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Grazie a Renzi e al PD habemus «La Buona Scuola»

San Benedetto del Tronto | Pioggia di critiche e proteste davanti al parlamento hanno accompagnato l'approvazione della «Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti» che è legge.

di Felice Di Maro

Piace ricordare che venerdì 5 giugno a San Benedetto del Tronto si è svolta una fiaccolata che ha visto sfilare i lavoratori delle scuole del territorio contro le logiche autoritarie e anticostituzionali nella gestione organizzativa delle scuole che hanno messo in discussione diritti e libertà e di fatto hanno cancellato la contrattazione e tutto sono tranne che strumenti per una "buona scuola".

La fiaccolata è stata organizzata da Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals Confsal che hanno invitato tutta la cittadinanza a partecipare e io ho partecipato. É stata una delle tante iniziative che dopo lo sciopero unitario sono state organizzate a livello territoriale e nazionale per sostenere le richieste di cambiamento del ddl cd. della "Buona Scuola" che il 9 luglio la Camera ha approvato con 277 voti favorevoli, 173 contrari e 4 astenuti. Tale decreto era già stato approvato dal Senato ed è legge in quanto pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n.162 del 15 Luglio 2015. I circa 70 emendamenti presentati negli ultimi giorni alla Camera avendo il governo un'ampia maggioranza sono stati respinti con un voto di fiducia richiesto da Renzi.

Con entusiasmo il ministro dell'Interno Angelino Alfano ha dichiarato: "Abbiamo mantenuto un altro impegno. Avevamo detto 'no gender' nelle scuole ed abbiamo ottenuto una circolare del ministro Giannini che chiarisce in modo incontrovertibile che ci vuole il consenso informato dei genitori perché qualcosa di extra curriculare entri nelle classi".

In tempo reale il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini ha dichiarato: "Questo non è un atto finale ma è l'atto iniziale di un nuovo protagonismo della scuola". Avanti tutta! Questa riforma che il governo Renzi l'ha chiamata "La Buona Scuola" è in realtà come si presenta una "Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti".

Su nove temi generali è previsto che il governo ha la delega, cioè ha il potere di legiferare in un secondo momento tramite decreti legislativi. Uno dei principi fondamentali della nuova legge è il rafforzamento dell'autonomia scolastica, cioè una libertà maggiore rispetto a quella che era prevista finora nella gestione degli edifici, della didattica, dei progetti formativi e dei fondi a disposizione di ogni singola scuola: le istituzioni scolastiche avranno il dovere di stabilire ogni tre anni un'offerta formativa.

A fronte di questi tre anni saranno legati altri "doveri" dell'amministrazione, come per esempio gli organici, la mobilità del personale e le assunzioni, ma quest'ultima a partire dal 2016. Il 2015 va considerato un anno di transizione. L'organico sarà interamente gestito dal dirigente scolastico, cioè dal preside, che a partire dal 2016 potrà proporre le cattedre utilizzando gli albi territoriali in base a una sua valutazione (gli albi saranno definiti dal Miur entro il 30 giugno 2016). La chiamata degli insegnanti sarà dunque diretta, senza più graduatorie, ma sulla base degli albi.

Ai professori è stato comunque concesso di inviare la propria candidatura per i colloqui. L'incarico sarà conferito con l'accettazione della proposta da parte del docente. Nel caso di più proposte, il docente sceglierà fra quelle ricevute, fermo restando l'obbligo di accettarne almeno una. Il preside, nella sua scelta, sarà tenuto «a dichiarare l'assenza di cause di incompatibilità derivanti da rapporti di parentela o affinità entro il secondo grado con i docenti iscritti nel relativo ambito territoriale».

Saranno introdotti anche dei criteri per valutare i dirigenti scolastici che saranno supervisionati da ispettori esterni. Si confermano le assunzioni di poco più di 100mila lavoratori oggi precari almeno com'è stato detto. Pare che saranno circa 36 mila quelli che otterranno la cattedra subito entro il 15 settembre per sostituire i colleghi e le colleghe che andranno in pensione e per coprire i posti vacanti. Non ho capito come funzionerà la situazione degli altri e cioè degli insegnanti in più che rientrano nel nuovo organico previsto dalla riforma. Renzi dirà qualcosa? La loro assegnazione dovrebbe realizzarsi in due diverse fasi, durante l'anno e con incarico a settembre 2016.

Come si vede i docenti sono preoccupati perché non sanno su cosa e come e con quali criteri e modalità verranno valutati. Sanno solo chi emetterà la sentenza: siamo più o meno con modalità similari che sono state attivate nel periodo fascista. Si tenga conto che le conoscenze degli insegnanti per le varie discipline sono già state verificate dall'università che ne ha rilasciato laurea, dal concorso, dall'abilitazione. Quindi. Cosa si vuole? In questi mesi quante volte si è dichiarato che il docente non deve avere un'ideologia. Cosa debbono avere un pensiero unico in funzione di una non-ideologia dominante? E, in questa fase quella di Renzi!

Com'è noto il 25 giugno il Senato aveva approvato il noto maxiemendamento interamente sostitutivo del disegno di legge di riforma del sistema nazionale dell'istruzione (AS 1934) su cui il Governo aveva posto la fiducia. Nonostante, e in tempo reale, una pioggia di critiche con proteste degli insegnanti davanti al parlamento, il parlamento l'ha approvata. Cosa possiamo fare? Poco. Intanto penso che bisogna ringraziare quei docenti che si sono attivati contro.

Ormai è chiaro che oltre all'art, 33 e 34 proprio l'art. 3 comma 2 della Costituzione «È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impedisce il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del paese» non sarà più onorato dalle scuole pubbliche. C'è poco da fare ormai la scuola italiana non è più per tutti e con il nuovo ruolo che avrà la scuola privata chi non ha risorse economiche sta fuori almeno dalla formazione scolastica oltre i primi 8 garantiti ancora dalla Costituzione. Per la propria istruzione almeno dopo gli studi di base, solo il rilancio programmato e personalizzato come «autodidatta» potrà continuare ad offrire qualche possibilità. Non ci illudiamo però, potrà certo essere utile e formare coscienze anche critiche, ma non di eccellenza.

18/07/2015





        
  



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