche che solo chi avrà il piacere di leggerlo, potrà assaporare a pieno.

"Una creatura, questo mio libro, che ha avuto cure davvero particolari da parte mia" ha rivelato il giornalista romano, essendosi egli alleggerito dagli impegni e responsabilità pressanti, da lui sostenute ed avute nel recente passato in Rai.

Un'opera di fantasia (in quanto romanzo), dunque, Il Destino del Papa Russo, ma su fondale storico.

E che affonda le radici, nell'humus fecondo e complesso della Storia degli ultimi 40 anni; o forse sarebbe meglio ancora dire degli ultimi 100, se consideriamo che, proprio nel 1917, ebbero luogo due eventi di particolare importanza (anche nella logica intrinseca del romanzo): la Rivoluzione Russa e l'Apparizione della Madonna ai pastorelli di Fatima.

Un romanzo - quindi - che trova la sua ragion d'essere (ed affonda le sue radici) nella Storia dell'ultimo secolo: nell'aggrovigliato intreccio di temi, ragioni, questioni e problematiche che l'hanno caratterizzato. E che si proietta nel futuro della "fanta-politica", offrendo tuttavia notevoli, seri e solidi spunti di riflessione (ed illuminazione) su fatti e questioni, cruciali, scottanti ed ineludibili.

Ponendosi quesiti - partendo dalla finzione letteraria - e domande reali e legittime e schiudendo riflessioni e prospettive, che vanno decisamente oltre il romanzo stesso.

Un romanzo che, - se per sua stessa natura e carattere peculiare è di per se stesso opera di invenzione e fantasia - nell'innestarsi in un terreno ricco di suggestioni extra-letterarie e che toccano la carne viva di questioni, situazioni e prospettive cruciali (in potenza o comunque assolutamente verosimili o possibili), assume la valenza (se non l'urgenza) di una più ampia riflessione sulla Storia che abbiamo alle spalle; su quella che stiamo vivendo; su quella che andremo a vivere.

Un romanzo, dunque, che si pone come un'intensa e densa full-immersion in uno scenario che - in quanto romanzo ha (e potrebbe avere) il beneficio di non sentire il peso di dover perseguire giornalisticamente la funzione di registrare con rigore ed aderenza più esatti possibili, il dato reale - ma che, vuoi per il contesto storico in cui è calato, vuoi per i personaggi storici, le dinamiche verosimili, le questioni cruciali (sia attuali che in prospettiva) che solleva e tratta, non può da esso - il dato reale - esulare.

D'altronde, le situazioni, le questioni ed i temi sollevati dalla narrazione non possono che essere di forte richiamo e riferimento al dato reale stesso (o da quello comunque potenziale e verosimile) che ci interessa e ci tocca nel vivo: come europei, come occidentali, come cristiani.

Un romanzo, quindi che è frutto di invenzione sì, ma che non può lasciare indenni da eventuali disamine o riflessioni che da esso naturalmente scaturiscono.

O forse, chissà, vogliono essere provocate.

Un romanzo - Il Destino del Papa Russo - che nei suoi temi, nel suo intreccio, nella sua costruzione fittizia, ha comunque ingredienti di assoluta verosimiglianza, nei quali, una debita riflessione sul dato reale, sulle prospettive geo-politiche, sui destini della nostra civiltà, non possono in alcun modo essere elusi.

Un romanzo che in sé conserva e mescola, con sapiente misura e dosaggio, la suggestione letteraria e romanzesca (e dunque dell'invenzione e della fantasia), con quella del dato storico (reale o potenziale) da cui scaturisce fisiologicamente una disamina di prospettiva: in cui gli equilibri geopolitici, la battaglia culturale ed antropologica della nostra civiltà in declino, la Vocazione e la Missione evangelizzatrice della Chiesa nel Mondo e nella Storia e tanti, tanti altri elementi in gioco, fanno la loro parte ed hanno il loro peso e significato.

Una grande tecnica narrativa quella del Mazza, che nella "forma-romanzo", consente di far trapelare ed emergere temi, questioni e riflessioni che incidono, magari non nell'immediato, ma probabilmente più a fondo, di quanto - paradossalmente - un dato reale ed immediato, e fors'anche un'inchiesta giornalistica siano in grado di fare.

Misteri, magie ed incanto della letteratura.

Ed è d'altronde interessantissimo annotare come il Mazza, proprio nel parlare del suo romanzo, non abbia potuto esimersi dal parlare di quei dati reali (e del presente) di cui parlava nell'introduzione l'avvocato Venieri.

Quasi a preludio, a cifra ed a conferma dell'impronta che ha dato al suo romanzo.

Un romanzo, nel quale, il talento di squisito narratore, non perde mai di vista gli strumenti, lo sguardo acuto, il taglio e gli stilemi del valente giornalista.

Uno scenario in cui ostacoli, intrighi e macchine del fango fanno la loro parte.

Il romanzo, come già detto, si incardina su un pretesto di pura invenzione letteraria: e cioè che - come successore di Papa Bergoglio - il Conclave, elegga un papa russo, il primo papa russo, tale Nikolaj Sofanov, amico d'infanzia di Vladimir Putin.

