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L'impegno umanitario della Milandri arriva all'Onu

San Benedetto del Tronto | I viaggi, gli articoli e le campagne per i Popoli Indigeni di Raffaella Milandri hanno investito la scrittrice e attivista per i diritti umani portandola sul sito dell'Onu italiana, Unric.org (United Regional Information Centre).

Raffaella Milandri

In una intervista a questo link http://unric.org/it/attualita/30454-raffaella-milandri-la-situazione-dei-popoli-indigeni-oggi spiega la situazione dei Popoli Indigeni nel mondo. Dice la Milandri:"E' un grande successo per i diritti dei Popoli Indigeni, che stanno finalmente ottenendo uno spazio mediatico, ancora piccolo ma in crescita.
Io mi ritengo una portavoce: quando ho visitato i più remoti villaggi, nelle condizioni più precarie, non ho rischiato la vita inutilmente. Ho raccolto le voci inascoltate di tribù che raccontano profonde ingiustizie dell'uomo contro l'uomo. Mi angustia molto il fatto che noi, uomini occidentali, imponiamo con la forza e la violenza uno stile di vita che -lo sappiamo tutti-non è assolutamente perfetto, anzi è autodistruttivo."

Chiediamo alla Milandri: perchè si è votata alla causa di questi popoli così lontani da noi?
"Innanzitutto perchè aiutare gli oppressi e avere degli alti ideali di giustizia e libertà è per me qualcosa di fondamentale.
E poi perchè questi popoli sono lontani geograficamente, ma sono genti semplici e genuine come tanti italiani, che oggi si sentono
pesci fuor d'acqua di fronte al Progresso che galoppa veloce e inesorabile .
Durante i miei viaggi ho avuto l'onore, in diverse occasioni, di portare i saluti della città di San Benedetto in remoti angoli di mondo.
Un modo per avvicinare spicchi di umanità. Come la tribù Crow, in cui sono stata adottata."

Nuovi progetti?
"Sì, sto pensando di progettare qualcosa sul territorio che abbia la funzione di avvicinare realtà e culture diverse. La diversità
è un tesoro prezioso che va valorizzato. Nelle Marche, come del resto in Italia, abbiamo una grande varietà di realtà diverse che non devono restare
come isole a sè stanti."

E il prossimo viaggio?
" Non è ancora stabilito, sicuramente l'anno prossimo. Ma ho tirato i remi in barca per qualche mese, per non disperdere la enorme quantità di informazioni
che ho raccolto nei vari continenti e poterle diffondere attraverso libri e conferenze. Tra l'altro proprio il nostro territorio è molto ricettivo alle problematiche umanitarie,
e molto aperto a rispettare e conoscere le varie culture."
E' appena uscito l'ultimo libro della Milandri: "In India. Cronache per veri viaggiatori (Ponte Sisto, 2014), dove la viaggiatrice racconta una storia incredibile di violazioni di diritti umani, e dispensa consigli di viaggio.

DI SEGUITO IL TESTO INTEGRALE DELL'ARTICOLO
Raffaella Milandri: La situazione dei Popoli Indigeni oggi
Intervista a Raffaella Milandri, scrittrice e attivista per i diritti umani

Raffaella Milandri dal 2009 promuove campagne di sensibilizzazione e petizioni a favore dei diritti umani dei Popoli Indigeni, attraverso media e social network; divulga altresì testimonianze di denuncia attraverso libri, articoli, filmati e conferenze. Ha visitato tribù nei più remoti angoli di mondo.

Domanda: Qual è la situazione dei Popoli Indigeni oggi?

Risposta: Molte etnie indigene nel mondo sono a rischio di estinzione, soprattutto a causa di un isolamento nella comunicazione e di una mancanza di leader che rappresentino le loro comunità. I popoli indigeni sono spesso oggetto di una forte discriminazione, causata proprio dalla mancanza di comunicazione diretta con istituzioni e governi. Spesso mancano scuole idonee che insegnino loro le lingue principali: i loro preziosi dialetti, infatti, spesso costituiscono un muro e aiutano l'isolamento e la mancata conoscenza dei loro diritti. E in molti casi non hanno accesso a internet, a facebook, twitter e social network che possano diffondere la loro voce. Nel mondo oltre trecento milioni di persone appartengono a popoli indigeni: tanti popoli dai nomi sconosciuti che insieme a Pigmei, Boscimani, Adivasi, Indios, Maori, Tibetani, Indiani d'America che, insieme alle loro culture e tradizioni, costituiscono un Patrimonio dell'Umanità.

Domanda: Quali sono i maggiori problemi che minacciano la loro sopravvivenza?

