Giorgini: "Primarie Pd: San Benedetto come Napoli ..."
San Benedetto del Tronto | Durissimo l'affondo dell'esponente del M5S

Giorgini
Durissima la critica di Peppino Giorgini, Consigliere Regionale del M5S ed esponente grillino cittadino, nel merito delle Primarie Pd sambenedettesi, di qualche giorno fa.
"Anche a San Benedetto come a Napoli, le primarie del PD - di democratico - sembrano avere ben poco: sembra più una resa dei conti fra le diverse correnti interne che lottano per impossessarsi del potere", afferma Giorgini.
E rilancia: "Le operazioni di voto per la scelta del candidato del Pd e del centrosinistra sono stati l'ultimo atto di un teatrino imbarazzante che sconfina nell'offesa per i cittadini sambenedettesi."
Il Giorgini prosegue nel suo aspro giudizio, sostenendo come - a suo avviso - consegnare per i prossimi cinque anni il governo della città all'attuale classe politica locale sarebbe "un suicidio".
E sottolinea come si ripropongano le stesse facce e gli stessi nomi e, negli ultimi decenni vi sia stato - a suo avviso - più interesse a contendersi le poltrone che a risolvere i problemi dei cittadini.
"La nostra città" - asserisce Giorgini - "ha il più elevato tasso di disoccupazione giovanile della Regione; una quantità di consumo del territorio pari, forse, solo a quello realizzatosi nell'immediato dopoguerra; valori sempre più elevati di tasse pagate dai cittadini a fronte di servizi sempre più scadenti; una stagnazione totale dell'economia locale".
La ricetta per il rilancio della Città, secondo Giorgini è affidarsi al M5S: "siamo gli unici pronti ad affrontare la vera sfida elettorale che ci aspetta con una squadra di persone capaci e preparate, che mettono al primo posto la ricerca di soluzioni concrete ai problemi che riguardano le famiglie, le imprese e tutti i cittadini del nostro splendido e amato territorio."
Ed aggiunge: "Con Giorgio Fede, come candidato sindaco, San Benedetto ha la grande possibilità di rialzarsi; ma per farlo, occorre che i cittadini ci diano una mano per liberarci di questa casta di politici e burocrati".
E infine, conclude: "Ci accusano di essere comunisti, poi di essere fascisti: ma in realtà il sistema ha una grande paura di noi. Ha paura perché rappresentiamo l'unico vero elemento di rottura con il passato e la reale speranza di cambiamento di questa città; e questo, perché non abbiamo alcun tipo di legame con i poteri forti, che possano, in qualsiasi modo, condizionare il nostro lavoro."
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10/03/2016
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Betto Liberati