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Intervista a Simona Samarelli

Grottammare | L'attrice, cantante e ballerina il 5 e il 6 agosto sarà al 32° Festival nazionale dell'Umorismo di Grottammare

di Stefania Mezzina

Simona Samarelli

Il pubblico di Cabaret Amore Mio! attende l'attrice, cantante e ballerina Simona Samarelli, sul palco del 32° Festival nazionale dell'umorismo, organizzato dal Comune di Grottammare, dopo l'annuncio della presenza dell'artista, da parte del direttore artistico, Enzo Iacchetti.

Nell'attesa del 5 e 6 agosto, abbiamo parlato della sua partecipazione con il premio M.T.A-Italian Musical Theatral Award come miglior attrice dell'anno 2002, Premio "Musical Award" come miglior attrice femminile e Premio "Vittorio Gassman" per il musical "The Producers".

Simona Samarelli, conta, tra le sue esperienze, quella in televisione, nella puntata esclusiva Zelig- Le parole che non vi ho detto, con Enrico Brignano (andata in scena anche in teatro) e in teatro, nel musical "Flashdance", in "Brignano con la O" e in "The Producers", di Mel Brooks - ruolo di "Ulla", attrice protagonista, con Enzo Iacchetti e Gianluca Guidi e in "Serata d'Onore", di Gigi Proietti e in "Americano a Parigi", di Christian De Sica ed è stata Sandy, in Grease.

"Sono lieta di poter fare questa intervista, - è la risposta, prontissima, alle nostre domande - per dare il mio contributo a questo festival, che come tradizione ogni anno porta gioia nel cuore della gente".

Enzo Iacchetti l'ha fortemente voluta all'edizione 2016: cosa ne pensa?

"Per me è una persona di riferimento, è un artista che ama e rispetta molto il suo lavoro e lo vive nella maniera più semplice e corretta, come è giusto che sia, oltre ad essere molto umile e di gran talento. Lo stimo moltissimo e lo ringrazio nuovamente per avermi concesso questo spazio musicale, al quale lui tiene particolarmente".

Per la prima volta nel territorio?

"Con i miei spettacoli sono stata nelle vostra regione, le Marche, tante e tante volte, in diversi luoghi: perciò spero di ritrovare nel pubblico di "Cabaret amore mio", magari, qualcuno che mi ha già vista recitare nei vostri bellissimi teatri".

Cosa proporrà al pubblico del festival nazionale dell'Umorismo?

"Proporrò anche delle canzoni tratte da musical, che per me hanno un significato particolare. Ma, soprattutto, voglio divertirmi con il pubblico ".

La definiscono la nuova "Lorella Cuccarini": ama o odia questo paragone?

"Non amo i paragoni e non amo il termine odio, non mi si addice.

Non molto tempo fa mi avevano paragonata anche a Delia Scala, come anche a Monica Vitti, artiste che amo sempre ricordare con gran rispetto.

Anche se non amo i paragoni, sono onorata di essere stata paragonata anche a Lorella Cuccarini, perché è una numero uno, una grande artista, piena di talento, mi piace il suo modo di lavorare.

Ha saputo sempre rinnovarsi e misurarsi in cose differenti tra loro. Forse il paragone è scattato perché tanti anni fa io ho ricoperto il ruolo di Sandy in Grease, ereditandolo proprio da lei, ma non credo si possa fare un paragone. Ad ogni modo ringrazio chi lo pensa".

Cosa ama e cosa odia del musical e quali nuovi progetti ha in essere in quell'ambito?

"Del musical amo il grande potenziale espressivo che questa forma di spettacolo riesce ad abbracciare. Una grande capacità narrativa per più forme artistiche, la possibilità di potersi esprimere a 360 gradi cioè cantando, recitando e ballando.

Non in tutti i musical sono richieste tutte e tre le discipline insieme, ma, in genere, riescono a contemplare più forme artistiche allo stesso tempo e perciò danno molta possibilità di esprimersi.

Senza contare che per fare un musical bisogna essere molto allenati, esattamente come uno sportivo agonista! È un impegno fisico notevole e non solo per chi sta sul palco!!!! Io, pur amando molto recitare, come artista completa, per esempio, trovo limitante il fatto di chiudere l'espressione solo ad una di esse.

Sento il bisogno di poter spaziare cantando, recitando e ballando, senza dovermi limitare ad un'unica forma tra esse.

I musical, se ben fatti, divertono e coinvolgono molto il pubblico, sia grandi che piccini.
Ciò che non amo? L'idea che si dica che gli attori da musical siano attori di serie B, e che se fai l'attore da musical non puoi fare prosa!!! Un concetto credo inesistente all'estero. Su questo però ci sarebbe molto da parlare perciò mi fermo qui.

