CHE COSA STA ACCADENDO A PIEVEBOVIGLIANA? SECONDA PARTE
Pievebovigliana | Ci sono novità riguardanti Pievebovigliana
di Elvira Apone
Ci sono novità riguardanti Pievebovigliana, o meglio, quell'area nei pressi nel convento di San Francesco dove, qualche tempo fa, su indicazione del militante cinque stelle Fabio Bottiglieri, era stata rilevata la realizzazione di una collinetta composta di materiale di scarto proveniente dallo stoccaggio di terre e rocce.
Fedele alla propria volontà di fare luce su quanto stava avvenendo, Bottiglieri mi ha nuovamente segnalato che questa stessa zona è stata ora posta sotto sequestro dal corpo forestale dello Stato in seguito alla richiesta della Procura. Sembra, infatti, che ben cinque ettari di terreno vicino a Pievebovigliana siano stati utilizzati, senza legale autorizzazione, come deposito di residui ricavati dall'escavazione di alcune gallerie previste dal progetto "Quadrilatero Marche Umbria".
Si tratta di un progetto basato sul completamento di due assi viari (come quattro lati di un quadrilatero), quello Foligno-Civitanova Marche e quello Perugia-Ancona, nell'ambito della Pedemontana Fabriano-Muccia/Sfercia, il cui costo complessivo è stato stimato oltre due miliardi di euro, non tutti, però, a carico dello Stato. È stato previsto, infatti, un cofinanziamento da parte del PAV (Piano di Area Vasta), che comprende ben cinquantotto comuni marchigiani e umbri, che, in teoria, beneficerebbero, soprattutto sul piano economico, del potenziamento di questa rete stradale.
Eppure, Legambiente aveva espresso tutta la propria disapprovazione nei riguardi di questo progetto viario, prevedendo un impatto negativo su tutto il territorio coinvolto, il cui sviluppo è basato sull'attività agricola, sulla qualità delle risorse culturali e paesaggistiche e sull'alto livello dell'offerta turistica.
Insomma, per Legambiente erano altre le priorità su cui bisognava investire, come, ad esempio, quella del trasporto ferroviario nel centro Italia, ancora troppo carente, oppure quella della sicurezza stradale. Non riteneva giusto, infatti, che molti comuni umbri e marchigiani rinunciassero a realizzare opere molto più utili alla comunità per finanziare la costruzione di strade che, come sempre accade, è interamente a carico dello Stato.
Di contro, questo piano viario è stato salutato da molti come una vera e propria innovazione, che permetterà finalmente all'Umbria e alle Marche di eliminare, o almeno di ridurre, certe mancanze infrastrutturali, facilitando così i collegamenti con il resto d'Italia.
Ma al di sopra di ogni parere e presa di posizione, è successo, ancora una volta in Italia, e questa volta nella nostra regione, che un'area sottoposta a tutela naturalistica e soggetta a determinati vincoli paesaggistici, sia a rischio di inquinamento ambientale, a causa di un illecito sfruttamento del suolo, reato punibile ai sensi dell'articolo 181 del Codice dei beni culturali e del paesaggio.
E al di là di individuare uno o più colpevoli, resta e rimarrà comunque la solita annosa questione: quella del rispetto per un bene, l'ambiente, che ci è stato regalato e che, se non vogliamo lasciare migliore di come l'abbiamo trovato, come invitava a fare Robert Baden Powell, il fondatore dello scautismo, dobbiamo almeno sforzarci di non rendere peggiore, anzi, addirittura invivibile.
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14/10/2015
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