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Le parole di Emily Dickinson nelle canzoni di Barbara Eramo

San Benedetto del Tronto | Barbara Eramo "Emily"

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Barbara Eramo

"Emily"

La musica per Barbara Eramo è sempre stata una strada polverosa da percorrere alla ricerca continua di una mèta, di una traccia che lasciasse i segni nel cuore. Curiosa e assetata sin dai primissimi giorni che la portarono a Sanremo a fianco di Claudio Passavanti (Eramo e Passavanti vinsero il premio della Critica nel 1998), Barbara Eramo si è avvicinata successivamente al cinema e al teatro sfiorando territori inconsueti e bagnandosi alla tradizione mediorientale, araba e mediterranea. Lavorando a fianco di Pivio e Aldo De Scalzi prima e mediante l'esperienza importante della Piccola Banda Ikona di Stefano Saletti culminata con la partecipazione all'ultimo progetto del geniale Hector Zazou ("Oriental night fever") il lungo vagare di superficie della Eramo si è fermato, nella ricerca, all'improvviso, scontrandosi con la densità delle pagine de "Le stanze di alabastro" di Emily Dickinson.

"Non esiste un vascello veloce come un libro per portarci in terre lontane", recita un verso della grande poetessa del Massachusetts. E quel veliero carico di parole ha preso subito la direzione del cuore, per anni inseguita attraverso la musica. Sono stati folgoranti i versi della Dickinson per far affrontare a Barbara Eramo in totale intimità il progetto "Emily" e quelle parole dense di natura e di vita sono servite di guida per un disco di 11 canzoni messe in musica dalla stessa artista e da Stefano Saletti, suo alter ego artistico. Versi originali o traduzioni non hanno mancato di celebrare una forte densità artistica in uno stile che mette insieme una moderna Lorde con un'antica Kate Bush.

Nel brano di apertura ("It was love") la musica è un po' indecisa a cercare di dettare delle linee guida fatte di chitarre rock e di sensazioni psichedeliche che tornano nel corso del disco ma sono solo momenti. L'artista si guarda intorno e si immerge subito dopo in una radura di quiete "zufolando ignare cadenze come un uccello" nello scorrere lento delle ore e del tempo. Le stesse cadenze musicali suggerite al canto dalla sequenza ritmica delle parole della poetessa. E' un atto simbiotico oltre che un gesto del cuore quello fermato dalla voce di Barbara Eramo che spazia tra accordi leggeri e disaccordi armonici in un gioco che non è mai vortice ma riflessione continua. Il canto è fatto di soffi di vento e di piccoli voli di uccelli ("Il volo del bobolink") attraverso la breve stagione del sole ("Estate"). Come sogni e preghiere queste canzoni trovano tutte la strada dell'interiorità senza mai soffermarsi sulla tragedia della vita che ha travolto la stessa poetessa. E' un omaggio questo che sa raccogliere tutti i colori dei suoni nelle piccole grandi parole di Emily Dickinson e grazie alla sensibilità artististica di Barbara Eramo.

Voto 7,5/10

31/05/2014





        
  



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