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Una mostra alla Bibliofila di San Benedetto del Tronto

San Benedetto del Tronto | Maria Cristina Illuminati ha messo in mostra 8 opere e due le composizioni personali. Cover di quadri di illustri pittori come Caravaggio, Toulusse Lautrec e notevoli per importanza quelle di Siméon Chardin.

di Felice Di Maro

Giardino con fontana e vasi

Sabato 28 febbraio nella Libreria “La Bibliofila” in via Ugo Bassi 38 a San Benedetto del Tronto una esposizione purtroppo per pochi giorni di 8 opere di Maria Cristina Illuminati ha mostrato aspetti veramente reconditi dell’arte pittorica. Possono non solo oggetti di uso quotidiano offrire interpretazioni variabili con il gioco dei colori? L’interrogativo merita attenzione perché con il gioco dei colori le variabili di luce che si colgono possono essere notevoli e rendono sul contesto che si presenta un insieme di armonia con emozioni che catturano attenzione anche se si tratta di composizioni di oggetti di uso quotidiano.

Le cover sono state 6 e di opere note e due idealizzate e personalizzate dall’Autrice. La n. 1 con Caravaggio “Canestra di frutta”, la 2 “Ballerina di Toulusse Lautrec con un gioco di movimenti realizzati anche da sfumature dei colori, la 3 Bicchiere d’acqua e bricco di caffè, la n. 4 “Necessaire per fumatore la n. 5 Uva e Melegrane” di Siméon Chardin, mentre la n. 6Fiacca con fioriè di Autore Ignoto; in finale lei Maria Cristina Illuminati con la n. 7 Paesaggio marino e n. 8 Giardino con fontana e vasi”.

Proprio la n. 3 “Bicchiere d’acqua e bricco di caffè” (Fig.2), l’originale è del 1760 e l’Autore è Siméon Chardin merita attenzione e non perché è una bella composizione ma perché offre una visione d’insieme in cui gli oggetti si armonizzano tra loro proprio con il gioco delle luci che nelle pieghe delle composizioni offrono una gamma di colori con ombre e riflessi. Chardin è riuscito a trasformare gli oggetti in fonti di sensazioni che vanno oltre l’immaginario artistico corrente.

Siméon Chardin (1699-1779), pittore francese, è nato a Parigi dove ha vissuto ed è stato autore di nature morte e di opere sui giochi dei bambini. Noti sono i suoi ritratti eseguiti a pastello. Ha indagato sul rapporto tra tono e colore nonché su quelli che sono gli effetti di luce che caratterizzano gli oggetti. Diversamente dai suoi contemporanei non frequentò l'Accademia e non è stato a Roma, ma si è formato come apprendista nello studio del pittore Pierre Jaques Cazes e poi in quello di Noël Coypel e di Joseph Aved. Ha partecipato al restauro degli affreschi del Primaticcio nella reggia di Fontainebleau.

 Allo studio dei grandi maestri ha preferito l’osservazione diretta della realtà. Osservare la natura degli oggetti è stato il suo imperativo artistico e si è dedicato al genere denominato “natura morta” che era un tipo di pittura considerato all’epoca minore, ma lui ha realizzato una serie d’innovazioni creando uno stile autonomo che ha raggiunto nel tempo notevoli livelli di qualità proprio nelle tecniche di rendere interessante un tipo di pittura ritenuta non proprio d’arte. L’originale è in olio su tela (cm 32,4 x 41,3) e si trova a Pittsburgh (Pennsylvania, U.S.A.) presso il Carnegie Museum of art. Il suo nome completo è “Jean Baptiste Simèon Chardin”.

La sua biografia è molto articolata dalla quale si legge che ha sempre preferito la natura morta e proprio il “bicchiere d'acqua e bricco da caffè” ne è un esempio. Si tratta di un genere pittorico che è stato in contrapposizione ai generi maggiori come il ritratto. Al riguardo com’è noto con l'affermarsi della borghesia rispetto alla progressiva diminuzione dell’influenza della Chiesa proprio come committente aumenta la richiesta di quadri da galleria di piccolo formato dove prevalgono i generi minori e chiaramente le nature morte di Chardin rappresentano oggi dei simboli anche di queste evoluzioni socioeconomiche in relazione all’arte pittorica. Con lui ha prevalso quel linguaggio semplice che ha rappresentato una impostazione prospettico-luminosa che si è richiamato al realismo di Caravaggio.

Oggi Maria Cristina Illuminati, pittrice che ha curato la mostra ci presenta proprio con l’opera n. 8, “Giardino con fontana e vasi” (fig.1) delle idealizzazioni che in modo traslato si richiamano a Chardin. Certo la pittura non è fotografia ed è rappresentazione anche di idealità. La fontana è a frontiera tra ideale e realtà ed è del tipo di uso pubblico e purtroppo quelle che sono state attive per anni con i rinnovamenti di arredo urbano non si vedono quasi più. Proprio a terra vi è la disposizione dei vasi. Verranno riempiti? L’acqua è gratuita almeno quando è di erogazione pubblica. Sullo sfondo il giardino che sembra privato quasi come opposizione alla fontana che di tipologia pubblica, naturalmente il tutto in un gioco di luci e grazie allo studio dei colori e la loro formazione.

16/03/2015





        
  



3+3=
“Bicchiere d’acqua e bricco di caffè” di Siméon Chardin

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