Risposta: Dalle più remote foreste pluviali, a deserti infuocati, ad altitudini maestose, sul Pianeta Terra i popoli indigeni hanno creato rapporti simbiotici con le loro terre ancestrali, perfezionando una cultura di sopravvivenza e di adattamento all'ambiente nel pieno rispetto dei più svariati ecosistemi. Le loro terre sono -ancora per poco- incontaminate, senza inquinamento; ma queste terre, gli ultimi paradisi terrestri sopravvissuti ai giorni nostri, in Africa, Asia, Oceania e nelle Americhe, sono spesso ricche di risorse e giacimenti -oro, diamanti, bauxite, carbone, petrolio, foreste- che decretano spesso la distruzione, la persecuzione per questi popoli , in nome del 'Progresso'. La globalizzazione, poi, ha un impatto devastante: i Pigmei, ad esempio, si sono trovati a fare un salto di secoli in pochi anni: dal baratto al denaro, dalla vita nella foresta al lavoro nei campi o allo sfruttamento dei bracconieri. Non hanno tempo di adattarsi a quella che noi chiamiamo 'civilizzazione' e spesso soccombono ad alcolismo e depressione, nonchè a malattie portate dall'uomo 'moderno'.

Domanda: A settembre 2014 c'è stata la prima Conferenza mondiale dei Popoli Indigeni, a New York. Come si possono tutelare, oggi, i Popoli Indigeni?

Risposta: Leggi di tutela adeguate per i popoli indigeni in alcuni Paesi non esistono o sono spesso violate. Il diritto dei popoli indigeni alla propria terra, alla propria religione, alla propria lingua, al proprio nome e alla propria cultura va salvaguardato con urgenza.

Molti governi non hanno ancora applicato i principi della Dichiarazione Onu sui diritti dei popoli indigeni e in particolare della Convenzione dell'ILO 169 sui popoli indigeni e tribali . Che è stata finora ratificata solo da 22 Paesi nel mondo. La ILO , International Labour Organization è l' agenzia delle Nazioni Unite, con sede a Ginevra e 179 Paesi membri, che si occupa di promuovere il lavoro, in condizioni di pace, libertà, uguaglianza, sicurezza e dignità; promuove i diritti dei lavoratori ed è responsabile dell'attuazione delle norme internazionali del lavoro, promuovendo pace, prosperità e progresso. L'Italia è stato membro e dal 1919 ha ratificato più di 100 Convenzioni internazionali. Ma non ancora la ILO 169, che mette per iscritto i diritti dei popoli indigeni e questioni d'importanza vitale: garanzia dei diritti umani e delle libertà fondamentali; il diritto all'identità culturale e alle tradizioni comunitarie; il diritto alla partecipazione dei popoli interessati alle decisioni che li riguardano; l'uguaglianza di fronte all'amministrazione ed alla giustizia. E' molto importante che anche l'Italia ratifichi la ILO 169 in quanto trattato universale a garanzia dei diritti delle popolazioni indigene. E' una adesione doverosa in nome dei diritti umani. Queste popolazioni stanno perdendo la loro identità e hanno pieno diritto, dopo che le loro terre sono state usurpate per petrolio, oro, diamanti, uranio, legname, a recuperare la loro dignità e a mantenere le loro tradizioni, fortemente legate alla terra ancestrale. Questi popoli e le loro tradizioni non possono rimanere solo nei documentari o nei film.

Domanda: Quale pensa possa essere la posizione dell'Europa di fronte ai Popoli Indigeni?

Risposta: Ritengo fondamentale valutare la pertinenza del Parlamento Europeo, per applicare un monitoraggio dell'impatto commerciale , sociale, culturale e ambientale delle aziende europee che operano nelle aree abitate da popoli indigeni ( e cito ad esempio la interrogazione parlamentare del 21 giugno 2011 Colombia-UE) Importantissimo anche un monitoraggio dell'impatto turistico causato da flussi europei nelle zone abitate da popoli indigeni, talvolta estremamente dannoso a livello culturale senza peraltro portare benefici economici alle popolazioni bensì solo agli operatori turistici che sfruttano il folklore locale senza scrupoli.

E inoltre, un monitoraggio delle manifestazioni ed eventi organizzati in Europa dove si richiedano interventi ed esibizioni di popoli indigeni in condizioni di povertà. Essi vengono spesso sfruttati senza percepire ricompense adeguate, violentati culturalmente per poi tornare alla loro miseria. In questo senso andrebbero anche sensibilizzate le ambasciate europee in loco per evitare un traffico di 'danzatori' e "suonatori' che ricordano il Wild West Show dell'Ottocento. La Giornata Internazionale dei Popoli indigeni, celebrata il 9 agosto, dovrebbe diventare Mondiale,poichè la cultura dei popoli indigeni appartiene a tutti, e soprattutto alle generazioni che verranno. Visto che il tema scelto dall'Onu per il 9 agosto di quest'anno è "Colmiamo il divario: realizziamo i diritti dei popoli indigeni", mi sembra il momento giusto per decidere a quale tribù appartiene il mondo occidentale: quella che sostiene i diritti umani dei popoli indigeni, o quella che si ritiene più 'evoluta' e vuole essere modello assoluto di civiltà?

10/12/2014





        
  



4+5=
Raffaella Milandri

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