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Pioggia di critiche sulla riforma sanitaria di Ceriscioli

San Benedetto del Tronto | Per Roberto Ghiselli, Segretario regionale Cgil delle Marche non c'è un progetto e la Delibera di Giunta per il riordino di 13 Ospedali di comunità in pratica fa bocciare due mozioni in Consiglio della Lega nord e del Movimento Cinque stelle.

di Felice Di Maro

Ad Ancona venerdì 12 febbraio con una manifestazione di Cgil, Cisl e Uil i pensionati marchigiani hanno protestato contro la riforma della sanità. Le motivazioni come si legge in un volantino sono per "le promesse mancate" e "le decisioni unilaterali". Le prime vanno dal mancato potenziamento delle cure domiciliari, istituzione del Fondo regionale di solidarietà per compensare gli aumenti delle rette nei servizi residenziali e semiresidenziali per anziani, disabili e persone con disturbi mentali, mancato convenzionamento di 400 posti letto di Residenza Protetta per anziani non autosufficienti e mancata attivazione delle Case della Salute anche per assenza di accordo con i Medici di famiglia.

Le decisioni unilaterali riguardano la scomparsa dei posti letto di lungodegenza e il Day Surgery (ciclo breve) e gli ospedali di Comunità.
Proprio per gli ospedali di comunità il 22 febbraio la Giunta della Regione Marche con relatore il Presidente della regione Marche, Luca Ceriscioli, ha approvato una Delibera che ha per oggetto: "Adeguamento delle Case della Salute tipo C, ridefinite Ospedali di Comunità, in coerenza con gli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all´assistenza ospedaliera di cui al DM 70/2015. Revisione della DGR 735/2013 e DGR 920/2013 e DGR 1476/2013.

In tempo reale con un comunicato del 24 febbraio Roberto Ghiselli, segretario generale Cgil Marche, ha fatto la seguente dichiarazione: "Sulla sanità, la giunta regionale sembra muoversi senza un progetto e un'idea organica di riforma. I singoli provvedimenti che vengono presi sono all'insegna dei tagli e non della riorganizzazione. La politica, complessivamente intesa, a tutti i livelli, sta giocando una partita più di conservazione che di riforma".

Premesso che con la manifestazione citata che era stata preparata con cinque assemblee a fine gennaio nei capoluoghi di provincia i sindacati dei pensionati Spi, Fnp e Uilp avevano dichiarato il loro no ad una riorganizzazione della sanità esclusivamente decisa da Regione ed Asur. Avevano anche spiegato che come si sta facendo si mette a rischio la tenuta del sistema sanitario pubblico e universalistico. Al riguardo quindi si attendeva che Luca Ceriscioli aprisse almeno un confronto con i sindacati dei pensionati. Invece niente e c'è nelle Marche la necessità di un dialogo sociale che coinvolga cittadini e lavoratori per una riforma vera della sanità che ovviamente deve mettere al centro le persone e i territori.

Il riordino della sanità deciso con la delibera citata non ha raccolto il messaggio della manifestazione con la quale si è chiesto più servizi territoriali, meno liste d'attesa, meno sprechi in doppioni e cosa molto importante meno regali al crescente mercato della sanità a pagamento. Al riguardo per la Cgil, l'obiettivo è chiaro e si tratta di "Ridurre la discussione ai piccoli ospedali ed ai punti nascita" cosa che è una presa in giro proprio per la comunità. I veri sprechi stanno altrove e in tal senso "il tema della riorganizzazione delle reti cliniche va ripreso nel suo complesso".

Una domanda è d'obbligo. Cosa si vuole nelle Marche per la sanità?
Nel comunicato citato Ghiselli indica un percorso: "E' necessario ampliare la questione al tema delle 40 Case della salute che sarebbero necessarie nella regione comprese quelle da aprire nei centri urbani". I temi caldi sono per i 2000 posti letto extra-ospedalieri che andrebbero accreditati per anziani e disabili con potenziamento delle cure domiciliari necessarie per non lasciare sole le famiglie con le persone ammalate nonché rafforzare la prevenzione con nuove assunzioni che andrebbero impiegate in questi servizi strategici evitando i pesanti tagli sul personale pubblico e quello impiegato negli appalti e nelle attività convenzionate.

Il presidente che è anche Assessore alla Sanità, Luca Ceriscioli, nel Consiglio regionale di martedì 23 febbraio ha difeso la sua riforma sanitaria varata con la Delibera citata intervenendo su due mozioni discusse insieme ed entrambe respinte con 10 voti favorevoli e 15 contrari. Quella della Lega Nord (n.56) era sulla situazione dell'entroterra maceratese e quella del Movimento Cinque stelle (n. 73) impegnava il Presidente e la Giunta regionale a disporre l'immediata sospensione delle operazioni in atto e di adottate misure di "riorganizzazione" dei servizi ospedalieri e di emergenza nonché a promuovere un tavolo tecnico per un approfondito dibattito e confronto tra gli uffici regionali ed i commissari della commissione consigliare competenti, i sindaci dei comuni interessati, i cittadini, il personale sanitario finalizzato al raggiungimento di una riorganizzazione condivisa delle strutture sanitarie presenti sul territorio regionale.

Dal dibattito su queste due mozioni si coglie bene che Ceriscioli è stato accusato di impoverire le strutture sanitarie pubbliche a vantaggio della sanità privata. Ha però così risposto: "Si dice sempre che la riforma vuole favorire la sanità privata al posto di quella pubblica come se la trasformazione portasse queste strutture da pubbliche a private, ma così non è".

Ok Presidente Ceriscioli. Ci faccia vedere cosa succederà nella Regione Marche con la sua riforma!

26/02/2016





        
  



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