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La Sibilla di Americo Marconi

Grottammare | E' la Sibilla la nuova meta di Americo Marconi, scrittore marchigiano dall'indomita passione ed innata indole per il "viaggio interiore" fra le montagne dell'anima.

di Umberto Sgattoni

L’autore con due coltissime amiche: Roberta Carboni alla sua sinistra, Giuseppina Petrelli alla sua destra, i libri La Sibilla in mano.

La Sibilla di Americo Marconi.
È la Sibilla la nuova meta dello scrittore marchigiano Americo Marconi.

È su questa montagna - che è anche figura mitica, affascinante ed avvolta nel mistero - che ci conduce la sua indomita passione ed innata indole per il "viaggio interiore" fra le montagne dell'anima.

E così, dopo essersi incamminato sui sentieri dell'interminabile Grand Tour della "Montagna Infinita" - suo monolitico e precedente saggio - Americo Marconi si spinge e procede, con passo sicuro di ricercatore, itinerante verso la vetta di una montagna per così dire più intima, ma non per questo priva - o forse proprio per questo ancor più ricca - di mistero e significato.

La Sibilla, appunto.

L'autore, - concede in anteprima al nostro giornale - una intervista sul suo libro da poco uscito: "La Sibilla" edito da Marte Editrice.

1.
Nella "Montagna Infinita" hai fatto un giro nel mondo delle montagne sacre in 240 pagine; questa tua ultima densa monografia, si dedica - invece - unicamente ed interamente alla Sibilla: una figura mitica (e mitologica), ma anche una montagna della nostra zona (da cui peraltro, prende il nome la "nostra" porzione montuosa appenninica, i Sibillini).

Perché scrivere un libro sulla Sibilla? Quali i motivi, quali gli obiettivi, quali i sentimenti ed i propositi di fondo?

«Ebbene, i motivi li spiego in maniera estesa e puntuale nella "Giustificazione" che ho apposto quale "prefazione" all'opera.
Che dirti di più ... Senza alcun dubbio, quello per la Sibilla, è un fascino che mi ha sedotto sin da ragazzo e che mi ha preso sin da subito; nel suo alone di mistero e nel seducente incanto dei racconti che avevo e che ho avuto modo di ascoltare.
Poi, negli anni, le montagne affrontate - in fondo - sono state tante; ma questa, - la Sibilla - a tutti gli effetti è una montagna centrale sia geograficamente che sotto il profilo più squisitamente intimo e personale.
Questa montagna - la Sibilla - è il mio axis mundi: l'asse del mio mondo interiore.
Per Leopardi era un colle; perlomeno un'altura - avrebbe detto Cesare Pavese
(legato alle colline delle sue Langhe ndr) - intorno alla quale noi strutturiamo il nostro mondo interiore.
Per me, dunque, la Sibilla, sia per motivi alpinistici, sia sotto il profilo umano, interiore ed esistenziale è centrale e particolarmente significante.
Dopo tanti anni e tante salite, sentivo davvero anche io - avendola peraltro salita in tutte le condizioni (e in tutte le stagioni) - l'esigenza di raccontare, la mia Sibilla.
»

2.
Anche tu dunque, "stregato" - come lo scultore Pericle Fazzini - ed a modo tuo, ti addentri nel mistero e nell'incanto della Sibilla.

Quanta fascinazione c'è e quanto ha inciso - nella tua scelta di affrontare e dedicare un libro alla Sibilla - il tuo essere marchigiano? Possiamo dire che essa sia la montagna marchigiana per eccellenza?

Americo Marconi, sorride ed un barlume sembra illuminargli il viso. Poco dopo, riprende a parlare e mi confida:
«Sai, Andrea Maria Antonini mi definì uomo simbolo del Piceno; l'etimologia greca di simbolo vuol dire proprio "mettere insieme, riunire" riunire mare, sono nato e vivo davanti al mare, e montagna, la passione di una vita. E caleidoscopiche sfumature dell'anima del Piceno, non meno che della mia.
Nel merito della Sibilla, invece ti dico che sicuramente è la montagna più famosa; considera che essa è già presente nelle cartografie del 6-700 ...
L'essere marchigiano - senza alcun dubbio - nel viaggio che ho affrontato nel libro è stato determinante; sai che stai addentrandoti in qualcosa che ti appartiene nel profondo. Ed approfondisci.
»

3.
Nella quarta di copertina, leggo testualmente che sei medico, appassionato di alpinismo ed umanista.
Cosa significa per te definirti o essere definito umanista?

Americo Marconi, abbozza un sorriso, sembra quasi schermirsi, nella sua gioviale bonomia e mi sussurra:

«Mi piacerebbe che rispondessi tu.»