Di lì, il romanzo procede e si inerpica su sentieri intricati e scoscesi; in cui una fitta rete di intrighi e situazioni delicate, d'un lato rendono piacevole la lettura ed avvincente la trama, dall'altro alludono, rivelano e lasciano trapelare, temi e questioni di prospettiva, che, se non hanno comunque il conforto del dato attuale e reale, tuttavia non perdono il loro senso in un'ottica di riflessione ad ampio margine; a lungo termine, diremmo.

Realtà, verosimiglianza e fantasia, dunque, si mescolano sapientemente nella narrazione, generando una felice commistione in cui elementi storici e fantastici, non possono - in ogni caso - lasciare indifferenti.

In che misura suggestione letteraria e spunti di riflessione possano essere contenuti nel libro e nel romanzo, sta ora al lettore, riscontrarli.

Un romanzo - di certo - con una trama solida ed efficace, in grado di mescolare la verità storica e documentale, con la freschezza della verosimiglianza romanzesca.

Un papa, Nikolaj Sofanov, che prenderà il nome di Metodio, che ha il sogno di vedere unite le due Chiese, d'Oriente e d'Occidente.

Non mancheranno nemici ed avversari, pronti ad impedire con ogni mezzo che questo sogno possa materializzarsi.

E proprio in questa dimensione, caratterizzata da trappole, veleni ed intrighi, che dovrà muoversi Papa Metodio.

Un romanzo che avvince e coinvolge; che desta curiosità e stimola la riflessione; ma che al tempo stesso si connota per la sua capacità penetrante di essere letto a più livelli, finanche escatologici, sotto il profilo della necessità di combattere una battaglia culturale ed antropologica (si direbbe di civiltà), in cui la lotta del Bene contro il Male necessita di fondarsi sulla riaffermazione di valori forti: quelli che la Chiesa, come annunciatrice della Buona Novella, si trova - spesso e volentieri - a dover difendere dall'assalto e dall'agguato dei lupi.

Un libro - Il Destino del Papa Russo - in cui l'eccellente qualità di giornalista del Mazza, va di pari passo con quella del talentuoso narratore.

"Figura assolutamente centrale e significativa nel romanzo" ha detto Mauro Mazza "è quella del Metropolita Nikodim", prelato ortodosso realmente esistito e deciso fautore del dialogo interreligioso e dell'ecumenismo russo.

E Nikolaj Sofanov, è Papa Metodio, il primo papa russo: che conserva nel cuore, un segreto (quello della profezia della Madonna di Fatima) ed un sogno (cioè la consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria).

Un papa che ha nel cuore la ferma volontà di superare i contrasti di quella che in fondo, - la divisione fra Chiesa Cattolica ed Ortodossa - come ha opportunamente annotato il Mazza (svestendo per un attimo i panni del romanziere e ricalandosi per un istante in quelli di giornalista) - è "una divisione politica e non teologica".

Un progetto di pace e di unità fra le due chiese, che può compiere soltanto un papa venuto dalla Russia ...

Un sogno, quello di Metodio, che vedrà il sostegno di Putin; ma non mancherà di attirare le attenzioni di nemici interni ed esterni, e l'ostilità di quel potere invisibile, sottile, sotterraneo e pervicace che vuole controllare i destini del mondo e dell'umanità: quella Fratellanza che si mette in moto per ostacolare in ogni modo il progetto del "papa russo".

Un romanzo che nel dipanarsi del suo articolato intreccio, non manca di aprire squarci di riflessione; una riflessione sulla Chiesa e sull'Europa; sulla progressiva scristianizzazione della civiltà occidentale (e del nostro continente); sul declino di una civiltà europea che nella sua Costituzione unitaria, ha rinunciato esplicitamente a fare riferimento alle radici giudaico-cristiane; su una civiltà in declino che non prende coscienza di quanto sia realistica il rischio di una vera e propria occupazione; e non meno della realtà di una Chiesa che deve fare i conti con le sue problematiche interne e quelle di un mondo che progressivamente tende alla scristianizzazione.

Un libro che non è un semplice romanzo. Diremmo davvero, qualcosa di più. Molto di più di un semplice romanzo.

"Una Chiesa" ha detto il Mazza "che torni, come auspicato ed affermato da Karol Wojtyla, a respirare con due polmoni: il Cattolicesimo e l'Ortodossia", la Chiesa d'Occidente e quella d'Oriente, la Chiesa Cattolica e quella Ortodossa.

Questo il sogno del protagonista del suo romanzo, Papa Metodio, al secolo Nikolaj Sofanov.

"Un libro assolutamente da leggere" ha detto Silvio Venieri, sottolineando come proprio in questi giorni, Il Destino del Papa Russo (edito tra l'altro dalla casa editrice di Elidio Fazi, originario dell'ascolano) stia affrontando - a motivo ed a conferma del suo successo editoriale - una seconda ristampa.

"Penso che Mauro Mazza possa diventare un cittadino onorario di San Benedetto" ha detto ed auspicato in conclusione Mimmo Minuto, decisamente soddisfatto della qualità dell'evento, dello spessore dell'ospite e dalla densità dei temi culturali affrontati.

 

04/07/2016





        
  



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