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Emigrare negli Stati Uniti d'America nel 1921

San Benedetto del Tronto | Domenica 22 marzo al Teatro Comunale Concordia con ingresso Gratuito il Cineforum Buster Keaton di San Benedetto del Tronto ha presentato il film, C'era una volta a New York.

C'era una volta New York

Il film in Italia è stato messo in distribuzione il 16 gennaio 2014 e negli Stati Uniti d'America per la presenza di scene di nudità è stato vietato ai minori di 18 anni. Racconta una storia che è importante perché sottolinea quelle contraddizioni che costellano l’emigrazione e se si vuole sono anche ordinarie ma che com’è noto presentano percorsi non agevoli ed anche poco studiate. Si tratta certo di microstoria e la storia comunque a grandi linee la si coglie. La visione è piacevole con colpi di scena ben calibrati per catturare le emozioni degli spettatori. Il film è stato girato con costumi dell’epoca ben evidenti e inizia con una visione ordinaria degli Usa. Appare con splendide riprese la nebbiosa e naturalmente distante dai contenuti del film la Statua della Libertà che è altamente simbolica ma è tale solo nell’immaginario collettivo dell’epoca in quanto la storia come è documentato per gli immigrati ha dato ricostruzioni diverse.

Negli Stati Uniti d’America gli immigrati hanno avuto certo possibilità di lavorare ma la libertà in senso pieno l’anno avuta nel tempo. Il vissuto degli immigrati è pieno di pericoli, insidie certo ordinarie ma che caratterizzano la vita delle persone. Nel film la prostituzione sembra quasi una sorta di necessità e non una scelta. L’Assessore alla Partecipazione del comune di San Benedetto del Tronto, Luca Spadoni, nella presentazione ha fatto rifermento alle condizioni attuali degli emigranti e non ha torto nonostante organizzazioni come l’Onu e l’attenzione delle istituzioni nazionali al fenomeno dell’immigrazione. All’epoca, 1921, non vi erano garanzie e la delinquenza si intrecciava con la prostituzione a tutti i livelli. Naturalmente moltissimi immigrati hanno fatto scelte diverse facendo anche lavori umili e mal pagati e vivendo in miseria.

Il film è lento e fa cogliere bene i significati con una trama ben articolata. In breve, Ewa Cybulski (L’attrice Marion Cotillard e sua sorella Magda (Angela Sarafyan) lasciano la natia Polonia e dopo la prima guerra mondiale. Sono dirette a New York ma quando raggiungono Ellis Island, l’isolotto alla foce del fiume Hudson nella baia di New York che era all’epoca il centro di quarantena degli immigrati, i medici scoprono che Magda si è ammalata di tubercolosi e le due donne vengono separate ed ha inizio la nuova vita di Ewa passando da una situazione di speranza a quella di disperazione. Costretta ad elargire favori sessuali in cambio delle medicine e del cibo per la sorella caduta malata nonostante questo verrà bollata come donna di scarsa moralità dai documenti dell'immigrazione. Senza un posto dove andare, finirà per l'accompagnarsi ad un prestigiatore e seduttore da strapazzo, che la convincerà ad esibirsi con lui a New York.

Ben si colgono le attenzioni del cugino Orlando (Jeremy Jenner), mago incoerente, potenziale salvatore delle due sorelle, ma legato a Bruno da uno strano antagonismo e vi sono anche scene violente di scontro e la dipendenza è totale fino a rasentare la distruzione di entrambi. La  figura centrale però resta Ewa, con la sua religiosità che si coglie dalle scene girate in una chiesa con la confessione e sarebbero in linea con la speranza di una vita normale che non ci sarà perché c’è corruzione, menzogne e violenze che oscurano quei slanci generosi di cogliere quei lampi di speranza e fiducia nella vita. Fiducia nella vita che si coglie nonostante tutto ma per lei conta solo riabbracciare la sorella. Non mancano i momenti di solidarietà e anche di pietà che si intrecciano e si articolano nei vari snodi narrativi che sono anche drammatici.

La colonna sonora si basa essenzialmente su musiche classiche e operistiche di Puccini, Gounod e Wagner, il film è concepito come un melodramma. Il cast comprende Joaquin Phoenix,  Marion Cotillard,  protagonista, ruolo non facile, Angela Sarafyan, Gabriel Rush e Jeremy Renner (il mago Orlando). I personaggi di questa vicenda sono delineati con profili dinamici che si articolano quasi per tutto il film e si coglie nella visione un limite sottile tra crudeltà e disonestà. E’ il caso di Bruno, innamorato da subito a modo suo di Ewa, che intanto sfrutta e umilia, e qui vi è un tratto che si ripete nelle vicende degli immigrati e non solo degli Usa s’intende: come si fa nella pratica ad amare una donna e poi farla prostituire. Prostituirsi per donne immigrate è una scelta? La storia che si racconta delinea un percorso ordinario senza possibilità di deviazione. Da allora poco è cambiato e le storie degli immigrati si ripetono e le loro aspettative vengono in buona parte disattese.

26/03/2015





        
  



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