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"Mille splendidi soli" il libro di Khaled Hosseini

San Benedetto del Tronto | Il romanzo si apre con la figura di Mariam, bambina di Herat, che vive con la madre Nana in una kolba (casa isolata e umile).

di Ludovica Mazzini

"Mille splendidi soli" Khaled Hosseini

Mariam è una figlia illegittima, costretta a passare il suo tempo in casa, senza poter avere contatti con il mondo esterno, a parte qualche rara visita. E' stato suo padre, Jalil, a costringere lei e la madre Nana nella piccola abitazione desolata, facendo nascere un forte risentimento in Nana. Al contrario, Mariam adora il padre, che le porta doni e passa con lei del tempo un giorno a settimana. Incuriosita dai racconti di Jalil, delle bellezze della città e dalla sicurezza che suo padre la amasse tanto quanto lei faceva, decide di andarlo a trovare a casa sua. Era il suo quindicesimo compleanno. Jalil non le permette neanche di entrare in casa e la lascia fuori per ore, era motivo di vergogna per un uomo come lui incontrare una figlia illegittima. Dopo quella grande delusione, Mariam sviluppa un forte odio verso il padre e, tornata alla kolba, scopre che Nana si è impiccata.

La vita di Mariam subisce un grande cambiamento: viene accettata per qualche tempo all'interno della casa di Jalil, ma poi è costretta ad andare in sposa a Rashid, un uomo di Kabul molto più grande di lei. Accanto alla storia di Mariam, troviamo parallelamente quella di Laila. Laila è una ragazza molto istruita, che si innamora di Tariq, il compagno di giochi dell'infanzia. I due, purtroppo, vengono separati dall'inizio della guerra: Tariq infatti si trasferisce in Pakistan per sfuggirle. Quando anche i genitori di Laila decidono di spostarsi, un grande razzo colpisce la loro casa e Laila rimane orfana e molto ferita. Viene portata in salvo da Rashid, che la accudisce in casa sua e le chiederà di sposarlo. La giovane Laila vorrebbe rifiutarsi, ma dopo la notizia della morte di Tariq e la scoperta di essere incinta dello stesso, si affretta a concludere le nozze per salvare la bambina che ha in grembo. Mentre Rashid si mostra felicissimo della gravidanza, in quanto in precedenza Mariam non era riuscita a dargli un figlio, il rapporto tra le due donne diventa sempre più difficile e teso.

Quando nasce Aziza, Rashid sprofonda nella delusione di non aver avuto un maschio e comincia a picchiare Laila, così come faceva da tempo con Mariam. Le due trovano finalmente sostegno l'una nell'altra, fino a progettare di scappare di casa, ma le regole a Kabul sono molto rigide: le donne non possono uscire di casa senza un uomo che le accompagni, così vengono riportate da Rashid. Finalmente Laila da' alla luce Zalmai, che diventa il pupillo di Rashid; i due instaurano un rapporto molto stretto, mentre Aziza viene sempre lasciata indietro dal padre. Con l'arrivo dei Talebani, la vita a Kabul diventa sempre più difficile, fino a che una disgrazia colpisce la famiglia: la bottega dove lavorava Rashid viene divorata da un incendio e la povertà si fa strada nelle loro vite. Laila è costretta a portare la figlia Aziza in un orfanotrofio, sperando in qualche modo di salvarla dalla fame; la bambina è sconvolta, ma Laila le promette di andarla a trovare ogni giorno e per farlo deve affrontare molte difficoltà, infatti Rashid smette di accompagnarla dopo le prime visite.

Un giorno, di ritorno dall'orfanotrofio con Mariam e Zalmai, Laila incontra Tariq che l'aspetta davanti casa e scopre l'inganno di Rashid, il quale le aveva fatto credere che il ragazzo fosse morto. Quando Zalmai racconta al padre l'accaduto, Rashid si infuria e comincia a picchiare Laila con una violenza mai usata prima: vuole ucciderla. Mariam cerca di impedirglielo, finchè trova la forza di ucciderlo con una pala. Mariam sente di aver fatto un gesto che può dare la libertà a Laila, Tariq e i bambini, ma decide di non tirarsi indietro alle sue responsabilità. Confessa il suo omicidio e per questo viene condannata a morte. Nonostante il grande dolore, i quattro si trasferiscono in Pakistan per cominciare una nuova vita e trovare la serenità lontano dalla guerra. Solamente quando gli Stati Uniti dichiarano guerra all'Afganistan, Laila e la sua famiglia decidono di tornare a Kabul, dove si impegnano ad aiutare i pochi abitanti rimasti a ricostruire la città. E' un libro che colpisce profondamente il lettore, portando alla luce luoghi, vite e sofferenze che noi occidentali non conosciamo né forse conosceremo mai.

Non sono tanto il caos e la paura di una guerra lunga a catturare la mente, quanto l'esperienza (ovviamente solo sotto forma di lettura) della vita delle persone afgane. La brutalità di regole che noi non possiamo neanche concepire, a volte: i matrimoni combinati con uomini sconosciuti, la vita servile all'interno della propria casa, i pestaggi continui e la totale assenza di diritti per le donne. L'autore racconta episodi che normalmente accadono nella cultura afgana e di cui siamo già informati il più delle volte, ma quello che raggiunge è un obiettivo molto più alto: descrivendo le bellezze del territorio, comunica la grandezza di un territorio vivace, che vuole crescere e farsi conoscere all'esterno.

"Mille splendidi soli" libera il fascino del patrimonio afgano, per lo più oscuro a questa parte del mondo, a causa della visione occidentalizzata spesso poco obiettiva. Gli intrighi relazionali sono un ottimo escamotage per tenere alta l'attenzione, infatti il racconto romanzato è accessibile e lo definirei "lettura d'un fiato". Altro elemento apprezzabile è la scelta di non tradurre alcuni termini, di mantenerli nella lingua originaria dei protagonisti; nonostante all'inizio possa sembrare motivo di disorientamento, in realtà permette di calarsi ancor di più nella trama. Hosseini è ormai una "scelta sicura" leggere un buon libro. Il suo successo era già stato decretato con il primo romanzo "Il cacciatore di aquiloni" del 2003, campione di vendite, dal quale è stato tratto l'omonimo film nel 2007. , quando si vuole

12/11/2014





        
  



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