Per il futuro sono in attesa di risposte e come preferisco sempre fare, non ne parlerò finché le cose non saranno assolutamente definitive. Perciò su questo aspetto magari, ci aggiorneremo più avanti".

Lei è grande protagonista dei musical: è a conoscenza che nel territorio della provincia di Ascoli Piceno c' è un grande fermento in quella direzione?

"Sono a conoscenza del fatto che nel vostro territorio c'è molto fermento e che ci sono delle scuole che hanno assunto l'impegno di poter formare dei futuri nuovi talenti e questo mi riempie di gioia, perché poter dare ad altri la possibilità di studiare restando nella propria terra non è poco.

Quando ero piccola, nella mia Puglia non c'erano strutture che formassero in questo senso ed io sono dovuta andare lontano per tanti anni, anche all'estero, per capire, per imparare, per provare, per lavorare, facendo enormi sacrifici e rinunce.

Perciò, bravi coloro che danno vita a dei progetti per bimbi e ragazzi, che manifestano la voglia di conoscere questo mestiere, dando la possibilità anche di provare restando a casa propria, almeno finché è possibile.Non è poco, credetemi. 

Certamente insegnare è una grossa responsabilità e secondo me non tutti possono farlo. L'insegnamento è una missione seria e delicata perciò complimenti a chi si assume questo ruolo".

Vista la presenza di scuole, come l'istituto musicale Vivaldi, a San Benedetto del Tronto, della Fly Communications di Ascoli Piceno e di ulteriori realtà, che nel territorio propongono corsi per bambini e per adulti di musical e allestimenti, e alla luce della grande risposta nell'ambito degli stessi e dei consensi da parte del pubblico, cosa consiglierebbe agli artisti emergenti del territorio?

"Oltre a lavorare nello spettacolo, mi dedico anche io all'insegnamento e alla preparazione di nuovi talenti, mi piace moltissimo e mi auguro di poter presto collaborare con i vostri centri, sarebbe molto interessante.
Lei mi chiede cosa consiglio ai ragazzi: è un aspetto al quale tengo molto e che cerco sempre quanto prima, di far capire e trasmettere con molta chiarezza e serenità ai ragazzi.
Perciò, sia come artista che come insegnante posso dire che per fare questo mestiere bisogna prepararsi sempre e tanto e bisognerebbe essere sempre umili, ma allo stesso tempo scaltri, avendo lo spirito giusto per farlo, per affrontarlo, altrimenti è meglio lasciar perdere.

Sono le cose che mi sento di dire per tutelare se stessi e la strada che percorreranno. Certamente in questo mestiere la dose di fortuna serve, come in tutti i mestieri, del resto, ma la fortuna poi va sostenuta con il talento, anche per portarla avanti negli anni.Bisogna pensare di poter contare solo sulle proprie forze. 

È un mestiere che richiede perseveranza e dedizione. È un mestiere che fa sognare tanto, è vero, ma è fatto anche di delusioni e porte chiuse in faccia e spesso senza dei veri perché, perciò bisogna cercare di affrontarlo con la giusta filosofia.

Bisogna avere coraggio e perseverare, viverlo con serietà ma senza buttarsi giù, perché le delusioni sono dietro l'angolo e a volte si collezionano, ma bisogna andare avanti perché improvvisamente le cose cambiano e si è in un attimo al settimo cielo e sulla cresta dell'onda.

Questa ebbrezza può durare un po' di tempo e poi cambiare ancora. Ciò che conta è essere pronti a viverlo con serenità.

Ciò che ho imparato in questo mestiere? Che non si può mai cantar vittoria e che il posto che hai te lo devi guadagnare e difendere ogni giorno, in maniera corretta ed onesta, tirando fuori un po' i denti perché è un bellissimo lavoro ma molto, molto precario.

Ho sentito spesso fare discorsi ai ragazzi dove la frase "se ti impegni ce la farai se non ti impegni non otterrai nulla". Sacrosante parole, l'impegno è il fattore numero uno, però a volte succede anche che nonostante l'impegno o la preparazione le cose non vadano bene comunque come pensiamo.

Sarebbe ipocrita escludere totalmente il fatto che il nostro mestiere è fatto anche di tanti altri meccanismi che esulano dalla bravura.

Perciò come dico sempre "comunque vada, noi dobbiamo essere sempre pronti e preparati, e fare del nostro meglio e poi che il nostro mestiere è importante, ma ricordiamoci sempre di dargli la giusta dimensione, il giusto peso, perché non salviamo la vita a nessuno: semmai possiamo tentare di allietarla"!

26/07/2016





        
  



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