Ci penso un attimo e dico a me stesso che forse ha voluto celiare.
Ma sul momento, sono troppo preso dalla conversazione.
Americo Marconi mi dà l'impressione di colui che ha il passo sicuro di chi conosce il sentiero di montagna che sta percorrendo.
E per non attardarmi, sento il bisogno di riprendere il "cammino".
Solo a casa - riordinando appunti ed idee raccolte per l'intervista, mi chiederò come mai - alla domanda che gli avevo posto, egli abbia invece voluto stimolare - per contro - una mia domanda ed una mia risposta.
Voglio davvero pensare e credere, che la sua non risposta, voglia essere stato un suo invito personale a me - e a tutti noi - ad intraprendere un viaggio interiore.

Di lì, proseguo l'intervista ...

4.
Nel Trecento, nel bel mezzo di una crisi interiore, un vero e proprio umanista come Francesco Petrarca, fece il proponimento di intraprendere l'ascesa al Mont Ventoux (il Monte Ventoso), in Provenza; e strada facendo - nel suo faticoso procedere - prende sempre più consapevolezza che la sua ascesa al monte, altro non è che la simbolica e faticosa ascensione di un cammino spirituale alla ricerca della pace interiore in Dio. E non, una semplice "escursione alpinistica".

A te che sei particolarmente attento - come appassionato di montagna e di spiritualità - a queste "colleganze", domando:

a) Quanto ritrovi di te nel viaggio del poeta aretino?

«Adesione totale. Ogni salita, è solo interiore. Prima, immaginata; poi, reale. L'uomo, non sale con un corpo. L'uomo, sale con un corpo e con uno spirito.
Cassirer definisce l'uomo un animale simbolico, io direi un essere simbolico che, se vede una montagna, vede un luogo che riunisce il cielo alla terra e in un atto interiore lo sale. Un'ascesa verso l'alto. Verso il mistero, come per la Sibilla.
»

b) Quale caleidoscopio di sentimenti ritieni possano esservi insiti nel rapporto fra un uomo in ascesa ed una montagna da "ascendere"? [Solo una sfida fra l'uomo, i suoi limiti e la natura; o anche e soprattutto un percorso ascetico, come riferivamo sopra nel caso del Petrarca] ...

«Nelle montagne di difficile ascensione tecnica può avere, - non è il caso della Sibilla - può avere prevalenza l'impegno fisico, la preparazione tecnica; ed è magari solo in un secondo momento che nasce la riflessione. Se saliamo la Sibilla - dai versanti più noti ed accessibili - una persona che ha comunque intimità con l'ambiente non può che viverlo come ti ho già espresso ripetutamente, come uno straordinario ed appassionante viaggio interiore. Per me, non c'è mai solo la fisicità.»

c) E quanto profondamente può - a tuo avviso - stabilirsi il rapporto tra uomo e Dio o tra uomo e Natura (in una dimensione, per così dire panica) in un'esperienza che vede l'uomo confrontarsi con il trascendente ed il sacro attraverso la "mediazione" della montagna?

«Un silenzio metafisico, che parla. Quando sei sul monte Sibilla avverti di essere in un luogo di silenzio e luce che sa restituire le voci lontane.
Ecco, quindi, la presenza del sacro; come restituzione di qualcosa che è lontano, ma non scomparso.
»

5.
Torniamo per un attimo al libro. Esso è strutturato in tre parti ben definite: la prima, vero e proprio saggio che ripercorre la Sibilla su entrambi i "versanti" (quello mitologico e quello montuoso) in un gioco di specchi tra passato e presente, stimolando tanti motivi di riflessione e di espansione; la seconda, una vera e propria antologia che, partendo dalle sue origini etimologiche ne risale e ricupera le varie fonti, ispirazioni e citazioni pervenute attraverso filosofi, poeti, cavalieri, romanzieri, occultisti, geografi, pittori e scultori; la terza infine, una storia vera - di cui sei stato testimone - che trasuda di vita e di atmosfera ispirata da quella stessa montagna.

Cos'è per Americo Marconi la Sibilla, come montagna? Quale poesia, quale magia ed incanto, quali sensazioni e riflessioni ti produce, (se credi, anche citando tue personali o indirette esperienze) ...

«Voglio partire dalla vita reale. Dall'amico Guerrino Amici e dalla sua storia; una storia davvero toccante, una persona davvero straordinaria. E chi leggerà il libro, avrà modo ed occasione di saperne di più.
Sì, Guerrino si chiama davvero proprio come il protagonista dell'appassionante opera letteraria di Andrea da Barberino (
Guerrin Meschino ndr); e la sua storia - e la sua bellissima storia d'amore con Licetta - non è meno esemplare ed affascinante. È la storia di una bella e straordinaria persona, che in un dato momento della sua vita, si è messo in viaggio, in cammino, in un lungo ed impervio itinerario di vita non privo di asperità e sacrifici, per poi tornare a sé stesso, alla sua Sibilla.
Per quanto mi riguarda - invece - se tu una montagna la conosci; la sali per 30 volte; la sali in tutte le varie fasi del tuo sviluppo umano e personale e con tutti i problemi, le speranze ed i sogni della tua vita ... Ebbene, quella montagna, diventa parte di te stesso, testimone di te stesso; non può che diventarlo!
Paesaggio dell'anima, in una sorta di reciproco permearsi, che si fa autentico viaggio interiore, proprio nel senso etimologico del termine: intus - cioè dentro -, nel profondo. Dentro te stesso e nel mistero che è celato nella montagna.
»

6.
Cos'è per lo scrittore Americo Marconi, la Sibilla, come figura mitologica?

«Una figura mitologica, d'accordo. Ma è davvero l'espressione dell'archetipo femminile, in tutte le sue manifestazioni, positive e negative: Positive (Grande Madre, Cibele, Pizia, Sibilla); Negative (Proserpina; Circe, Alcina, Strega).
Ed in più ravviso una sua assoluta attualità: ogni donna che ha una visione del futuro e si applica e produce affinché questa visione si realizzi, si concreti, si concretizzi, si storicizzi nella realtà, è una Sibilla.
»

7.
L'Antro della Sibilla - chi avrà modo di leggere il libro lo constaterà - è praticamente inaccessibile.

Cosa puoi dirci o si può dire della Grotta della Sibilla?

«Vedi, al di là delle più disparate considerazioni, solo Antoine De La Sale (1420), lo fa e ne dà una descrizione dettagliata. Nessuno sa o può dirci di più, le altre sono suggestioni: di avvallamenti del terreno, cenni di cunicoli, una data incisa che, affascinante, ancora rimane.
Come ho avuto modo di scrivere nel libro, la Sibilla si è voluta rinchiudere dentro la montagna; ma come pure ho aggiunto, "al giorno d'oggi la profetessa Sibilla ostinata tace [...] o vuole suggerirci un'altra via? Ma quale? La via del Silenzio. Un Silenzio rispettoso del mistero che avvolge ogni mito, rimandando al muto stupore ogni risposta".
»

8.
La Sibilla, rispetto a molte altre figure mitologiche pagane e pre-cristiane, è stata per così dire "fortunata" ed è sopravvissuta all'impatto del tempo e della profonda cristianizzazione della civiltà e cultura occidentale.

Quali sono secondo te i motivi di tale fortuna?
«Ebbene, parto da un principio di fondo. La diffusione della Sibilla - sin dai tempi antichi e nei suoi tanti nomi - era grande; molto diffusa, perché tanto diffuso era il bisogno di conoscere il futuro.
Sant'Agostino la cita nella "Città di Dio".
Nel vedere i barbari che occupano e devastano Roma, l'Ipponate capisce l'importanza della Sibilla; in fondo, una veggente apocalittica.
Una Sibilla che ha previsto la fine del mondo; lui, - Agostino - che stava vivendo la fine di un mondo.
Quindi, Agostino capisce che la Sibilla è un personaggio di assoluto rilievo e decisamente credibile sotto il profilo femminile, persino ancor più delle profetesse bibliche.
A livello di iconografia cristiana poi, la Sibilla, la vedremo accanto ai profeti; presente nella Cappella Sistina, ma anche nei rivestimenti marmorei della Santa Casa di Loreto (entrambe sotto l'impulso del mecenatismo del pontefice Giulio II); nelle nicchie - infatti - sono presenti 10 Profeti in basso e 10 Sibille in alto. Di grandissima forza espressiva.
Il nostro Fazzini, fece un Profeta ed una Sibilla ...
»

Lo fermo.
Il nostro tempo per l'intervista, purtroppo è scaduto.
Americo Marconi è uno straordinario conversatore e suadente e coinvolgente affabulatore. E sia pur innamorato della montagna, diventa davvero "vulcanico" quando innescato nella conversazione.

Non resta che augurare il miglior successo non soltanto all'autore, ma anche al libro [La Sibilla - Americo Marconi - Marte Editrice] che è peraltro, di pregevolissima fattura editoriale e proposto ad un prezzo decisamente economico.

 

13/05/2016





        
  



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